Addio all’imprenditore dei capelli Cesare Ragazzi, bolognese e rossoblù doc
Se n’è andato a 83 anni per un malore Cesare Ragazzi, imprenditore nel campo tricologico (la sua azienda, ceduta nel 2011 ad un fondo inglese, aveva ‘salvato’ dalla calvizie milioni di persone) ma anche grande tifoso rossoblù. Nei festeggiamenti di piazza Maggiore per la conquista della Champions c’era anche lui, mischiato a migliaia di persone, con la sciarpa del Bologna in mano, entusiasta di condividere la gioia dello storico traguardo in mezzo alla sua gente.
Sì perché Cesare Ragazzi, nato a Bazzano il 22 agosto 1941, era pure un bolognese doc, uno di quelli che si sono tirati su da soli. Cresciuto nel Secondo dopoguerra in una famiglia con pochi mezzi economici, il giovane Cesare si era dato da fare per sbarcare il lunario in ogni mestiere: venditore di brustulli al cinema, rappresentante per una ditta di biliardini da bar, commerciante, contadino, operaio. Poi la grande idea: negli anni Sessanta la calvizie precoce lo spinge a studiare un metodo innovativo per impiantare i capelli.
È l’inizio di un’esaltante avventura che lo porterà a brevettare un metodo rivoluzionario, in grado di far felici milioni di persone. Compreso l’amico Lucio Dalla, conosciuto quando Cesare suonava la chitarra nella band I Vagabondi. Ragazzi ha aperto oltre 80 centri in tutta Italia e una ventina all’estero. Poi la decisione, nel 2011, di vendere ad un gruppo straniero.
Sognava di arrivare a cent’anni come la nonna, morta a 106. Non ce l’ha fatta, ma in compenso è riuscito ad entrare nella memoria collettiva con la sua simpatia contagiosa, quella che in tanti hanno conosciuto tramite gli spot pubblicitari in TV: «Salve, sono Cesare Ragazzi». Non lo dimenticheremo.
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