Oggi pomeriggio a Palazzo d’Accursio, nel corso di una seduta straordinaria del Consiglio comunale, è stata conferita a Sinisa Mihajlovic la cittadinanza bolognese onoraria. Alla cerimonia, introdotta dalla presidentessa del Consiglio comunale Maria Caterina Manca e dal sindaco Matteo Lepore, erano presenti anche la moglie Arianna, il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini e il grande amico Gianni Morandi. Di seguito le parole pronunciate dall’allenatore del Bologna durante il suo discorso e poi ai microfoni dei giornalisti, e quelle degli altri protagonisti.
Matteo Lepore: Sinisa uno di noi – «Diamo ufficialmente il benvenuto tra noi bolognesi a Sinisa Mihajlovic. Il riconoscimento non arriva per meriti sportivi, bensì per un altro tipo di esperienza di vita vissuta. Ricordo che una volta incontrai il mister in campo, gli chiesi come si trovava a Bologna e lui mi rispose: “È impossibile trovarsi male a Bologna”. Il suo rapporto con la città, al di là della malattia, spero sia speciale, perché siamo una comunità unita e cerchiamo il più possibile di non trovare da dire con nessuno, considerando ogni tipo di diversità come un valore importante. Gli ospedali sono una delle principali rappresentazioni di ciò che Bologna sa fare: chi viene a vivere qui sa che troverà una grande accoglienza. Quando capitano malattie così terribili non è coinvolto solo l’individuo in sé ma tutta la famiglia, nel caso specifico anche un intero club, una tifoseria, una città, ma Bologna sa farsi carico delle persone più fragili e non le lascia mai sole. Sinisa, sapere che adesso sei dei nostri ci fa un grandissimi piacere».
Sinisa Mihajlovic: un grande onore – «Sono davvero onorato e commosso per questo riconoscimento, soprattutto perché arriva da Bologna, che ha un patrimonio culturale immenso: con una cultura del genere, lo spessore della città non è sorprendente, così come non sorprende il fatto che Bologna sia ai primi posti nelle classifiche nazionali per qualità della vita. Ho controllato chi ha ricevuto la cittadinanza onoraria in passato, è incredibile vedere il mio nome accanto a quelli di Garibaldi, Carducci, Verdi e Wagner».
Sinisa Mihajlovic: due ‘miracoli’ – «Il destino ha voluto che la malattia si manifestasse a Bologna, che possiede i migliori centri di ricerca oncologica, come il Sant’Orsola. Sono stato fortunato, ma sul piano sportivo anche Bologna lo è stata, quando nel 2019 mi è stato chiesto di salvare la squadra: non ho mai avuto dubbi sull’impresa di quell’anno, con me c’erano professionisti straordinari e non solo ci siamo salvati, ma siamo anche arrivati decimi».
Sinisa Mihajlovic: mai mollare – «Non abbiate vergogna se vi ritroverete a dover gestire momenti brutti o poco felici: la vita non si vive in assenza di problemi, si vive nonostante i problemi. La malattia è una doppia cittadinanza, la prima in salute e la seconda in malattia, tutti quanti siamo costretti a riconoscerci cittadini del secondo Paese e col secondo passaporto. Quando ti ritrovi dentro ad un periodo così, la vita ti fa capire molte cose, così come la famiglia e i veri amici, ovvero coloro che ci saranno sempre».
Sinisa Mihajlovic: ringraziamenti – «Dedico questo riconoscimento alla mia famiglia, ai medici, al personale sanitario, agli amici, al Bologna FC con in testa Saputo e Fenucci, al mio staff e ai miei calciatori: senza di loro il mio recupero certamente sarebbe stato diverso. E poi a Bologna tutta, perché la sua vicinanza si è fatta sentire ed è stata talmente forte da darmi la carica per affrontare meglio le durissime terapie a cui venivo sottoposto. Grazie di cuore a tutti».
Sinisa Mihajlovic: dichiarazioni alla stampa – «Bologna mi ha trattato veramente come un figlio, quello che è successo sembra la trama di un film e credo di essere il primo sportivo a ricevere questo tipo di onorificenza. Io sono semplicemente me stesso, uno zingaro che si trova bene dappertutto, ma Bologna è speciale e rimarrà per sempre nel mio cuore. Insieme abbiamo fatto grandi cose, la gente di Bologna è educata e civile, molto gentile e disponibile, per certi versi ricorda quella del mio Paese: i serbi, nel profondo del cuore, sono un po’ come i bolognesi».
Gianni Morandi: Sinisa, uomo e mister speciale – «Impossibile dimenticare il periodo della sua malattia: lo andavo a trovare spesso, e pur con tutte le precauzioni del caso riuscivamo a chiacchierare e anche a sorridere. Qui Sinisa è stato accolto e curato al meglio, e saperlo oggi cittadino bolognese è una grande emozione: ha dato tanto alla città, ha dimostrato di volerci bene e merita pienamente questo importante riconoscimento. A livello calcistico mi auguro che il club se lo tenga stretto per parecchi anni, perché sta facendo fare alla squadra dei notevoli passi avanti».
Foto: bolognafc.it