In tarda mattinata a Casteldebole è stato presentato ufficialmente alla stampa Alexis Saelemaekers, acquistato dal Bologna il 30 agosto. Il nazionale belga, 24 anni compiuti a giugno, è stato prelevato dal Milan in prestito con diritto di riscatto fissato a circa 9 milioni, e malgrado la giovane età può già essere considerato un potenziale leader all’interno del gruppo guidato da Thiago Motta, lui che in maglia rossonera ha vinto uno scudetto e giocato una semifinale di Champions League. Di seguito, suddivise per argomenti principali, le dichiarazioni del jolly di centrocampo classe 1999 (maglia numero 56, una scelta abituale per lui), anticipate da quelle del d.t. Giovanni Sartori.
Introduzione di Sartori – «La trattativa era nata a giugno, ma il Milan non aveva aperto alla cessione. Quando poi abbiamo capito che c’era un’apertura ci siamo buttati ed è stato un affare velocissimo, chiuso nel giro di una settimana. Alexis è un jolly offensivo di centrocampo, un giocatore eclettico e polivalente, ora sta a lui dimostrare che ci abbiamo visto benissimo».
Piccolo contrattempo – «Sto bene, mi sono infortunato al primo allenamento ma si tratta di una leggera distorsione: sto lavorando sodo per esserci a Verona e sono ottimista, spero di farcela».
Decisivo l’addio a Maldini – «All’inizio non sentivo la voglia di partire, però quando Maldini è andato via ci sono stati dei cambiamenti all’interno del club e lì ho iniziato a pensarci. Alla fine ho deciso di trovare un’altra opportunità e penso di aver fatto la scelta giusta venendo qui».
Ruolo e aspettative – «Con Motta ho già parlato della mia posizione in campo: non c’è proprio un ruolo prestabilito, abbiamo delle idee, in ogni caso sarà prevalentemente offensivo e comunque accetterò le scelte del mister, che si tratti di giocare mezzala, esterno o trequartista. Sono venuto qui perché ho sentito grande fiducia nei miei confronti, una cosa molto importante a questo punto della mia carriera. Pur essendo reduce da ottimi anni col Milan volevo giocare di più, potevo andare in Spagna (al Betis Siviglia, ndr) ma ho pensato questo fosse il posto migliore per crescere ancora».
Colloqui lusinghieri – «Il primo a chiamarmi è stato il mister, avvisandomi che il Bologna cercava un giocatore come me: non mi era mai capitato e mi ha subito regalato una grande soddisfazione. Poi mi sono sentito anche col direttore Sartori e ho avvertito la stessa fiducia, tutti questi elementi hanno influito sulla mia scelta. Motta è ambizioso e crede nel gruppo a sua disposizione, secondo lui possiamo crescere tanto».
Clima ideale – «La pressione c’è di sicuro ma è positiva, quando senti quel tipo di fiducia non può mai essere una cosa negativa. I tifosi che ho incontrato negli ultimi giorni mi hanno dimostrato di credere tanto in me».
Attestati di stima rossoneri – «Sono una persona e un professionista che dà tutto per la maglia e la squadra, credo che i tifosi guardino molto a questo e poi te lo riconoscano».
Modelli di riferimento – «Non ho dei veri idoli ma degli esempi da seguire sì. Come Cristiano Ronaldo, che è un professionista straordinario e fa tutto al 100%, quindi cerco di imitarlo in tal senso anche se forse ho un po’ di talento in meno (sorride, ndr)».
Pro e contro – «Sono forte mentalmente, ad esempio non ho sono passato dall’Anderlecht al Milan senza avvertire troppo il salto: senza dubbio ci sono stati dei momenti difficili, però sono riuscito ad integrarmi bene nella squadra e a giocare tanto in maglia rossonera. Il punto debole, se guardo alle stagioni in Italia, è che non ho ottime statistiche sul piano di gol e assist, tenendo conto che sono un giocatore offensivo: devo migliorare».
Un passo alla volta – «Come detto, credo di essere arrivato in un ambiente ambizioso. Magari non c’è la c’è la pressione di dover arrivare per forza in Europa, però la società ha costruito una bella squadra: andiamo avanti partita per partita e vediamo dove si può arrivare».
Ruolo di guida – «Portare nello spogliatoio l’esperienza che ho accumulato al Milan, specie il modo in cui vanno approcciate le partite, è sicuramente una cosa a cui miro, perché siamo un gruppo piuttosto giovane».
Arabia pigliatutto – «È difficile esprimersi sull’argomento perché il campionato arabo non è di certo tra i più competitivi, non ci sono grosse ambizioni. Nello stesso tempo, però, capisco che tutti quei soldi possano far gola, sono cifre irraggiungibili in Europa ed è normale che un calciatore ci pensi guardando al proprio futuro. Credo che ogni scelta vada rispettata».
Per ora in prestito – «Non conoscevo bene la città, però è come una piccola Milano, non manca davvero nulla e sembra di stare in famiglia. Qui mi trovo già bene e poi chissà, c’è un diritto di riscatto e vedremo cosa succederà in futuro».