Mihajlovic premiato ai Gazzetta Sports Awards: “Durante la mia battaglia mi sono sentito parte di una grande famiglia”
Un riconoscimento importante per Sinisa Mihajlovic, che oggi a Milano è stato premiato nell’ambito dei Gazzetta Sports Awards. Una volta salito sul palco, il tecnico del Bologna ha raccontato la sua battaglia contro la leucemia, sottolineando come quello ricevuto dalla ‘Rosea’ sia «un premio prestigioso che mi onora e mi fa piacere». Ecco le sue principali dichiarazioni:
Quattro momenti da calciatore – «Il primo è il pallone di pelle comprato da mio padre. Poi la mia prima scarpa, usavo quelle da rugby. Quando ho vinto la Coppa dei Campioni con la Stella Rossa: entrare nella storia del calcio slavo è stato fantastico. Il quarto momento è quando ho avuto la fortuna di giocare con Roberto Mancini, gli ho fatto fare un sacco di gol».
Io allenatore – «Ho cominciato a fare questo lavoro grazie a Mancini: una delle soddisfazioni più grandi è stata fare il c.t. della mia Nazionale, ma non dimentico anche i periodi al Milan e alla Sampdoria. E poi Bologna, lo scorso anno abbiamo fatto un mezzo miracolo».
La malattia – «L’affetto ricevuto mi ha aiutato molto. Non volevo fare l’eroe ma io affronto i problemi così, non mi piace scappare. Ho continuato a fare il mio lavoro perché mi faceva sentire vivo, in ospedale non vedevo l’ora di osservare l’allenamento dei miei ragazzi in diretta video. E poi devo dire grazie alla mia famiglia, a mia moglie Arianna, che è stata tutti i giorni con me dormendo su una sedia, e ai miei figli, la mia vita. Senza dimenticare le tifoserie, l’intero mondo del calcio: ringrazio tutti perché mi sono sentito parte di una grande famiglia, quindi in obbligo di far capire alle persone che non bisogna aver paura, ma voglia di combattere. Poi non è detto che tutti debbano affrontare la malattia nel mio stesso modo, ma bisogna darsi piccoli obiettivi quotidiani».
I rimpianti – «Mio padre aveva il cancro e io non l’ho potuto abbracciare per l’ultima volta. Ora quando bevo la grappa ne prendo una per me e una per lui».
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