Orsolini:

Orsolini: “Bologna è un’onda bellissima e io sono un surfista. Peccato per chi è andato via, con Italiano faremo altrettanto bene”

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Ultima conferenza stampa per il Bologna nel ritiro estivo di Valles 2024, stamattina presso il media center adiacente ai campi sportivi, e a presentarsi davanti a microfoni e taccuini è stato Riccardo Orsolini. L’esterno offensivo classe 1998 si appresta a vivere la sua ottava stagione con addosso i colori rossoblù, probabilmente con la fascia da capitano al braccio, e ad assaggiare per la prima volta la Champions League, conquistata l’anno scorso dalla squadra anche grazie ai suoi 10 gol. Di questo e di molto altro (Nazionale inclusa) ha parlato oggi il numero 7, vera e propria bandiera del BFC, esempio di attaccamento alla maglia, al club e alla città.

Capitan presente – «Penso che sia arrivato il momento, dopo tanti anni qui, di diventare un punto di riferimento per i ragazzi più giovani, aiutando gli altri senatori anche a far ambientare al meglio i nuovi arrivati».

Fase di transizione – «Cercheremo di mantenere le caratteristiche che ci hanno portato in Europa ma inserendo i nuovi concetti di mister Italiano. Sicuramente rispetto al gioco dell’anno scorso, dove ci esprimevamo in maniera corale, sfrutteremo di più l’uno contro uno sulle fasce, creando tanta densità in zona gol. Puntiamo a fare molto pressing nella metà campo avversaria per riconquistare la palla in zona alta e poi sfondare».

Esperienza magica – «Mi vengono i brividi a pensare alla prima partita di Champions. Aspettiamo con ansia di conoscere i nostri avversari, non vedo l’ora che arrivi il 17 settembre. Adesso siamo concentrati sugli allenamenti e non abbiamo ancora parlato dei sorteggi, però sarebbe bello seguirli tutti insieme al centro sportivo».

Obiettivi personali – «Sento di poter ancora dare e nel contempo imparare tanto. Sicuramente mi piacerebbe essere un punto di riferimento, ma devo ancora calarmi completamente nel ruolo. Spero di regalare nuove gioie ai nostri tifosi, tenendo i piedi per terra e godendomi un giorno per volta questa fantastica stagione».

Da ragazzo a uomo – «Sono felice di aver rinnovato e triste per quelli che un anno fa sono andati via: mi chiedo cosa avranno pensato vedendo i nostri risultati… Del resto la mia scelta l’ho fatta otto anni fa: sono arrivato qui che ero un ragazzino, ma pronto fin da subito a lavorare e sacrificarmi. Adesso c’è un Orsolini cambiato, specie a livello mentale, più uomo, e penso sia cambiata anche la concezione che i compagni hanno di me. La costante è che nel bene e nel male continuo a prendermi le mie responsabilità».

Beffa azzurra – «Preferirei concentrarmi su questa stagione, mi sono ripromesso di non soffrire più così tanto per una delusione sportiva. Ho sentito tantissimo calore dai tifosi e ciò mi ha riempito di gioia, è stata la mia vittoria più grande. Mi sono fatto fin troppe domande sul perché non sia stato convocato da Spalletti, ma ho capito che essendo cambiato il sistema di gioco non dipendeva solo da me. Ho passato giorni difficili a fissare il soffitto, poi ho cercato di staccare completamente tenendomi lontano dalle notizie dell’Europeo».

Ritmi alti – «L’estate scorsa in ritiro con Motta non c’ero, durante la preparazione ero all’Isokinetic, quindi non riesco a fare un confronto tra la sua preparazione e quella di Italiano. Posso però dire che le prime due settimane a Bologna sono state davvero toste, abbiamo corso tantissimo, per di più con temperature molto elevate: sto vedendo i ragazzi tutti carichi e che si stanno ambientando bene, anche i giovani della Primavera».

Niente più Zirkzee – «L’addio di Joshua è stato un duro colpo, per le sue qualità tecniche e per il modo in cui ci faceva giocare. Inoltre l’anno scorso ha dimostrato di poter essere anche un valido finalizzatore. Ora con Castro, che e già in forma smagliante e lo sta dimostrando qui in ritiro con diversi gol, e Dallinga, che un po’ alla volta si sta ambientando, cambieremo sicuramente modalità di gioco in attacco, ma sono certo che faremo altrettanto bene».

Simbolo rossoblù – «È stato tutto un crescendo, in questi ultimi cinque anni abbiamo vissuto momenti incredibili: lo 0-4 col Frosinone, la salvezza quasi impossibile, poi la vicenda di Sinisa, l’arrivo di Motta e infine la straordinaria cavalcata europea. Bologna per me e un’onda bellissima e io sono un surfista, adesso sono pronto a vivere questa nuova stagione sulla cresta dell’onda. Sbagliando ho imparato, ho colmato le mie lacune fino a diventare il giocatore che sono oggi».