Motta: “Gasperini e la sua Atalanta di alto livello, sappiamo che partita servirà. A Barrow e Orsolini chiedo continuità, Schouten dà qualcosa in più a tutti”
Di seguito, suddivise per argomenti principali, le dichiarazioni rilasciate questo pomeriggio in conferenza stampa a Casteldebole dall’allenatore rossoblù Thiago Motta a due giorni da Atalanta-Bologna, gara valida per la 29^ giornata di Serie A 2022-2023 in programma sabato alle 16:30.
Sfida all’Atalanta e al maestro Gasp – «Se quella di sabato è la partita più importante della stagione fin qui? Certo, ma solo perché è la prossima. Gasperini lo conosco bene e di lezioni me ne ha date tante, se non è il migliore è sicuramente fra i primi i tre allenatori del nostro campionato. La sua Atalanta è una squadra di altissimo livello e non solo da oggi, esprime un bel calcio e ottiene risultati: non è facile arrivare a questo connubio, ma Gasperini ci è riuscito. Come si dovrebbe preparare per affrontare me? No, non mi permetterò mai di dare un consiglio a lui, un tecnico con esperienza che ha già dimostrato tutto».
Modella Dea – «L’Atalanta è un modello per tante squadre, non solo per noi, da diverso tempo funge da ispirazione per diversi club che hanno l’ambizione di crescere. È una società che ha già affrontato l’Europa, i grandi palcoscenici, dunque sa gestire la pressione ad ogni livello».
Il risveglio di Barrow – «Il suo cambio contro l’Udinese non era dovuto ad una questione fisica, Musa sa gestire bene il Ramadan e ha uno staff che lo segue. Deve dare continuità al suo percorso perché ha momenti in cui fa cose fantastiche e altri in cui cala: sa aiutare in fase difensiva e in zona offensiva è in grado di aprire spazi per i propri compagni, gli serve solo costanza, sia in partita che in allenamento».
Numeri 9 e insidie – «Il centravanti è un ruolo come tutti gli altri, con la medesima importanza. Qui in rosa abbiamo giocatori capaci di soddisfare i requisiti che chiedo per giocare lì, ora ad esempio lo stanno facendo bene Barrow e Sansone. E c’è la massima disponibilità da parte di tutti. Hojlund? È un attaccante forte, di altissimo profilo, al pari di Zapata. Noi dovremo essere pronti a fare una gara di qualità e intensità, attaccando al meglio la profondità: siamo consapevoli di quale livello andremo ad affrontare sabato e dovremo farci trovare pronti».
Orso, non accontentarti – «L’equilibrio tattico è importante, Ancelotti al PSG ce lo diceva spesso e sono d’accordo: ogni singolo giocatore deve garantirlo alla squadra. Riccardo ha avuto un problema muscolare e pertanto continua a curarsi in modo preventivo prima e dopo gli allenamenti. Per noi è importante in fase offensiva perché sa arrivare facilmente al gol, ma proprio come Musa deve dare continuità al suo lavoro, non essere soddisfatto di quello che ha fatto nell’ultima partita o nell’ultimo mese. Ha grande fisicità e tecnica, deve solo migliorare la concentrazione negli allenamenti e dal primo all’ultimo minuto anche in partita: in tal senso sta crescendo ma può fare ancora di più».
Dominguez un esempio – «Nico l’ho visto bene, anche quando non è al 100% può fare non novanta ma novantacinque minuti. È stato fermo per un po’ e avverte ancora un leggero dolore al ginocchio, però si allena sempre al top e ha una mentalità fantastica: il suo massimo è di gran livello».
Difesa granitica – «Certo, è un fattore, ne abbiamo parlato anche oggi tra di noi. La fase difensiva è una grandissima responsabilità che comprende anche il centrocampo e l’attacco, bisogna difendere tutti insieme. In ogni match dobbiamo occupare bene il campo e togliere spazi agli avversari, così facendo non subiamo gol e riusciamo a poi a costruire occasioni per segnare. Nella fase di non possesso alcuni singoli stanno facendo bene e altri potrebbero fare molto meglio, inoltre nella partita contro l’Udinese abbiamo sbagliato alcuni palloni che non si possono sbagliare».
Capitan Lucumí – «In quel momento ho compreso meglio la personalità di alcuni calciatori: Jhon nel gruppo è sempre positivo, aiuta tutti, e a livello difensivo può prendersi anche più spazio. Oggi lo vedo in grado di reggere la responsabilità della fascia, ma non escludo nemmeno che il capitano possa variare nelle prossime uscite».
Posch sugli scudi – «Stefan deve migliorare un po’ nella gestione della palla, ma ha una tranquillità incredibile e sa trasmetterla ai propri compagni, questa è una cosa fantastica. In settimana lavora tantissimo e ciò che si vede in partita è il frutto del suo impegno negli allenamenti. Senza dubbio è stato facilitato dai compagni, così come Lewis (Ferguson, ndr), ma è un grandissimo professionista».
Schouten in cattedra – «Di Jerdy se ne parla sempre troppo poco rispetto a quello che sta dando alla squadra. Parte tutto da lui: garantisce sempre la massima disponibilità, fa tutto nel modo giusto e col sorriso, forse da fuori non si percepisce ma dà quel qualcosa in più a tutto l’ambiente. Fra le altre ha una caratteristica preziosa, ovvero la visione del gioco, ed è bravissimo a passare il pallone. Inoltre sa accelerare e rallentare il gioco in base al momento della gara. Nelle ultime partite ha fatto un lavoro che non era abituato a fare ma l’ha svolto molto bene: si allena alla grande e poi offre delle grandi prestazioni».