Fra i protagonisti rossoblù intervistati durante la 9^ puntata di Bfc Week, il nuovo appuntamento settimanale di Bfc Tv che racconta il Bologna a 360 gradi, c’è il responsabile scouting del club Marco Di Vaio. Ecco tutte le sue dichiarazioni:
Il lavoro dell’area scouting – «Come gruppo di lavoro siamo cinque scout: due internazionali, io e Mattia Baldini, e tre che girano per l’Italia. In più c’è un responsabile video, Marco Zunino, che è un veterano di questa attività e tiene anche lezioni a Coverciano. Partiamo dalle sue assegnazioni dei campionati che facciamo a settembre, appena finito il mercato estivo, per poi individuare quei calciatori indicati dai direttori (Bigon e Sabatini, ndr) per la stagione successiva, facendo relazioni su quelli che riteniamo interessanti. In seguito si passa alle prime riunioni, che vengono fatte dopo tre-quattro settimane e la compilazione delle relazioni da mandare ai direttori: in riunione si discute meglio dei calciatori e i direttori decidono quali ragazzi continuare a seguire, e da lì partono i viaggi per vederli dal vivo. Si procede così per un paio di mesi, poi si cambiano campionati, si incrociano i dati e si effettua una scrematura progressiva, e verso marzo-aprile si ha una visione più chiara su quali giocatori possono essere obiettivi reali, avendo nel frattempo parlato anche con agenti e società. Alla fine della stagione, grazie alle partite viste sia live che in video, abbiamo così una visione chiara del calciatore che potrebbe essere interessante l’annata successiva».
Differenze tra live e video – «Purtroppo quest’anno non siamo riusciti a vedere partite live, per via del COVID abbiamo di fatto saltato una stagione e lavorato solo in video, ci manca molto assistere ai match dal vivo. Grazie al video si riescono a capire bene le caratteristiche di un giocatore, le sue qualità e i suoi difetti, ma nel live si può notare la personalità, la reazione agli errori, al pubblico e alle pressioni. In sostanza, si arriva a comprendere il carattere del ragazzo, il suo approccio alla gara e coi compagni di squadra. Una volta che lo abbiamo individuato cerchiamo di incontrarlo e parlarci, per sapere che idea ha del Bologna e del campionato italiano. Credo che negli ultimi due anni questo lavoro abbia portato buoni frutti: difficilmente sul piano caratteriale e delle qualità abbiamo sbagliato, perché avevamo un’idea ben chiara sui giovani che poi abbiamo preso».
Asse Bologna-Montreal – «Abbiamo due scout che lavorano a Montreal, e con loro cerchiamo di individuare quei calciatori che possano fare un percorso partendo dal Canada per poi magari venire a Bologna dopo un paio di stagioni. Tutti insieme proviamo a coordinare questo tipo di lavoro, anche con dei paletti perché in MLS ci sono varie limitazioni di tipo economico da rispettare. Guardiamo soprattutto ai giovani con un profilo internazionale, come ad esempio Lappalainen che a breve inizierà l’Europeo con la Finlandia, o Binks che probabilmente nel prossimo futuro verrà a giocare qui».
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