Pobega:

Pobega: “Bologna la scelta giusta, in questo club e con Italiano posso crescere ancora. Mezzala o mediano, conta solo il bene della squadra”

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Questa mattina a Casteldebole è stato presentato alla stampa Tommaso Pobega, sesto acquisto del Bologna in ordine cronologico durante il mercato estivo 2024. Il centrocampista triestino, reduce da un biennio al Milan, è stato prelevato in prestito con diritto di riscatto, e sotto le Due Torri cercherà di rilanciarsi dopo una stagione trascorsa per metà ai box a causa di un brigoso infortunio al tendine del retto femorale sinistro. Peraltro il ragazzo classe 1999 conosce bene Vincenzo Italiano, suo allenatore allo Spezia nel campionato 2020-2021, e dopo essere andato in panchina a Napoli si candida per una maglia da titolare già nel match casalingo in programma sabato contro l’Empoli. Di seguito, suddivise per argomenti principali, tutte le dichiarazioni del nuovo numero 18 felsineo anticipate da quelle del direttore sportivo Marco Di Vaio.

Introduzione di Di Vaio – «Siamo molto contenti che Tommaso sia arrivato qui, sapevamo di aver bisogno di un altro centrocampista alla luce dei numerosi impegni stagionali che ci attendono. A nostro avviso rappresenta un giocatore completo che conosce bene il campionato e le idee dell’allenatore, è già pronto per aiutare la squadra e ha caratteristiche tecniche che corrispondono al profilo perfetto per questo gruppo. Cercavamo un profilo così, che portasse esperienza internazionale e voglia di rimettersi in gioco dopo gli ultimi mesi sfortunati: puntiamo a crescere insieme per vivere un’annata importante e costruire un futuro luminoso».

Occasione colta al volo – «Questo è un passaggio molto importante per la mia carriera, arrivo in una società prestigiosa reduce da una stagione brillante in cui ha raggiunto la Champions League e intende continuare così, proponendo un bel calcio e giocandosi tutte le partite al massimo: penso e spero di poter aiutare la squadra nel miglior modo possibile. La trattativa è stata veloce, il mio procuratore Bastianelli ha parlato col direttore Sartori e poi abbiamo constatato che c’erano le condizioni per procedere col trasferimento. Da parte mia c’è stata subito apertura perché ho sempre visto il Bologna come un gruppo forte, sano, che ha voglia di fare e di dimostrare il proprio valore: questi sono tutti elementi che mi hanno spinto ad accettare».

Il peggio è passato – «Sul piano fisico sto bene, negli ultimi sei mesi della scorsa stagione ho avuto dei problemi a causa di un brutto infortunio per il quale è stato necessario operarsi, poi però in estate ho svolto tutta la preparazione col Milan e sono partito bene in precampionato».

Serate di gala – «Disputare la Champions è il sogno di ogni giocatore, del resto parliamo di una delle competizioni più importanti al mondo con una visibilità incredibile, ci si allena tutta la vita per affrontare partite così».

Bis con Italiano – «A livello personale è interessante ritrovare Italiano perché allo Spezia mi aveva fatto crescere molto sia sul piano tecnico-tattico che della sfrontatezza, sono convinto che sia un ottimo allenatore perché oltre a far giocare bene le sue squadre fa migliorare i singoli individui: mi fa piacere riabbracciarlo e punto a migliorare ulteriormente grazie al suo aiuto. Col mister avevo vissuto il mio primo anno in Serie A, quando anche lui era al debutto: ora non siamo più esordienti e in questi giorni ho visto che vuole sempre arrivare al risultato attraverso determinati principi e idee».

Scuola Milan – «Nel Milan ho giocato gli ultimi due anni a livello di Prima Squadra, ma parlare solo di un biennio è riduttivo perché a Milanello ero arrivato a quattordici anni trasferendomi da Trieste, per poi svolgere tutta la trafila nel settore giovanile rossonero. Ho sempre considerato il club come una seconda famiglia, però a livello professionale è importante compiere delle scelte e quella di venire qui penso sia una scelta giusta per la mia carriera: sono molto felice di averla fatta».

Tanta gavetta – «Come tutti i giocatori giovani ho avuto bisogno di giocare per crescere e fare esperienza. Da ogni mister ho provato a cogliere qualcosa, in tutta la mia vita mi sono sempre messo a disposizione degli allenatori cercando di capire cosa mi chiedesse per mettere sempre un tassello ulteriore e diventare più completo».

Ruolo e caratteristiche – «Negli anni ho fatto sia il mediano a due che la mezzala sinistra, ma quello che preferisco è giocare dove più capisco che serve durante la partita: se il match richiede di essere più difensivo e palleggiatore lo faccio, se invece occorre essere più incursore lo metto in pratica. Non nascondo che mi piace molto inserirmi, riempire l’area e arrivare al tiro, ma mi adatto in base a quello di cui ha bisogno la squadra».

Gruppo speciale – «Ho parlato subito con Erlic, già mio compagno alla Spezia, poi con De Silvestri, Orsolini e Fabbian, tutti ragazzi con cui avevo fatto due chiacchiere da avversari. Ciò che mi ha impressionato di più è l’accoglienza, ho visto un gruppo molto aperto che cerca subito di includere tutti: so che in genere non è una cosa facile, io però sono arrivato da poco e già ho percepito molta apertura e la ricerca di far sentire a proprio agio ogni nuovo elemento del gruppo».

Al Dall’Ara l’ultimo gol in A – «L’augurio è che ne possano arrivare tanti altri, ora con addosso la maglia rossoblù (sorride, ndr)».

Ambizioni azzurre – «Sulla mia scelta ha pesato il fatto che Bologna è una bella piazza, che la squadra gioca un bel calcio e l’allenatore ha le idee chiare: qui ci sono tanti fattori che possono essere fondamentali per la mia crescita. Gli obiettivi che ho in testa sono tanti, ma cerco di lavorare giorno per giorno cercando di crescere sempre di più: se arriverà un campionato importante, pieno di soddisfazioni singole e di gruppo, ne sarò felice e magari penserò anche alla Nazionale, ma prima di ogni altra cosa devo e dobbiamo fare bene qui».

Lacune e qualità – «Una cosa dove penso di dover migliorare è la gestione dei momenti, non forzare la giocata quando non è necessario e tentarla al momento giusto. Il mister me lo diceva anche ai tempi dello Spezia, questo è uno dei passi che devo compiere per crescere. Mi definisco un giocatore generoso che può fare delle corse in più, quelle che magari non si notano ma aiutano la squadra: per me sono piccoli passaggi che servono per il risultato finale e nel contempo mi danno soddisfazione a livello personale».

Riferimenti importanti – «Sono un amante del basket e il mio idolo è LeBron James, lo è sempre stato per l’attitudine che ha sia dentro che fuori dal campo. A livello calcistico il mio idolo era Bastian Schweinsteiger, perché era biondissimo e da piccolo lo seguivo col Bayern Monaco e la Germania: sognavo di diventare come lui».

Voltare subito pagina – «A Napoli è mancato il risultato, insieme al mister abbiamo detto di metterci subito alle spalle quanto è successo pur analizzando le cose fatte bene e gli errori commessi. Fortunatamente sabato si torna in campo e possiamo andare in cerca di riscatto: qui c’è una grande base su cui lavorare e da cui ripartire».