Questa sera Claudio Fenucci, amministratore delegato del Bologna, è stato intervistato da Emilio Marrese su Radio Nettuno Bologna Uno, durante il programma Tempo Perso. Ecco tutte le sue dichiarazioni, suddivise per argomenti principali:
COVID sconfitto – «La battaglia contro il virus non è stata facile per le preoccupazioni legate a questa patologia. Per fortuna la mia forma, al pari di quella contratta dalle mie figlie, era leggera, e adesso stiamo tutti bene».
Mercato in entrata e in uscita – «Approcciandoci al mercato dobbiamo innanzitutto considerare la crisi economica che stiamo vivendo, poi adeguarne le strategie. Ciò significa che non è sempre possibile affiancare le esigenze economiche a quelle della parte sportiva: oggi ad esempio mancano sia i ricavi diretti, quelli provenienti da biglietti e hospitality per le aziende, ma anche quelli relativi al numero delle transazioni dei calciatori, che è calato notevolmente rispetto all’anno scorso. Se a gennaio ci saranno opportunità in linea con le nostre idee, ovvero giovani da far crescere che possono migliorare l’attuale rosa, saremo bravi a sfruttarle. Al momento non abbiamo fatto previsioni, ma cercheremo di non cedere nessuno».
Bani al Genoa – «Il ragazzo ha avuto la possibilità di migliorare il suo contratto e di giocare come titolare, noi intanto abbiamo arretrato Medel e in futuro potremmo andare in cerca di un altro difensore centrale».
Saputo c’è – «Il presidente sta bene, ci segue sempre con affetto e vorrebbe venire qui, ma purtroppo al momento non può. Comunque ci sentiamo ogni giorno, è molto partecipe e mi racconta di come vive le partite, informandosi costantemente».
Vittoria preziosa a Marassi – «Fino a ieri avevamo offerto prestazioni positive non accompagnate sempre dai risultati. Si dice sempre che nel calcio i risultati dipendono dalla qualità tecnica e dagli episodi… Una squadra che svolge un gran volume di gioco come il Bologna, dunque, deve avere la capacità di far girare gli episodi a suo favore, evitando di incassare determinati gol e facendone di più».
Ranieri polemico – «Apprezzo tanto Ranieri sia come tecnico che come persona. Una squadra giovane come la nostra, però, non ha le caratteristiche per fare questi sotterfugi al fine di perdere tempo: noi proponiamo sempre gioco, e in certi frangenti commettiamo ancora qualche ingenuità, tant’è che pure a Genova abbiamo rischiato nel finale».
Record negativo di gol subiti – «Personalmente è dal 1996 che lavoro con allenatori che propongono gioco. Da due anni a queste parte in Serie A si segna tanto, la nostra filosofia è di cercare di fare un gol in più dei nostri avversari e questo rende tutte le partite molto più divertenti, ancor di più quando si vince».
Riforma playoff – «Sono legato alle tradizioni di questo sport, avevo sei anni quando sono entrato in uno stadio per la prima volta, sono stato prima un tifoso che un dirigente. Premesso questo, credo che in futuro andrà ridiscussa la formula del campionato, e l’avvento dei playoff permetterebbe a più squadre di lottare per lo scudetto».
Media company della Lega – «L’operazione è dettata da un fatto strategico. In sintesi, la creazione di una media company che gestirà i diritti televisivi e gli altri diritti collettivi è necessaria nel momento in cui ci sono cambi evidenti nel mondo dei media: il mercato sta mutando in maniera radicale e anche lo sport si deve adattare. Per farlo potrebbe essere necessario investire in una piattaforma, quindi per semplificare il tutto si è pensato di effettuare una transizione di quello che è il contenuto dei media nel calcio. Ma c’è ancora tanto da fare, partendo dalla scrittura del contratto, comunque la distribuzione delle risorse alle società avverrà su un periodo pluriennale. Avendo poi scelto il partner per questa transizione, la Lega si dovrà occupare di una nuova costruzione del prodotto calcio, senza trascurare gli stadi, che al momento sono uno dei fattori di ritardo del calcio italiano rispetto agli altri campionati».
Denaro fresco per le società? – «Vanno rispettati alcuni profili giuridici, dato che la Serie A non è formata da società definite. Le risorse saranno distribuite nel tempo e potranno certamente aiutare i club, se verranno spese bene, per migliorare gli impianti, i centri sportivi e il contesto nel cui il calcio viene sviluppato. Le risorse saranno sempre distribuite secondo la Legge Melandri, con una parte mutualistica (50%) e una parte legata all’audience TV e alle presenze allo stadio. Per quanto riguarda le differenze di fatturazione tra società, si parla di un grande tema visto che ce ne sono alcune che nel tempo sono arrivate a fatturare così tanto da essere irraggiungibili, non solo in Italia».
La proposta di Gravina: tetto ai salari – «Il campionato italiano è quello che ha il rapporto più elevato tra stipendi dei calciatori e fatturato. Il contesto è complicato, il nostro calcio ha delle dinamiche competitive difficili, comprese quelle che vi ruotano attorno. Credo che vadano ripensati alcuni sistemi di controllo soft dei rapporti tra salari e fatturati: non si possono proporre salari tipo NBA, perché la legislazione non lo consentirebbe, ma le società dovrebbero mettersi a studiare come proteggersi da loro stesse, perché talvolta si pongono in uno stress competitivo che diventa davvero dannoso».
Mille biglietti (prima del nuovo Dpcm) – «In quel periodo abbiamo gestito i posti per favorire i contratti di sponsorizzazione con i partner, inoltre ci è sembrato giusto dare un riconoscimento agli operatori sanitari che hanno lottato in prima linea contro il COVID in questi mesi difficili».
Modelli a confronto – «Abbiamo un ottimo rapporto col Sassuolo, loro hanno iniziato un percorso con grande competenza e hanno fatto le scelte giuste con lo stadio, gli allenatori e il mercato, riuscendo a crescere e a trovare i risultati. Noi siamo sulla stessa strada, e la partita persa contro di loro è un rimpianto. Il nostro obiettivo è quello di migliorare anno dopo anno, e credo che i tifosi possano ritenersi soddisfatti guardando la nostra rosa».
Struttura e ambizione – «Come società abbiamo fatto tutto il possibile per dotarci di professionisti qualificati. Bigon e Sabatini hanno ottimi curriculum e sono grandi professionisti, tutto il team lavora coordinandosi con la parte sportiva, i processi di selezione sono molto strutturati e si basano su uno scouting ramificato, inoltre stiamo cercando nei limiti economici dell’ultimo anno di migliorare sempre. Se poi guardiamo l’età media della squadra, penso appunto che ad oggi siamo su un buon percorso di crescita. Non so dove potremo arrivare, ma abbiamo una proprietà forte che continuerà ad investire, un ottimo staff e una buona rosa, con un grande allenatore che incarna la voglia di lottare e fare bene».
Restyling Dall’Ara e stadio temporaneo – «Lavoriamo ogni giorno sul progetto. Dopo la dichiarazione di pubblica utilità da parte della Giunta è partito il lavoro di progettazione, che si sta concludendo, e tra poco arriverà il progetto definitivo. Intanto iniziamo a ragionare su dove giocherà il Bologna durante i lavori, e anche qui il dialogo col Comune è aperto. Il desiderio mio, del presidente Saputo e di tutta la società è quello di tenere qui la squadra, ma è necessario uno sforzo con anche il coinvolgimento delle Istituzioni. Vogliamo che il BFC continui a giocare nella città in cui ha fatto la storia: se poi non si dovessero trovare le condizioni saremo costretti ad andare fuori, ma prima sondiamo tutte le opzioni qui».
Onorare la coppa – «La Coppa Italia rappresenta la possibilità di vincere un trofeo, ci teniamo tantissimo e ci impegneremo per passare quanti più turni possibile. Mercoledì affrontiamo uno Spezia che gioca bene e sta dimostrando di essere una buona squadra, non sarà facile ma vogliamo vincere».
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