Intervistato da ESPN Argentina, Nicolas Dominguez ha ripercorso i suoi primi ‒ e particolarissimi ‒ sette mesi da giocatore del Bologna, raccontando il suo approccio al calcio italiano e guardando poi sia al passato che al futuro, tra club e Nazionale. Ecco le dichiarazioni del centrocampista rossoblù:
Meritato relax – «Adesso penso solo a riposarmi, è stata una stagione davvero lunghissima che ci ha messo tutti a dura prova. Nel prossimo futuro punto senza dubbio a ritagliarmi più spazio con la maglia rossoblù, tenendo sempre nel mirino la Nazionale».
Difficoltà iniziali – «Ho pagato un po’ il fatto di non conoscere bene l’italiano, ma lo sto imparando e ormai capisco alla perfezione quello che mi viene detto. Poter giocare in uno dei top campionati europei è il sogno di ogni calciatore, ma qui i ritmi sono decisamente più intensi rispetto al Sudamerica. Penso che il segreto stia nel riuscire a mantenere la calma e continuare ad allenarsi con pazienza e impegno».
Due guide speciali – «A gennaio sia Palacio che Medel mi hanno accolto benissimo. Parlando la stessa lingua ci siamo intesi subito, ma c’è dell’altro: mi hanno dato svariati consigli molto utili, e rappresentano due esempi da seguire sotto ogni aspetto».
Lavoro di forza – «In Italia anche l’aspetto prettamente fisico del gioco è fondamentale, quindi durante il lockdown ne ho approfittato per fare un lavoro specifico e incrementare la mia massa muscolare».
Grazie Gabriel – «Con Heinze sono cresciuto molto, mi ha insegnato tante cose dandomi fiducia e continuità. Se mi sono adattato rapidamente al calcio europeo credo sia anche grazie al fatto di averlo avuto come mister al Vélez, perché ho acquisito la giusta intensità e una maggiore propensione al gol».
Punto di riferimento – «A mio avviso Fernando Gago è uno dei migliori ‘volanti’ che l’Argentina abbia mai avuto, e per me è stato un piacere e un privilegio giocare con lui nel Vélez».
Nell’Argentina di Messi – «In questi mesi sono rimasto in contatto con il commissario tecnico Scaloni in vista di una nuova eventuale chiamata. Indossare la maglia della propria nazione è una sensazione unica, così come poter giocare al fianco di Messi: non scorderò mai quel momento. Nello spogliatoio Leo si comporta come un normale compagno di squadra, ma sul rettangolo verde è di un altro pianeta, un extraterrestre».
Cuore Canalla – «Ebbene sì, sono tifoso del Rosario Central…».
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