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Saputo: “Sartori segno di ambizione, importante avere un ritorno dagli investimenti. Il nostro obiettivo non è lontano e possiamo raggiungerlo con Mihajlovic”

Saputo: "Sartori segno di ambizione, importante avere un ritorno dagli investimenti. Il nostro obiettivo non è lontano e possiamo raggiungerlo con Mihajlovic"

Ph. zerocinquantuno.it

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Di seguito, suddivise per argomenti principali, tutte le dichiarazioni rilasciate dal presidente del Bologna Joey Saputo durante la presentazione ufficiale di Giovanni Sartori, nuovo responsabile dell’area tecnica rossoblù, avvenuta questa mattina allo stadio Dall’Ara.

Benvenuto a Sartori – «Sono qui oggi a presentare un dirigente di grande esperienza, considerato uno dei migliori in circolazione: il suo arrivo è il segno tangibile della nostra ambizione. Ho voluto dare una svolta per far crescere il Bologna sul piano non solo organizzativo ma anche sportivo. Negli ultimi due anni avevamo indicato i 52 punti come obiettivo e non siamo riusciti a raggiungerli: ora, grazie al lavoro di Giovanni, Claudio e Marco insieme a Sinisa, sono sicuro che riusciremo a consolidare e migliorare la nostra posizione. A proposito di Mihajlovic, ci siamo sentiti ieri e vi porto i suoi saluti: lo aspettiamo a braccia aperte».

Avanti con Mihajlovic – «Nella prima parte di stagione abbiamo visto che la squadra aveva le potenzialità per tagliare il traguardo prefissato, la seconda parte è stata invece più complicata, nonostante i giocatori e l’allenatore abbiano prodotto il massimo sforzo per raggiungerlo. È stata un’annata difficile per diverse ragioni e ora siamo tutti un po’ delusi, ma appunto il potenziale c’era e quindi ho voluto dare a Sinisa la possibilità di riprendersi per arrivare con lui al nostro obiettivo».

Imparare dagli errori – «A Montreal avevo fatto un passo indietro, delegando ad altri alcune decisioni da prendere nella gestione quotidiana della società. Determinate scelte ci hanno allontanato troppo dai nostri valori, così sono intervenuto e ho chiesto di rivederle e cambiare qualcosa, ascoltando i tifosi. Il Bologna ha una storia più lunga e prestigiosa che richiede un’attenzione ancora maggiore. Qui non posso dire di non aver commesso errori ma non credo di averli ripetuti, e questo è proprio il punto fondamentale: imparare sempre qualcosa dagli sbagli commessi e non commetterli di nuovo».

Una famiglia anche a distanza – «Il mio metodo di lavoro non cambierà: vivo in Canada e vengo qui circa una volta al mese ma sono in contatto costante con Fenucci, col quale mi sento praticamente ogni giorno. Sartori ha sempre lavorato in contesti familiari, è vero, ma nonostante la distanza questo è un aspetto fondamentale anche per me: questa società tiene tanto a ciascuno dei suoi collaboratori e lo considera parte di una grande famiglia, e lo stesso accadrà con Giovanni».

Fine del rapporto con Bigon – «Non posso dire che le cose con Riccardo non abbiano funzionato, questo no. Credo semplicemente di aver investito abbastanza e che dopo sei anni fosse ora di iniziare un nuovo ciclo sul piano sportivo».

Parte sportiva da migliorare – «In sette anni riteniamo di aver fatto tanto per il club, consapevoli di dover guardare sia all’aspetto amministrativo che a quello sportivo. Volevamo che il Bologna venisse visto come una società seria e ci siamo riusciti, mentre sul piano sportivo non siamo ancora dove volevamo essere. Non manca molto, quest’anno se avessimo vinto tutte e tre le ultime partite avremmo raggiunto l’obiettivo dei 52 punti. Nell’ultimo periodo abbiamo investito meno sui giocatori perché ci siamo trovati a dover ripianare delle perdite acuite dalla situazione legata al COVID, ma se guardiamo proprio agli investimenti siamo in linea con quanto stabilito tre-quattro anni fa. Il fine ultimo, come ripetuto spesso, è arrivare man mano a far sì che il settore sportivo si autofinanzi».

Sartori, una garanzia – «Penso di aver dimostrato che non ho paura di investire, dentro e fuori dal campo, ma nello stesso tempo è importante che ci sia un ritorno. Perciò ho chiesto a Claudio rassicurazioni in merito ed esaminando la figura di Giovanni, la sua carriera e le sue capacità, abbiamo ritenuto che fosse la persona giusta per raggiungere il nostro scopo».