Motta: “Pressioni non ce ne sono, siamo freschi di gambe e liberi di testa. Parlare con Spalletti e osservare Ancelotti mi aiuta a crescere”
Di seguito, suddivise per argomenti principali, le dichiarazioni rilasciate questo pomeriggio in conferenza stampa a Casteldebole dall’allenatore rossoblù Thiago Motta a due giorni da Napoli-Bologna, gara valida per la 36^ giornata di Serie A TIM in programma sabato alle 18.
Possibile match point Champions – «Sì, perché no (sorride, ndr)? Abbiamo già scritto la storia in questo club, ora proviamo a raggiungere la Champions League. Arriviamo bene a questa partita, freschi di gambe e liberi di testa. I ragazzi sono giovani, hanno già fatto una stagione fantastica a prescindere da come finirà: se c’è una pressione è per le altre squadre, non per noi, e sabato a Napoli cercheremo di fare un’altra grande prestazione».
Ndoye ancora a secco – «Più aspettiamo il suo gol e lo sottolineiamo, più è difficile che arrivi. Dan svolge un ottimo lavoro in entrambe le fasi, spesso è stato decisivo pur senza segnare e contro l’Inter in Coppa Italia ha fatto una grande azione e ha deciso la partita: deve continuare così e avere fiducia in se stesso, come noi ci fidiamo di lui. Spero che da qui alla fine possa segnare perché ovviamente per un attaccante è importante».
Soumaoro in crescita – «Adama sta partecipando gradualmente insieme ai compagni: lo vedo bene, sempre col sorriso, una cosa molto importante. È un professionista serio, sa quello che fa e ci auguriamo che pian piano possa tornare al suo livello».
Spalletti a Casteldebole – «Ieri è stata una bellissima giornata, abbiamo parlato tanto di calcio: Luciano è un allenatore con una grande carriera e può insegnare molto, è importante ascoltare un professionista del suo calibro per crescere e capire come arrivare ad alti livelli. Anche lui è stato contento di assistere al nostro allenamento, in particolare perché qui ci sono dei ragazzi che hanno la possibilità di andare agli Europei con la Nazionale».
Unione straordinaria – «Qui abbiamo un grande gruppo di lavoro, e non mi riferisco solo ai giocatori ma anche allo staff. Si è creato un ambiente fantastico che ci aiuta tantissimo e ringrazio tutti, dal presidente Saputo in giù: se siamo così in alto è merito di ogni componente del Bologna».
Possesso palla: Napoli 1°, Bologna 2° – «Loro creano occasioni da gol grazie alla qualità che hanno, sia individuale che collettiva: se li lasci giocare e non sei concentrato e connesso per capire se pressare o no, diventano pericolosi. Pertanto dovremo essere sempre ‘squadra’ e comprendere bene i vari momenti, quando accelerare e quando invece compattarci. Normalmente una formazione che tiene tanto il possesso può avere difficoltà quando non ce l’ha, la perfezione non esiste e pure noi dovremo essere bravi a gestire il pallone».
Solo 5 sconfitte – «Questo è un dato che valorizza molto il nostro lavoro, soprattutto quello degli attaccanti. Perché noi giochiamo per vincere, ma se non riusciamo a segnare c’è il rischio di non fare bene la fase difensiva, invece qui non succede mai. Anche a Torino siamo stati bravi a compattarci per non farli andare in vantaggio, e la stessa cosa è accaduta in altre partite dove abbiamo capito bene il momento».
Altre considerazioni tattiche – «Il Napoli della scorsa stagione era una squadra che pressava quasi sempre in avanti e qualche volta andava in difficoltà nella fase difensiva. Noi quest’anno in alcune partite siamo stati costretti ad abbassarci o ad attaccare in modo diverso senza palla: quando giochiamo dobbiamo avere la lucidità di poter alternare gioco corto e gioco lungo. E la transizione è molto importante: ci sono squadre che in transizione si chiudono ma altre si aprono, e lì bisogna essere bravi a sfruttare gli spazi».
Solito no comment – «Futuro? Da parte mia non ci sono novità, quando ci saranno lo saprete: testa solo al Napoli».
Ancelotti ancora in finale – «Ieri sera ho visto una bellissima partita di calcio. Se Carlo non è il migliore al mondo è senza dubbio tra i migliori, e il suo Real è una squadra che trasmette tanto. L’ho avuto come allenatore al PSG, è un maestro nel responsabilizzare i suoi giocatori e ricevere il massimo da loro: posso dire che se raggiungi quel livello di responsabilità, quando vai in campo fa la differenza. Questa è una cosa sua, questo è lui: Carlo è così ed è impossibile essere come lui, si può copiare ma non eguagliare. Ha la capacità di non trasmettere la tensione che prova lui stesso al gruppo, non è una cosa da poco».
Una splendida mina vagante – «Ripeto, noi non avvertiamo alcuna pressione perché non ci siamo mai iscritti alla corsa Champions, abbiamo giocato al meglio delle nostre possibilità e basta. Non devo nascondere le pressioni ai calciatori perché davvero non ce ne sono. Sfido chiunque qui dentro: chi si aspettava di vedere il Bologna in questa posizione oggi? Dobbiamo semplicemente essere pronti ad affrontare il Napoli, con la giusta concentrazione, essendo una gara che nasconde diverse difficoltà: vogliamo giocare a calcio e far felici i nostri tifosi».
Sereni verso il traguardo – «Al di là della possibilità di andare in Champions, oggi vedo i miei ragazzi come li vedevo il primo giorno di ritiro, non è cambiato nulla. Sabato a Napoli vogliamo fare una bella partita, il resto conta poco: è un’ossessione per gli altri, non per noi, che ad inizio stagione avevamo altri obiettivi».
Corsaro a Napoli con lo Spezia – «Ricordo c’era una tensione fortissima in quel momento, avevo una grande responsabilità e volevo far stare tranquilli i miei ragazzi. Il Napoli non riuscì a segnare, malgrado le tante occasioni create, poi arrivò quell’autogol e vincemmo la partita, ma non fu solo fortuna».
Dai tifosi una spinta in più – «I nostri tifosi ci hanno sempre trasmesso energia e sono grati alla squadra per il percorso straordinario compiuto finora, non ho dubbi sul fatto che ci sosterranno fino alla fine. E i giocatori, quando non vincono, sono arrabbiati ma a testa alta: se ne vedo uno a testa bassa lo riprendo. Contro il Torino abbiamo offerto una buona prestazione con un avversario difficile da affrontare in casa: i miei ragazzi sono dei guerrieri, danno il massimo in ogni occasione e giocano bene a calcio, cercando di avere una precisa identità».