Motta: “Rispetto, concentrazione e impegno per mettere in difficoltà un’Inter fortissima. Io non penso al futuro ma mi godo il momento”
Di seguito, suddivise per argomenti principali, le dichiarazioni rilasciate questo pomeriggio in conferenza stampa a Casteldebole dall’allenatore rossoblù Thiago Motta a due giorni da Bologna-Inter, gara valida per la 28^ giornata di Serie A TIM in programma sabato alle 18.
La più importante… perché è la prossima – «Quella di sabato è semplicemente una bellissima partita da giocare contro una squadra davvero forte: l’Inter è prima con merito, è la favorita per lo scudetto, lotta per la Champions e in campionato sta facendo un girone di ritorno perfetto. Noi però abbiamo ambizione e ancora una volta vogliamo far vedere a tutti il nostro gioco».
Corsa su se stessi – «Siamo dove dobbiamo essere per quanto abbiamo dimostrato sul campo finora, dagli allenamenti alle partite, e i ragazzi sanno benissimo la strada che va percorsa da qui a fine stagione. Non guardo alla classifica ma solo alla gara di sabato, bella e affascinante da giocare non soltanto per la forza degli avversari ma anche per il pubblico che riempirà il Dall’Ara».
Bagno di folla post Bergamo – «È sempre bello vivere emozioni del genere, diverse dal solito. Facciamo questo sport per gustarci momenti così, e ne approfitto per ringraziare i tifosi: sono molto grato all’affetto che ci dimostrano in ogni occasione, e allo stesso tempo orgoglioso perché vedo che si riconoscono nel nostro gioco e nella nostra squadra. Ho fiducia nel loro sostegno, sia quando le cose vanno bene che quando vanno meno bene».
Miglior allenatore di febbraio – «Mi rende felice, è una bella cosa, ma anche qui ne approfitto per ringraziare tutti coloro che lavorano nel Bologna. Un premio così è frutto del lavoro di un grande gruppo, e a tal proposito non dimentico i miei giocatori: senza di loro nulla sarebbe possibile».
Inter (quasi) ingiocabile – «Questo dato (solo Bologna e Sassuolo non hanno perso con l’Inter a Milano, ndr) fa capire il valore della squadra che affronteremo sabato: serviranno rispetto, concentrazione e impegno. Sappiamo quello che dovremo fare, insisteremo su quello e ce la giocheremo fino alla fine: daremo il massimo per raggiungere un risultato positivo».
Sfidare una corazzata – «Tutte le squadre hanno dei punti deboli, la perfezione non esiste, poi ci sono quelle come l’Inter che ne hanno meno. Tramite la nostra forza e consapevolezza proveremo a fare il nostro gioco, e sicuramente la gioventù dei nostri ragazzi può essere un fattore: si allenano sempre al top e sono pronti ad affrontare tutte le situazioni. A Bergamo abbiamo ribaltato il risultato e non era affatto scontato, altre volte come a Udine non siamo riusciti a reagire: lì si sentiva che sarebbe stato difficile tornare in partita. Comunque ogni gara fa storia a sé e per sabato siamo pronti».
Terzo confronto coi nerazzurri – «Prevedo una gara più aperta rispetto a quella di Coppa Italia, che essendo ad eliminazione diretta era come una finale: in quei casi serve ancora più attenzione e si prova a non correre rischi per non buttare via la qualificazione, la gestione è diversa. Analizzando il momento dell’Inter si nota la grande facilità con cui riescono a fare gol, anche per quello mi aspetto un match piuttosto aperto, ma saremo ugualmente pronti a combattere nel caso in cui dovesse rivelarsi più bloccato».
Grande rimonta all’andata – «Impressionante: dopo un quarto d’ora eravamo sotto di due gol e pareva impossibile tornare in corsa, però il calcio è così: è capitato il rigore su Ferguson e da lì non abbiamo più smesso di giocare, raggiungendo il pareggio. Sabato dovremo giocare al massimo per tutti i novanta minuti, consapevoli che i nerazzurri hanno la capacità di cambiare ritmo in ogni momento grazie alle loro doti tecniche e fisiche».
Cambi decisivi a Bergamo – «Beukema già contro la Fiorentina aveva chiuso la partita da terzino destro, non è il suo ruolo naturale ma con le qualità che ha può farlo tranquillamente. A mio avviso, contro un’Atalanta reduce da sette vittorie di fila in casa, anche il primo tempo era stato buono, di fronte ad avversari del genere è normale soffrire un po’. Chi ha giocato dall’inizio ha fatto bene, chi è entrato pure: ci siamo aiutati a vicenda, abbiamo lottato, combattuto e giocato per vincere, sono soddisfatto. Quel risultato però adesso lo cancelliamo, è il passato: testa all’Inter».
A difesa di Posch – «Stefan sta benissimo, si allena sempre al massimo: lo vedo alla grande».
Arnautovic torna al Dall’Ara – «Con quell’operazione ci abbiamo guadagnato tutti, il bello sta lì: lui voleva tornare all’Inter, ha fatto una scelta che rispetto tantissimo perché non era facile ma per me era giusta. Oggi fa parte della squadra favorita per lo scudetto e gioca la Champions League: Marko puntava a questo. Noi siamo concentrati sul nostro percorso, con la partenza di Arnautovic diversi giocatori della rosa si sono caricati sulle spalle maggiori responsabilità e sono cresciuti».
Chiacchierata con Saputo – «Abbiamo parlato solo dei ragazzi e della prossima partita. Il presidente è contento del momento, se lo gode a pieno e se permettete me lo godo anch’io, senza pensare troppo al futuro. Tutti sono felici: tifosi, giocatori, club e presidente approfittano di questo bel momento per godere, e penso di potermelo permettere anch’io (sorride, ndr)».
Odio per le simulazioni – «Non voglio tornare su quell’episodio (sceneggiata di Busquets del Barcellona ed espulsione che gli costò la finale di Champions nel 2010, ndr), sono situazioni da accettare. A me piace fare le cose giuste per consentire alla mia squadra di essere migliore degli avversari sul piano calcistico, penso sia la cosa migliore per tutti: arbitro, tifosi e spettacolo. Oggi come esempio abbiamo la Premier League, in Inghilterra c’è la convinzione che sia giusto lasciar giocare. E poi meno parole, meno discussioni, sennò anche per gli arbitri diventa difficile dirigere se tutte le volte vengono accerchiati dai giocatori».
Clic mentale verso i grandi traguardi – «L’Inter di Mourinho era una squadra consapevole della propria forza e con un carattere incredibile, e l’allenatore sapeva gestire bene il gruppo al di là dei vari minutaggi. La convinzione di poter vincere la Champions ce la diede il doppio confronto col Chelsea, furono due grandi partite: quando si è pienamente convinti, allora le cose vengono più facili. Oggi qui stiamo bene e la nostra ambizione è dare il massimo in ogni match, mostrando a tutti il livello che abbiamo raggiunto. Comunque la Champions League è diversa dal campionato, sul lungo periodo è fondamentale la continuità. Sabato, nello specifico, non basterà quanto fatto finora, servirà qualcosa in più».
Un’altra scivolata – «Sarei felice di inginocchiarmi di nuovo davanti a Ndoye o a qualcun altro dei nostri giocatori per esultare (sorride, ndr). Quello è stato un bellissimo momento, che resterà nella storia».
La chiave nei passaggi – «Il fatto di avere un’alta percentuale di passaggi riusciti deriva da un insieme di concentrazione, qualità tecnica e ragionamenti. In ogni frangente è bene chiedersi perché effettuare proprio qual tipo di passaggio e con quale intensità: sono tutti elementi che messi insieme possono fare la differenza».
Dopo Empoli la sosta – «Sappiamo da tempo della pausa di fine marzo per gli impegni delle Nazionali e la affronteremo, non si può fare altrimenti. Se sarà positiva o negativa dipenderà da come rientreranno alla base i ragazzi, di sicuro non cambierà la fiducia che ho nei loro confronti».