Fenucci: “Il Bologna è una squadra unica, tifarla è un privilegio. I titoli appartengono al passato, ma lavoriamo per tornare grandi”
Questa mattina, nella splendida cornice di Villa delle Rose, l’amministratore delegato del Bologna Claudio Fenucci, affiancato per l’occasione dal sindaco Virginio Merola, ha inaugurato con un discorso molto sentito la mostra Atleti, cavalieri e goleador, una delle tante iniziative organizzate dalla società rossoblù per festeggiare assieme ai tifosi i 110 anni di storia del club. Ecco le sue parole:
110 anni d’amore – «È un’occasione importante, un giorno speciale, il compleanno di tutta la nostra comunità. Qui inauguriamo una mostra all’interno della quale abbiamo conservato alcuni pezzi della storia del club. Sono stati 110 anni di passione, gioia per le tante vittorie del passato e sofferenza per alcune stagioni meno felici, ma penso siano stati soprattutto 110 anni d’amore. L’amore che lega i tifosi alla squadra ma anche alla città, ed è quello che abbiamo voluto riportare qui dentro. I più grandi potranno rivivere le emozioni del passato, ricordando di averci partecipato in prima persona, perché il calcio non è solo una cronologia di risultati ma anche un racconto di storie individuali vissuti partecipando a questi risultati. I più giovani, invece, avranno la possibilità di conoscere cos’è il Bologna».
Prestigio rossoblù – «Siamo la quarta società per titoli vinti in Italia, siamo i primi ad aver battuto una squadra inglese e i primi ad aver vinto un importante trofeo internazionale, quindi la storia del Bologna è la storia del calcio italiano. Quella rossoblù è una storia lontana e così lo sono i trofei vinti, ma questi ultimi appartengono ad un calcio passionale, molto lontano da quello industrializzato di oggi. Allora era forte l’amore per la propria maglia, penso ad esempio a Schiavio e Bulgarelli, che hanno vissuto la loro intera carriera nel nostro club, ed era un tempo in cui la competenza vinceva sul valore economico. In quegli anni il Bologna dominava la scena, e ancora oggi quando si tifa per il Bologna si tifa per qualcosa di unico e speciale».
We Are One – «Io, tutti i dirigenti e il presidente Saputo possiamo solo essere onorati di rappresentare questo club, e l’impegno che ci prendiamo è quello di crescere ogni giorno sotto il profilo sportivo ma anche organizzativo. Vogliamo essere all’altezza di un territorio di eccellenze industriali ma nella quale non si vive solo una realtà economica elevata, ma dove c’è anche un tessuto sociale storicamente ospitale e di grande cultura. Io non sono bolognese ma sono innamorato di Bologna, e noi che rappresentiamo una parte di questa realtà dobbiamo cercare di fare sempre di più, migliorandoci per costruire un percorso diverso rispetto a quello del passato, senza cedere alla tirannia del fatturato».
Non solo fatturato – «Oltre ad essere una società efficiente e organizzata e all’altezza dei tifosi, vogliamo mantenere i valori etici e morali della trasparenza, che sono alla base del mio e del nostro lavoro. Penso al presidente Gazzoni, con cui in passato abbiamo intrapreso battaglie contro un calcio inquinato da comportamenti non trasparenti, per cui è forte la nostra volontà di essere un club diverso».
Niente è come il Bologna – «Questa mostra è dedicata ai tifosi. C’è una sezione appositamente studiata per loro, per chi è già orgoglioso di tifare questo club e deve esserlo, perché il Bologna è una squadra unica, diversa da tutte le altre. Per questo sono felice di essere qui ad augurare buon compleanno a tutti noi, e forza Bologna più che mai!».