Mihajlovic: “Per l’Europa ci manca qualcosa, due-tre investimenti credo andranno fatti. Skov Olsen, Svanberg e Orsolini devono svegliarsi”
Di seguito, suddivise per argomenti principali, le dichiarazioni rilasciate questo pomeriggio in conferenza stampa a Casteldebole dal tecnico rossoblù Sinisa Mihajlovic, alla vigilia di Bologna-Napoli.
Il calcio per Sinisa e Rino – «Per noi due, come per tutti i professionisti, è un lavoro, ma chi lavora senza passione non lavora bene. Io e Gattuso abbiamo giocato con passione e adesso alleniamo con passione, è anche un modo per distrarsi nei momenti difficili e mettere da parte le cose brutte, concentrandosi su quelle belle, come appunto insegnare il calcio e la vita ai ragazzi. Perché alla fine il calcio è come la vita: 10% ciò che ti accade, 90% come reagisci».
La mano di Gattuso – «Non sono rimasto impressionato perché il Napoli è un ottima squadra e Rino un allenatore di polso. Evidentemente servivano un po’ di regole e disciplina per tornare sulla strada giusta, considerando che la rosa del Napoli è molto lunga e davvero di alto livello».
Una lezione per il futuro – «Non voglio tornare sulla partita di Parma, diciamo solo che è stata una piccola sosta sul percorso che abbiamo intrapreso. Anche nel calcio succedono cose poco piacevoli, come ad esempio subire due reti in due minuti, cosa che non mi era mai capitata in carriera, ma sono proprio quelle che ti fortificano e ti fanno riflettere. Ai ragazzi ho detto che bisogna uscirne trovando comunque un lato positivo, e continuando a lavorare nell’ottica di un cambiamento mentale. Nel caso specifico, un gol lo puoi anche prendere, poi però devi fare di tutto per evitare il secondo, anche bucare il pallone se necessario (sorride, ndr). Ciò che abbiamo fatto finora ci basta per stare a metà classifica, ma in futuro nessuno di noi vuole rimanere lì, e sono convinto che riusciremo a raggiungere tutti gli obiettivi che ci siamo prefissati».
Fiducia in Skorupski – «Lukasz non deve dare sicurezza a me ma ai suoi compagni. A me piace, sicuramente deve migliorare nel gioco con i piedi perché in certi momenti ha troppa ansia, ma è un portiere con personalità e che sa parare bene».
Talloni d’Achille – «Siamo consapevoli di dover migliorare certe cose, in primis prendere meno gol e farne di più. Perché è vero che incassiamo gol da ventisette gare di fila, e non fa piacere a nessuno, ma per quanto creato potevamo segnarne tanti altri. La mentalità è quella giusta, vedremo se riusciremo a migliorare con i giocatori già presenti in rosa o se dovremo affidarci anche a qualche rinforzo di mercato per avere più garanzie».
Quanto dista davvero l’Europa – «Se siamo decimi e non quinti significa che manca qualcosa. Ma adesso non sono qui per fissare gli obiettivi della società, quello è compito dei dirigenti e poi io mi comporto di conseguenza. Sono un allenatore ambizioso e mi piacerebbe andare in Europa, l’ho sempre detto, e oltre al cambiamento che dobbiamo fare sul piano mentale credo che ci manchi qualcosa in termini di qualità. Quindi sì, due o tre investimenti andranno fatti. Però è ancora presto per parlarne, in queste ultime sei partite voglio dare a tutti la possibilità di dimostrare il proprio valore, poi tireremo le somme. Al di là della bravura, voglio vedere chi riesce a somigliare a me e a darmi garanzie sul piano mentale».
Fermare la catena Mario Rui-Insigne – «Potremmo mandare qualcuno nell’albergo del Napoli a menare Insigne, così non gioca (ride, ndr). Battute a parte, si va uno contro uno e poi si vede. Noi metteremo lì Mbaye, lui è cattivo, quando lo guardo mi spavento e spero si spaventerà anche Insigne (sorride, ndr)».
Skov Olsen, Svanberg e Orsolini: sveglia! – «Domani Skov Olsen partirà titolare, se poi continuerà a giocare o meno dipenderà da lui, perché è da un po’ di tempo che gli sto dando delle possibilità ma indietro non mi torna nulla. È come con i figli, se gli do qualcosa voglio anche ricevere qualcosa: la pazienza sta per finire. Vediamo cosa farà nelle prossime sei gare e alla fine faremo delle valutazioni, sicuramente non sono contento di quanto ha fatto finora: mi aspettavo molto di più, si deve dare una svegliata. Per Svanberg vale lo stesso identico discorso. E pure Orsolini si deve svegliare, parecchio, infatti domani non giocherà».
La prova del 9 – «A parte Santander non abbiamo una vera prima punta, quindi cerchiamo altre soluzioni: Barrow e Palacio sono interscambiabili, possono giocare da esterno o da centravanti, e ogni tanto mettiamo là davanti anche Sansone. Abbiamo preso Barrow perché confidiamo che possa fare la prima punta, ma visto tutto quello che è successo non c’è stato il tempo per lavorare con lui singolarmente, cosa che però faremo in futuro: al momento rende di più partendo largo e trovandosi la porta di fronte. Forse con un centravanti vero e proprio avremmo segnato di più, viste le tante occasioni create, chissà. Adesso abbiamo recuperato Santander e da qui a fine campionato faremo alcune valutazioni, sono tutti sotto esame».