Zerocinquantuno

Mihajlovic: “La Super Lega va contro lo spirito dello sport. Vorrei già domani i 40 punti, sul futuro ripeto che ho due anni di contratto”

Mihajlovic: "La Super Lega va contro lo spirito dello sport. Vorrei già domani i 40 punti, sul futuro ripeto che ho due anni di contratto"

Ph. zerocinquantuno.it

Tempo di Lettura: 4 minuti

Di seguito, suddivise per argomenti principali, le dichiarazioni rilasciate oggi pomeriggio in conferenza stampa a Casteldebole dal tecnico rossoblù Sinisa Mihajlovic, alla vigilia di Bologna-Torino.

No alla Super Lega – «La Super Lega è una brutta cosa, non mi piace e non la condivido. Il calcio è lo sport più seguito al mondo, il più amato, perché qualche volta dà la possibilità alle squadre piccole di vincere contro le grandi: così facendo i ricchi diventeranno ancora più ricchi e i poveri sempre più poveri. Si va contro lo spirito dello sport, certo un big match è sempre bello da vedere ma credo che qui sia solo una questione di soldi».

Golia calpesta Davide – «Ognuno dei club incasserà subito 350 milioni? È come in quella pubblicità: “Ti piace vincere facile?”. Se ne andassero e si facessero il loro campionato, noi giochiamo senza di loro. E attenzione, la mia opinione sarebbe la stessa anche se fossi l’allenatore di Juventus, Milan o Inter, perché così non è più calcio. Se ad esempio il Bologna prende 30 milioni a stagione e loro 350 cosa facciamo? Il gap si allargherà a dismisura, e non potranno più esistere favole come quella del Leicester che vince lo scudetto».

Faccia a faccia con Saputo – «Col presidente abbiamo parlato di cose normali, poi ci rivedremo prima della sua partenza per il Canada, adesso siamo totalmente concentrati sulla partita. Futuro? Ci sarà tempo per discuterne, andiamo un passo per volta, prima la salvezza e poi tutto il resto. Come diceva Trapattoni. “Non dire gatto se non ce l’hai nel sacco». Comunque non fatemi sempre la stessa domanda, l’ho già dichiarato: ho due anni di contratto col Bologna e mi trovo bene con società, giocatori e tifosi. E poi non dipende solo da me, c’è un capo e come tale farà anche lui le sue valutazioni».

Ultimo sforzo – «Dobbiamo arrivare il prima possibile alla salvezza, penso che 40 punti siano la quota giusta. Vorrei arrivarci già domani battendo il Torino, voglio un’altra vittoria, poi penseremo ad altri obiettivi. La partita è stata preparata in poco tempo ma ormai i ragazzi sanno bene che noi giochiamo sempre per vincere. Viste le tre partite in sette giorni, farò qualche cambio nei ruoli dove ho possibilità di scegliere».

Tomiyasu ancora fuori – «Tomiyasu non è ancora disponibile e non sappiamo con certezza quando lo sarà».

Il gioco per arrivare ai punti – «Non so se le mie parole di sabato abbiano aiutato o messo pressione ai ragazzi, volevo che la squadra non si accontentasse della prestazione perché la prestazione ha senso solo se è il modo per arrivare alla vittoria. Bisogna vincere e valorizzare ciò che si produce, quindi ho detto “basta giocare bene e tornare a casa con zero punti”. Abbiamo la nostra precisa identità e la partita la facciamo sempre, poi è chiaro che ogni gare fa storia a sé».

La salvezza non basta – «Sulla carta il Torino è anche più forte del Bologna, ha giocatori da lotta per l’Europa League. Poi la stagione storta può capitare, come successo anche al Cagliari. Noi dovevamo stare fuori dalla mischia ed esserne sempre rimasti fuori è positivo, ora vogliamo appunto salvarci il prima possibile: ci sono ancora 21 punti disponibili e possiamo raggiungere altri traguardi, in primis migliorando quanto fatto negli anni precedenti».

Spazio (e occhi) per Antov – «Domani Antov gioca, vi fidate (sorride, ndr)? Lui e Soumaoro possono giocare assieme, ma per capire se ci potrà servire per il futuro devo vederlo di più, è giusto che abbia la possibilità di mettersi in mostra. Di certo ha buone credenziali, avendo già maturato una certa esperienza a livello internazionale sia col CSKA Sofia che con la Bulgaria. Nelle partite che rimangono dobbiamo fare più punti possibili ma anche vedere all’opera i ragazzi che fin qui hanno avuto meno minutaggio, così da poterli valutare meglio».

Svanberg, presente e futuro – «Svanberg è al terzo anno in Italia e ha cominciato a fornire le prestazioni che tutti ci aspettavamo. Certo, deve ancora trovare continuità di rendimento, perché a volte fa bene e altre meno bene, ma ha fisico, gamba, piede e sa fare gol: è un giocatore importante, per noi già adesso ma in futuro lo sarà anche a livello europeo. È un bravo ragazzo e un grande professionista, si impegna al massimo e da sempre tutto, ha la testa giusta, quindi non vedo perché non dovrebbe riuscire a fare una grande carriera».

Trattenere i talenti – «Ogni allenatore vorrebbe tenere i giocatori migliori, quelli più talentuosi: pensate che l’allenatore del Barcellona sarebbe felice se andasse via Messi? Però non dipende solo da noi, perché un conto è il pensiero del tecnico e un altro quello del presidente, che deve fare determinati conti. Si spera sempre che non vengano venduti, ma se succede bisogna accettarlo e farsene una ragione».

Soumaoro, forza e intelligenza – «Soumaoro sta facendo buone cose, non solo in fase difensiva ma anche quando imposta. È un ragazzo intelligente perché conosce i propri limiti e non va mai oltre, non esagera, gioca semplice e pulito. Infatti se guardate le statistiche sui passaggi riusciti, lui è uno di quelli che ne sbaglia meno: forse incide il fatto che si prende pochi rischi, perché coi piedi non è Mihajlovic, ma a me va benissimo. In una squadra ci sono gli uomini di fantasia, quelli che portano l’acqua e quelli che recuperano palla e la consegnano subito al compagno più vicino, lui esegue bene questo compito e non mi aspetto nulla di più: deve continuare così».