Mihajlovic: “Voglio battere la Juventus e ci credo, non andremo a Torino in gita. Arnautovic? Viene dalle mie parti, quindi è forte”
Di seguito, suddivise per argomenti principali, le dichiarazioni rilasciate oggi pomeriggio in conferenza stampa a Casteldebole dal tecnico rossoblù Sinisa Mihajlovic, alla vigilia di Juventus-Bologna.
Ogni dettaglio conta – «La scorsa settimana avevo chiesto umiltà, coraggio e determinazione, lo stesso atteggiamento della salvezza del 2019. Contro il Verona i ragazzi hanno messo in campo tutto questo, e visto che è scientificamente provato come una vittoria resti nel cervello sette volte più di una sconfitta, sono sicuro che anche domani rivedremo lo stesso spirito di gruppo. Dovremo però aggiungere un’altra cosa fondamentale: l’attenzione ai dettagli, piccole cose che però fanno una grande differenza. Ovviamente senza mai perdere la nostra mentalità e la nostra identità».
Barrow, Palacio o entrambi? – «Se dovesse giocare, Barrow può farlo sia in fascia che al centro, lui sa svariare un po’ dappertutto. C’è la possibilità che giochi solo lui, ma anche insieme a Palacio, non sarebbe la prima volta. A livello individuale stiamo lavorando su di lui ma non solo, perché se ogni singolo cresce ne trae giovamento tutta la squadra».
Sansone, Tomiyasu e scelte di formazione – «Sansone sta finalmente bene e si sta allenando bene, per noi è una risorsa. Deve ritrovare continuità per tornare quello di prima, ma è un grande professionista e posso già metterlo in campo nell’ultima mezzora. Abbiamo quattro diffidati, faremo alcune valutazioni anche in base a questo. Uno di essi è Tomiyasu, che sabato scorso ha fatto benissimo da centrale, ma può ricoprire tutti e quattro i ruoli della difesa».
Rosa ormai al completo – «Dopo tanto tempo, questa è la prima partita che faremo senza ragazzi della Primavera fra i convocati. In primis devo dire che a loro è servito molto allenarsi con noi, per alzare l’asticella dell’agonismo e avere la giusta mentalità. Ieri infatti hanno giocato un’ottima gara e vinto 2-0 grazie ai gol di Vergani e Rabbi, che nell’ultimo periodo hanno fatto parte del nostro gruppo. All’inizio, senza tanti elementi della Prima Squadra, non è stato facile, poi però i giovani si sono abituati all’intensità degli allenamenti e mi sono complimentato con loro. Adesso arriviamo da un’ottima settimana di lavoro, finalmente c’è molta competizione in ogni ruolo e tutto ciò è un bene. Vorrei anche ringraziare pubblicamente Mbaye e Medel, che non sono ancora disponibili ma hanno chiesto di venire comunque a Torino per stare insieme agli altri, perché il gruppo è la cosa più importante».
La più amata/odiata d’Italia – «I dirigenti che c’erano prima, Moggi, Giraudo e Bettega, hanno fatto qualche impiccio, ma sapevano di calcio e credo che non ne avessero bisogno. Alla nuova società si può dire poco, vincono lo scudetto da nove anni: sono un modello gestionale da seguire, allenare o giocare nella Juve è il massimo per tutti. I bianconeri non si discutono, per questo quando li batti è ancora più bello, una grande soddisfazione. Purtroppo da allenatore ci sono riuscito solo col Catania, mentre col Torino ci sono andato solo vicino. Sempre col Toro e col Milan, invece, sono stato esonerato dopo una sconfitta contro la Juventus. Mah… Se ogni allenatore dovesse essere esonerato dopo una sconfitta con la Juve, in Italia non si salverebbe nessuno. Domani speriamo di non perdere e, se accadrà, che non mi esonerino (sorride, ndr)».
Allo Stadium senza paura – «La Juventus sta facendo fatica ma questo è un campionato strano, lo ripeto ormai da settimane, capita anche a loro di sbagliare qualche partita ma restano comunque la squadra da battere. Noi andremo là per giocarcela e fare la nostra partita, non cambiamo mentalità contro nessuno. Di natura sono fiducioso e quindi convinto di poterla vincere, come ogni altra partita, e cerco di trasmette le mie sensazioni ai ragazzi: devo essere io il primo a crederci. Torino è una bella città, ci ho vissuto due anni, ma non andremo lì in gita».
Difensori vs attaccanti – «Però così torniamo troppo indietro (il giornalista aveva chiesto di tornare a parlare dell’attacco, ndr). Sai cosa diceva Che Guevara? «Non tornare mai indietro nemmeno per prendere la rincorsa». Non ve l’aspettavate da me una citazione di Che Guevara, eh? Invece (ride, ndr)… Da calciatore non è che picchiavo, più che altro minacciavo. Se un difensore va a minacciare, l’altro picchia e viceversa: mai fare le due cose insieme, sennò è troppo palese (ride, ndr). Il problema è riuscire a prenderli, certi attaccanti… Bonucci e Chiellini sono grossi? Brrr, sono qui che tremo di paura! Se ad esempio Barrow si dimostrerà rapido e veloce, magari Bonucci non riuscirà ad agguantarlo, quando hai paura corri molto più velocemente (ride, ndr). L’arbitraggio? Non lo temo, anzi, spero che vengano fischiati pochi falli da entrambe le parti e si possa giocare a pallone».
Cecchini contro – «Le punizioni le battevo meglio io, se è onesto lo dirà anche lui. Possiamo vantare gli stessi gol ma lui ha giocato quasi 200 partite di Serie A in più, se contiamo anche le reti che ho segnato in Serbia a Pirlo servono altre 200 partite per battermi (sorride, ndr)».
Il vero maestro – «Domani mi toccherà cambiare qualcosa, perché dopo la lezione tenuta a giugno agli allievi di Coverciano Pirlo conosce tutti i miei segreti (sorride, ndr). Io sono sincero, racconto tutto ciò che faccio e proprio Andrea mi scrisse un messaggio ringraziandomi e dicendo che la mia era stata una bellissima lezione. Ora sa quasi tutto di me, quindi dovrò variare un po’».
Sì ad Arnautovic – «Non amo parlare di mercato e soprattutto di giocatori che non alleno, lo sapete. Però vi dico che Arnautovic mi piace, viene dalle mie parti e quindi è forte (sorride, ndr)… Per tutto il resto c’è qui in sala il direttore Bigon, potete chiedere a lui».