Di seguito, suddivise per argomenti principali, le dichiarazioni rilasciate questo pomeriggio in conferenza stampa a Casteldebole dall’allenatore rossoblù Thiago Motta a due giorni da Bologna-Udinese, gara valida per la 34^ giornata di Serie A TIM in programma domenica alle 20:45.
Elogi da Capello e Sacchi – «Ricevere complimenti fa sempre piacere e quindi ringrazio le persone che hanno speso belle parole, da estendere a tutto il Bologna. Ora però bisogna pensare alla prossima partita contro l’Udinese, davanti al nostro bellissimo pubblico che vorrà vivere un pomeriggio fantastico: daremo il massimo per regalare ai tifosi una grande gioia, loro ci chiedono di continuare così e noi abbiamo voglia di offrirgli il miglior calcio possibile».
Super prestazione a Roma – «Riguardo sempre le partite fatte, anche perché è importante per preparare le gare successive, coi ragazzi esaminiamo le cose su cui continuare e quelle da non ripetere. A Roma abbiamo fatto una bella prestazione, ma sicuramente possiamo migliorare soprattutto nella metà campo avversaria, a livello tecnico e di scelta dei momenti».
Brutta botta all’andata – «L’Udinese ha fatto un’ottima prestazione, partendo da un primo tempo equilibrato, poi nel secondo è diventato tutto più difficile. Sappiamo che in contropiede sono pericolosi, l’hanno dimostrato anche ieri in avvio contro la Roma, quindi dovremo portare la gara dove conviene a noi limitando le ripartenze: quel pomeriggio non ci siamo riusciti, loro hanno fatto meglio e meritato la vittoria. Come sempre siamo consapevoli di ciò che andremo ad affrontare, è fondamentale per essere pronti a dare il massimo».
Processo di maturazione – «L’ambizione non è mai mancata, così come l’impegno: giochiamo con grande senso di responsabilità, poi ci sono anche gli avversari. A Frosinone abbiamo offerto una buona prova, facendo quello che dovevamo fare per portare il match dalla nostra parte: nella ripresa abbiamo fallito tre chiare occasioni, ma questo è il calcio. Stessa cosa contro il Monza, lì la prestazione è stata ottima ma ci è mancato il gol. Con la Roma, invece, è stata una partita diversa, avevamo davanti una squadra che propone gioco e che infatti ha avuto le sue chance. Non penso che la gara di domenica sarà altrettanto aperta, perciò con la testa dovremo essere in grado di affrontare una squadra come l’Udinese, che ha pregi e difetti».
Gol di Zirkzee dopo 35 passaggi – «È una cosa che chiedo e voglio, ma è importante anche andare veloci in avanti approfittando degli spazi che si creano. Purtroppo non è sempre possibile perché ci sono squadre che si chiudono, dunque bisogna capire quando fare una cosa e quando l’altra. Penso appunto che domenica sarà una gara diversa rispetto a quella di lunedì, contro una squadra chiusa che cerca di difendersi come un blocco unico per poi ripartire: dovremo capire i vari momenti e giocare pensando collettivamente allo stesso modo».
Grande forza mentale – «Si tratta di una dote importante dei ragazzi, non è semplice subire un gol e fronteggiare la reazione avversaria in uno stadio caldo come l’Olimpico. C’è stato un periodo della partita in cui abbiamo difeso bene ma regalato qualche pallone di troppo agli avversari, poi abbiamo ricominciare ad utilizzare meglio il possesso e il match è tornato sul binario giusto».
Rosa corta o più soluzioni? – «Di base preferisco la qualità alla quantità, ossia preferisco avere a disposizione una rosa corta con calciatori di ottima qualità che possono ricoprire ruoli diversi. El Azzouzi, per esempio, può giocare bene sia davanti alla difesa che da mezzala. Questa è la mia idea, poi ognuno ha la sua, nel mio caso preferisco lavorare con un gruppo strutturato così. Al momento abbiamo un gruppo ampio con alcuni ragazzi che stanno giocando poco, e questo mi dispiace».
Un gruppo di cui andare fieri – «Come allenatore sono orgoglioso del fatto che i miei giocatori hanno sempre creduto tantissimo in quello che volevamo proporre, fin dal primo giorno. Non era scontato, ma questi ragazzi hanno grande consapevolezza e convinzione, e poi certo i risultati aiutano. Anche nei momenti difficili, però, abbiamo tirato fuori prestazioni importanti: per esempio contro il Cagliari in casa, quando siamo andati in svantaggio e abbiamo avuto la pazienza di ribaltare la gara tramite le nostre idee. Per citare un singolo, sono orgoglioso di Ndoye, che a Roma ha fatto una partita strepitosa, con un rientro su Angeliño che mi ha fatto esultare come fosse un gol».
Europa quasi matematica – «Domenica il nostro unico obiettivo sarà quello di offrire ai nostri tifosi il miglior calcio possibile: purtroppo il risultato non è sotto il nostro controllo, al pari di altre cose. Dobbiamo rimanere concentrati sul nostro lavoro, il resto può essere uno stimolo in più ma la nostra responsabilità non cambia».
Champions a 8 punti – «Ripeto la stessa cosa: il pensiero è solo sull’Udinese, queste sono tutte ipotesi e situazioni che adesso contano pochissimo. L’importante è come affronteremo la prossima partita, senza alcuna ossessione ma con una grande e bellissima responsabilità».
Come una famiglia – «Il gruppo è fondamentale, trattandosi di un gioco di squadra, e in tal senso questi ragazzi stanno quasi più insieme tra di loro che in famiglia (sorride, ndr). Lavorare in un ambiente sano è importante, qui c’è rispetto tra i giocatori, sanno di essere decisivi pure quando partono dalla panchina. Chi entra anche solo per cinque minuti è consapevole di dover dare il massimo per il collettivo, di dover tirare fuori quel qualcosa in più per i compagni ogni giorno, e rispettare il compagno vuol dire aiutarlo in diversi modi: con una parola di sostegno, ma anche alzando il livello degli allenamenti per aumentare la competitività. Dunque l’ambiente aiuta, è innegabile, ma non è l’unica cosa che genera un rendimento di tale livello».
Il Bologna segna alla fine, l’Udinese subisce – «È una statistica in più da tenere in considerazione, ma non è un’aspetto tale da condizionare un’intera stagione: non penso che si possa riassume il momento delle due squadre solo attraverso questo dato».
Piede forte o invertito – «Sulle ali, in base alle caratteristiche dei calciatori, possono nascere soluzioni interessanti. A mio avviso, se un esterno d’attacco vuole diventare ancora più incisivo e determinante, dev’essere in grado di giocare tanto a destra quanto a sinistra. Al Barcellona ho avuto il privilegio di condividere lo spogliatoio con Lionel Messi, ed è giusto definirlo non solo il miglior attaccante del mondo ma il miglior giocatore del mondo, perché sa fare tutto: se in carriera fosse stato schierato difensore, sarebbe diventato il miglior difensore del mondo (sorride, ndr). E restando sui big posso citare pure Michael Jordan, che si prendeva sempre i tiri decisivi ma in una stagione ha vinto il premio come miglior difensore: questo per dire che se anche i più grandi si sforzano di fare tutto, è doveroso per gli altri compiere qualche ‘piccolo’ sacrificio».
Soumaoro, un anno dopo – «L’ho visto benissimo, col sorriso sul volto: in carriera ne ha passate tante ma ha sempre avuto la forza mentale per tornare. Adama è un ragazzo introverso ma estremamente positivo, ha grande voglia e attitudine, non a caso era lui a chiedere ai medici e ai fisioterapisti di forzare un po’ di più: qui è sempre il primo ad arrivare e l’ultimo ad andare via. Non ho alcun dubbio che tornerà a giocare ad alti livelli, finché avrà questa voglia continuerà e sarà lui a decidere quando smettere».
Futuro in bilico – «Nessuno dei ragazzi mi ha mai chiesto nulla a riguardo, adesso tutti pensano solo alla sfida di domenica contro l’Udinese come faccio io. La prossima sfida è la cosa più importante, dobbiamo essere determinati a fare la miglior partita della stagione».