Il numero odierno di Sportweek, celebre settimanale allegato alla Gazzetta dello Sport, contiene una lunga ed emozionante intervista a Sinisa Mihajlovic, in cui il tecnico del Bologna ripercorre gli ultimi cinque mesi della sua vita, contraddistinti da una strenua e coraggiosa lotta contro la leucemia. Ecco un piccolo estratto, contenente alcune risposte relative al mondo rossoblù tra passato, presente e futuro:
Medel e una lite… vincente – «L’ho fatto un po’ apposta, cercavo un pretesto per dare una sveglia a tutti e forse anche per risentirmi anch’io come sono sempre stato. Quando Gary ha reagito verso di me, mi è partita un po’ la brocca, poi però mi sono fermato. In passato se un mio giocatore mi avesse mandato a quel paese lo avrei strozzato in campo, ora invece… Gli ho parlato negli spogliatoi, quella scintilla è servita per vincere. Non perdo più la lucidità».
Noni, ma si può fare meglio – «È un grande risultato. E il merito va alla società, allo staff tecnico, alla squadra. Io ho fatto poco… Sono stati bravi a tenere botta durante la mia assenza. Sapevo che avremmo perso qualcosa, ma che se il lavoro di base fosse stato portato avanti bene, poi al rientro sarei riuscito ad intervenire su quei tanti piccoli particolari che alla fine fanno la differenza e, sommati tutti, ti consentono di accelerare. Non tutto durante la mia assenza mi è piaciuto, ma è normale potendo interagire solo da un letto d’ospedale, ora però stiamo tornando sulla strada giusta».
A ridosso dell’Europa – «L’obiettivo è migliorare il decimo posto dello scorso anno. Sognare un posto in Europa dipende dal mercato di gennaio, che deve essere mirato su quel che serve, altrimenti meglio restare così come stiamo. Ma anche da cosa faranno le squadre che sono più attrezzate di noi».
Ibra, mi dispiace per te – «Penso che si sarebbe divertito più qui e sarebbe stato bello per lui, per la città, per la società. La squadra avrebbe giocato al suo servizio. Ma non ho nulla da rimproverargli. Mi aveva detto che se avesse scelto Bologna lo avrebbe fatto per me. Ma poi contano anche le scelte familiari e altre componenti. Ibra mi ha chiamato prima di decidere, è stato di parola e resta un caro amico a cui voglio molto bene. Vorrà dire che mi toccherà batterlo sul campo…».
Orso & Don Rodrigo – «Orsolini è un po’ allegrotto, ma ha tanti margini di miglioramento e se non si monta la testa arriverà lontano. Palacio vorrei congelarlo e tenermelo a lungo così com’è adesso, perché unisce intelligenza e maturità a un fisico da ragazzino».
Foto: bolognafc.it