Di Vaio: “Zirkzee, Ferguson e Posch non sono sul mercato, Karlsson va aspettato. Il lavoro di Motta sta pagando, possiamo dare fastidio”
Oggi Marco Di Vaio è stato intervistato da TuttoMercatoWeb e ha toccato i principali temi d’attualità in casa Bologna. Di seguito, suddivise per argomenti principali, le dichiarazioni rilasciate dal direttore sportivo rossoblù.
Crescita professionale – «Quello del d.s. è un ruolo complicato. Lavorando accanto a tanti direttori ho potuto capire a quante cose devi stare attento, quanto contano i rapporti e la preparazione, la visione dei giocatori: ho studiato e sto studiando molto. Sartori? Per me è una fortuna, così come lo è stato aver lavorato vicino a Corvino, Sabatini e Bigon. Ora con Giovanni c’è una metodologia diversa e mi ha fatto scoprire un nuovo approccio: io sono come lui, legato alla visione delle partite dal vivo, e ci siamo trovati subito».
Motta sempre meglio – «Mi auguravo questo rendimento e conoscevamo bene il lavoro che aveva fatto a La Spezia, il suo potenziale ci era noto e speravamo lo esprimesse da noi in maniera definitiva. Thiago è stato molto bravo a dare un’identità alla squadra col suo carattere e la sua determinazione. Durante l’estate abbiamo lavorato per mettergli a disposizione giocatori più vicini alla sue idee, cercando di mantenere chi l’anno scorso aveva fatto meglio con lui, seguendo sempre le sue indicazioni».
Un Bologna ‘rompiscatole’ – «Un club come il nostro deve approfittare delle difficoltà delle big, perché comunque il divario con le prime sei-sette del campionato è ancora importante. Stiamo acquisendo forza all’interno del gruppo e ci sono basi positive. I ragazzi si rendono conto che possono dare fastidio, che sono forti e possono dire la loro grazie alla guida di un allenatore giovane ma dalle idee molto chiare: c’è molto potenziale e voglia di dimostrare».
Zirkzee intoccabile – «Nell’estate del 2022 fui io a parlare con Joshua quando lo volevamo prendere, avevamo ancora Sinisa in panchina e c’era l’idea di giocare con due punte. Poi è arrivato Motta che ha virato sul tridente, e vista la presenza di Arnautovic lui ha giocato meno. Con la cessione di Marko tutto è cambiato per Zirkzee, che poi è stato bravo a compiere un salto di qualità da ogni punto di vista: determinazione, lavoro e professionalità. Mercato? Non pensiamo assolutamente di cederlo. I rumors servono a poco, lui deve continuare ad allenarsi e a giocare così, a crescere e a dare continuità aiutando i propri compagni».
Karlsson, la pazienza sarà ripagata – «Jesper con l’AZ aveva dei numeri notevoli, confermati anche in Europa, e un giocatore così genera interesse. C’è bisogno che si adatti al campionato e alle idee dell’allenatore, ma sono sicuro che lungo il suo percorso troverà risposte positive perché è un ragazzo applicato. Ha voglia di crescere e imparare, ha la mente ben aperta per fare lo step successivo: diamogli tempo, ora purtroppo si è fatto male ma ha tanta voglia di emergere».
Ferguson leader vero – «Lewis segna in modo pregevole, ha il senso del gol e ogni anno mette a referto statistiche di spessore. L’ho visto molto cresciuto dopo la firma del nuovo contratto, come se nella sua testa avesse assunto una posizione diversa nel gruppo. Sta maturando molto sotto la guida di Motta: sa finalizzare bene ma nella fase di costruzione può fare meglio, soprattutto per fare uno step successivo e passare un giorno ad un club di vertice. Adesso però è un simbolo per noi e il nostro pubblico, un punto di riferimento. Inoltre è un ragazzo positivo e allegro, cosa che aiuta il gruppo e gli viene riconosciuta: siamo molto contenti che continui con noi».
Gennaio si avvicina – «Ferguson come detto non si muove, e su questo siamo tutti d’accordo: lui, così come Posch, è troppo importante per noi. Mercato di riparazione? Siamo pronti, se ci saranno occasioni utili per migliorare la squadra proveremo a coglierle. Ad oggi il gruppo ci dice che è omogeneo ed ha una percentuale di crescita: vedremo cosa ci offrirà il mercato, qualche idea ce l’abbiamo. Wlodarczyk? Nomi non se ne fanno mai…».
Sinisa nel cuore – «È stato senza alcun dubbio il momento più difficile e tragico della mia esperienza post calcio giocato. Abbiamo vissuto tutti insieme la sua malattia, all’inizio sono stato uno dei primi a saperlo: ho visto la caduta, la risalita e purtroppo la ricaduta, e ancora non riesco a crederci… Al momento dell’esonero comunicargli che andavamo su un’altra strada è stato complicato, ma l’abbiamo trattato come voleva: da allenatore, non da malato. Questo era il rispetto che ci eravamo dati fin lì e per noi era giunta la fine del rapporto, purtroppo la squadra non rispondeva più agli stimoli. Lo dico a malincuore, perché saremmo andati avanti con lui a vita».
Foto: Getty Images (via OneFootball)