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Sartori: “Problemi da risolvere il prima possibile, siamo tutti responsabili. Mercato difficile, ma questa squadra può fare bene”

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Questa mattina a Casteldebole, a margine della presentazione ufficiale del centravanti Joshua Zirkzee, Giovanni Sartori ha analizzato con grande lucidità e onestà il difficile momento che sta vivendo il Bologna, chiamato a rialzare la testa sabato sera al Dall’Ara contro la Sampdoria. Di seguito, suddivise per argomenti principali, tutte le dichiarazioni rilasciate dal responsabile dell’area tecnica rossoblù.

Scenario preoccupante – «I tifosi non hanno certo tutti i torti ad essere preoccupati, guardando la classifica. Abbiamo cambiato allenatore e in casi del genere è sempre una sconfitta per tutta la società, nonché una decisione soffertissima. Ora c’è Motta, a cui va dato tempo anche perché ha lavorato due settimane senza i nazionali, e contro l’Empoli c’era stata anche una buona dose di sfortuna. La speranza, però, è che per trovare la quadra serva meno tempo di quello che occorre solitamente in queste situazioni».

Udinese avanti, Bologna indietro – «Onestamente non so spiegarmi il perché del divario attuale. L’Udinese, che aveva fatto solo un punto in più del Bologna l’anno scorso, ora è nelle zone alte della classifica e per me ci rimarrà fino in fondo, mentre noi siamo solo a quota 6. Dobbiamo risolvere i problemi velocemente, e l’allenatore ha il compito di provare a trasformare la squadra. Se la nostra proiezione finale è di 28 punti significa che qualcosa non va, non è certo il nostro obiettivo. Sono stati ceduti tre giocatori importanti come Hickey, Svanberg e Theate, ma la squadra è comunque adeguata per fare bene in Serie A».

Serve realismo – «Thiago lavora dodici ore al giorno, abbiamo piena fiducia in lui. Sabato sera avremo la possibilità di dimostrare il nostro valore e la bontà del lavoro svolto, contro la Sampdoria sarà una partita molto importante anche se non decisiva: ne mancheranno altre 29 e non vogliamo creare troppi allarmismi, ma è chiaro che bisogna uscire da questa situazione il prima possibile. Occorre essere sinceri e affrontare i problemi con coscienza, perché quanto fatto finora non è bastato: qui nessuno è contento e tutti dobbiamo fare meglio, analizzando gli errori di ogni singolo componente e correggendoli. Le aspettative erano ben diverse, lo so, ma oggi la realtà è un’altra».

Un mercato difficile – «Quando ho accettato di venire a Bologna sapevo perfettamente che il primo sarebbe stato un anno in cui si doveva vendere, e che parte del ricavato non sarebbe stato reinvestito. Rimango comunque convinto che alla lunga il mercato fatto garantirà dei miglioramenti in positivo. Avremo voluto tutti avere i giocatori a disposizione prima, perché giustamente gli allenatori sono più felici quando si costruiscono le squadre in tempi brevissimi, ma per diversi motivi non dipendenti solo dal Bologna siamo arrivati un po’ lunghi. Non decidiamo noi i tempi: ad esempio, per Lykogiannis che era in scadenza è stato più facile, mentre per altri come Lucumí sono serviti due mesi».

Foto: bolognafc.it