Mihajlovic: “Puntiamo a sinistra facendo crescere i giovani, domani c’è un cammino da riprendere”. Orsolini: “Ho scelto di restare e mi sono messo a disposizione”
Di seguito, suddivise per argomenti principali, le dichiarazioni rilasciate questa mattina in conferenza stampa a Casteldebole dal tecnico rossoblù Sinisa Mihajlovic e dall’attaccante Riccardo Orsolini alla vigilia di Bologna-Empoli, partita valida per la 24^ giornata di Serie A 2021-2022 in programma domani alle 15.
Mihajlovic: analisi generale tra campo e mercato – «Prima di entrare qui, ‘Orso’ mi ha detto di stare attento a quello che dico (sorride, ndr). Noi non possiamo forzare i cambi di stagione, non possiamo pensare che una mela verde abbia lo stesso sapore di una mela matura, occorre aspettare il tempo di maturazione di ogni cosa. E lo stesso vale nel calcio. Riguardo al mercato, la società ha fatto ciò che ha potuto, e ora faccio io una domanda a voi: vi ricordate i vari Schouten, Svanberg, Hickey e Theate com’erano quando sono arrivati e come sono adesso? Sono gli stessi giocatori? No, non sono neanche lontani parenti. Io so bene quanto tempo ci vuole per adattarsi, quando arrivai alla Roma dalla Stella Rossa mi servì più di un anno per abituarmi alla Serie A. Tutti i giocatori che arrivano in Italia, specialmente se da campionato minori, hanno un loro tempo di maturazione. In squadra abbiamo ben diciannove nazionalità diverse, un mappamondo: l’altro ieri ho fatto un glossario italo-inglese per fornire le nozioni di base ai nuovi arrivati, devo assicurarmi che quello che dico venga recepito. Abbiamo acquistato due giocatori stranieri, Aebischer e Kasius, e perso Dominguez causa operazione alla spalla, e poi è partito Skov Olsen che non gradiva più rimanere qua. Adesso molto dipenderà da quanto tempo ci metteranno questi ragazzi ad ambientarsi, ma nonostante ciò l’obiettivo rimane comunque la parte sinistra della classifica: sarà difficile raggiungerlo e se ce la faremo saremo stati bravissimi, ma lo saremo ugualmente anche in caso contrario, perché comunque avremo fatto crescere due giovani. Ad ogni modo, tutti quanti noi vogliamo stare nelle prime dieci, ci sono ancora sedici partite a disposizione e il nostro viaggio deve ripartire da domani. Tra l’altro questo campionato sembra avere un destino particolare, perché la partita con l’Empoli all’andata è stata quella della svolta, e domani li ritroveremo dopo aver perso tre gare di fila: dovremo ritrovare la condizione e l’entusiasmo, giocando per riscattare la sconfitta di settembre e riprendere il nostro cammino. Nessuno di noi mollerà: siamo convinti di poter agguantare il nostro obiettivo, seppur difficile, come sempre senza cercare alibi».
Mihajlovic: Dijks e le regole del gruppo – «La cultura di un gruppo viene plasmata anche attraversi l’esempio dei giocatori più esperti e di quelli che sono in squadra da più stagioni. Prendo ad esempio la recente foto di Bonucci con Vlahovic: sicuramente lui e Chiellini gli spiegheranno le regole della Juventus, le cose da fare e da non fare. Perché in ogni squadra, appunto, ci sono delle regole. Mitchell è qui da quattro anni e prima di Verona non ha tenuto un atteggiamento in linea con quello che mi aspettavo: adesso deve riconquistare la mia fiducia e quella dei compagni, quanto e come giocherà da qui a fine campionato dipenderà da lui».
Mihajlovic: nuovi acquisti – «Aebischer è un nazionale svizzero e ha giocato diverse partite in Champions ed Europa League, è un calciatore di spessore e qualità ma avrà bisogno di un po’ di tempo per adattarsi. L’ho visto poco all’opera, però mi fido della società. Anche Kasius è un giocatore importante, un giovane di prospettiva, e ha grande gamba. Entrambi sono ragazzi di talento che ci possono aiutare, ma dobbiamo vedere quanto tempo passerà per arrivare al momento in cui saranno pronti per darci una mano. Purtroppo la necessità mi imporrà di buttarli dentro un po’ prima del tempo, e a quel punto tanto passerà dalla loro intelligenza».
Mihajlovic: Schouten in ripresa – «Jerdy sta finalmente bene ma andrà gestito con intelligenza, lui conosce il suo fisico e quindi sa quando deve rallentare. Speriamo di recuperarlo presto al 100%, adesso non lo è ma nelle ultime due settimane si è allenato bene e gradualmente troverà la miglior condizione».
Orsolini: cambio di ruolo – «Le cose per me sono cambiate quando è stato modificato il modulo. Devo dire che nella nuova posizione mi sto trovando abbastanza bene, e questo grazie anche all’aiuto di Arnautovic, che ha qualità ed esperienza e mi ha aiutato a ritrovare la via del gol. Ora è tornato Musa e la concorrenza aumenta, ma so che molto dipenderà da me, perché se dovessi continuare a segnare metterei il mister in difficoltà (sorride, ndr)».
Orsolini: spalla ok – «La botta presa a Cagliari mi ha causato un fastidio notevole. Per giocare a Verona ho fatto una doppia puntura prima del match e un’altra nell’intervallo, e nei giorni seguenti ho sentito molto male: la sosta è servita per farlo svanire e recuperare energie, ora sto molto meglio».
Mihajlovic: Arnautovic con Orsolini e Barrow – «In futuro non escludo un bel 3-4-3. E in quel caso saranno i nostri avversari a doversi preoccupare. È una soluzione a cui sto pensando, ma prima di attuarla devo avere qualche certezza in più».
Mihajlovic: periodo particolare – «Si può e si deve sempre fare meglio, ma c’è anche da dire che le nostre ultime partite sono state influenzate da svariati fattori. Nell’ultimo periodo abbiamo finalmente potuto allenarci e lo abbiamo fatto bene, è tornata la fiducia e siamo pronti per ripartire».
Orsolini: feeling con Mihajlovic – «Prima di iniziare la conferenza ci siamo raccomandati a vicenda di non dire cazzate, allora ho detto al mister che doveva stare attento soprattutto lui (ride, ndr). Calcisticamente, grazie a lui sono cresciuto tanto, e poi il bello di Sinisa è che gli si può dire tutto, è sempre aperto al confronto e preferisce che le cose gli vengano dette in faccia: in tal senso ho imparato a relazionarmi nel modo giusto».
Mihajlovic: Arnautovic fondamentale – «Marko sta bene e durante la sosta si è allenato nel modo giusto. Ora mi aspetto che si comporti sempre più da leader, che dia l’esempio ai compagni e li sproni a fare meglio».
Orsolini: no al Siviglia – «Ne abbiamo parlato, per me era un periodo particolare ma alla fine ho preferito non prendere quella strada: credo di avere ancora tanto da imparare dal campionato italiano e ho deciso di rimanere a Bologna. Inoltre, al netto delle altre uscite, non volevo che l’organico rossoblù si indebolisse troppo. Mi sono messo a disposizione della squadra, sono arrivati anche i gol e ora considero il mercato un capitolo chiuso».
Orsolini: più rossoblù che azzurro – «La Nazionale è sempre la Nazionale ma al momento non è tra le mie priorità, non è una cosa che mi pesa come poteva magari pesarmi qualche mese fa. Sono concentrato sul Bologna e voglio fare bene qui, se poi dovesse arrivare una nuova convocazione ne sarei ben felice».
Mihajlovic: Morandi e Cremonini protagonisti a Sanremo – «Li ho sentiti entrambi, sono stati fantastici. Gianni è tra i miei preferiti per la vittoria del Festival e spero possa farcela».
Mihajlovic: cessione di Skov Olsen – «Skov Olsen è una sconfitta non solo di Bigon ma anche mia, perché non sono riuscito a far emergere il suo carattere. Andreas può sicuramente diventare forte, ma deve migliorare qualcosa sul piano caratteriale: io, purtroppo, non sono stato in grado di trovare la ‘medicina’ giusta per lui».
Mihajlovic: Rojas da scoprire – «Rojas è stato preso soprattutto per aiutare la Primavera, comunque lo valuterò man mano: finora l’ho visto poco e quindi ho pochi elementi per giudicarlo».
Mihajlovic: giovani poco valorizzati in Italia – «Io i giovani li ho sempre fatti giocare, ci vuole coraggio. Riguardo ai settori giovanili italiani, ricordo ad esempio gli allenamenti dei miei figli: gli allenatori si concentrano fin da subito sulla tattica, poi i ragazzi arrivano in Prima Squadra e quasi non sanno stoppare la palla. Inoltre, specie qui in Italia, molti tecnici allenano pensando a salire di livello, più che alla crescita dei loro ragazzi. Poi c’è il fattore genitori. Il calcio, e più in generale lo sport, è importante, perché ti insegna il significato della vittoria e della sconfitta e in alcuni casi ti toglie dalla strada. Ma questo a prescindere dal fatto che in futuro uno possa guadagnarsi da vivere grazie al calcio. Spesso, invece, capita che i genitori inducano i figli ad abbandonare la scuola pensando che possano diventare dei campioni. Ma lo sport non è questo: è la passione che ti trascina a fare tutto, a prescindere dell’obiettivo. Considerando tutto ciò, tornando al calcio giovanile di oggi, penso che ci sia meno passione e troppa voglia di raggiungere un obiettivo enorme fin da subito».