Fra i protagonisti rossoblù intervistati durante la 9^ puntata di Bfc Week, il nuovo appuntamento settimanale di Bfc Tv che racconta il Bologna a 360 gradi, c’è il direttore sportivo del club Riccardo Bigon. Ecco tutte le sue dichiarazioni:
Le fasi preliminari di osservazione… – «Nel nostro lavoro le possibilità di azione sono diverse e dipendono sia dalla tipologia di acquisizione che si vuole fare, sia dalla posizione all’interno della squadra che il calciatore dovrà andare a ricoprire. Ci sono operazioni su elementi di prospettiva in cui il lavoro di scouting è sicuramente molto lungo, perché trattandosi di ragazzi non ancora affermati bisogna monitorarli bene prima di riuscire a valutarli. E poi ce ne sono altre che potremmo definire di rafforzamento della rosa che, riguardando giocatori già noti, richiedono uno scouting più breve. Tutte queste riflessioni vanno cucite e fatte conciliare con le diverse esigenze del mister e del club perché, se generalmente un allenatore pensa a quello che un nuovo innesto può dare nell’immediato, una società valuta un’operazione anche in ottica futura».
…e il mercato che entra nel vivo – «Il lavoro di studio e ricerca dura un’intera stagione. In primavera, quando ormai ci si avvicina alla finestra estiva di calciomercato, iniziano i vari contatti con i giocatori e i club, per valutare la volontà dei ragazzi, la fattibilità dell’operazione e gli eventuali costi. Si approfondiscono gli obiettivi di mercato, dopodiché andando a scremare si cerca di intavolare e concludere la trattativa vera e propria, tenendo sempre aperta una porta alternativa nel caso in cui col primo obiettivo non si riesca a trovare un accordo».
Due (o più) acquisti di spessore – «Siamo concentrati sull’individuazione di qualche tassello che possa portare un immediato contributo, innalzando la competitività della squadra. Questo è anche dovuto al fatto che negli anni passati abbiamo già lavorato tanto, e credo anche bene, sui giovani da sviluppare internamente. Pensiamo possa essere utile inserire nell’attuale rosa almeno un paio di elementi di comprovata qualità che ci permettano di migliorare e continuare a far crescere i nostri talenti, nonché di farci approcciare al resto del mercato con più tranquillità, valutando a quel punto la fattibilità di ulteriori investimenti per il futuro».
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