Dalle corse in Regno Unito e Irlanda alle corsie dei reparti pediatrici, dalle battute di caccia in Spagna alle stanze dei piccoli pazienti. Il progetto Pet Co-Therapy porta i levrieri salvati dai maltrattamenti all’interno dell’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola con l’obiettivo di sostenere, attraverso i cosiddetti ‘interventi assistiti con animali’, il benessere di tutti i bambini e degli stessi cani. La nuova iniziativa, nata grazie alla collaborazione tra l’IRCCS e l’associazione FANEP (Famiglie Neurologia Pediatrica) e al fondamentale sostegno di Fondazione Elisabetta Franchi Onlus e Bologna FC 1909, è stata inaugurata ufficialmente lo scorso mercoledì 15 novembre con una visita all’IRCCS della stilista e imprenditrice insieme ad una delegazione del club rossoblù composta dall’amministratore delegato Claudio Fenucci, dal responsabile marketing e commerciale Christoph Winterling e dai calciatori Lorenzo De Silvestri, Charalampos Lykogiannis, Riccardo Orsolini e Federico Ravaglia.
Il progetto parte già con un respiro biennale: otto levrieri (accompagnati dai relativi conduttori/proprietari volontari) incontreranno i bambini ricoverati presso le Unità Operative di Neurologia Pediatrica, Pediatria d’Urgenza e Pediatria Specialistica del Sant’Orsola. Gli interventi ospitati nei reparti prevedono interventi di tipo educativo pensati per motivare i piccoli pazienti, aumentarne l’autostima e stimolarne la comunicazione verbale e le interazioni sociali.
Cosa sono gli interventi assistiti con animali
Il progetto nasce dall’esperienza ultradecennale dell’associazione FANEP nell’ambito degli interventi assistiti con animali. Genericamente indicati col termine di ‘Pet Therapy’, gli interventi assistiti con gli animali comprendono una vasta gamma di progetti finalizzati a migliorare la salute e il benessere delle persone con l’ausilio di animali da compagnia. «Gli animali domestici possono svolgere anche un importante ruolo di mediatori nei processi terapeutico-riabilitativi ed educativi – si legge infatti nelle linee guida nazionali del Ministero della Sanità – e il loro impiego, in ambito terapeutico, non solo ha avuto una notevole diffusione ma, uscito dall’empirismo iniziale, sta seguendo sempre più un approccio scientifico».
Il progetto in questione si definisce più propriamente ‘Pet Co-Therapy‘: «Parliamo di ‘co-terapia’ per evidenziare l’approccio alle medicine integrate che si affiancano alle medicine tradizionali – spiega la dottoressa Simona Simone di FANEP –. Cioè non si sostituiscono né si oppongono ad esse ma ne sostengono i percorsi naturali di miglioramento della salute».
Nello specifico, il progetto si propone di favorire l’integrazione all’interno dell’ambiente ospedaliero, costruire occasioni di contatti significativi con l’ambiente per migliorare la compliance, ossia l’adesione e la partecipazione del paziente al percorso di cura, la creazione di momenti lucidi ed espressivi per migliorare la qualità di vita e di degenza, l’elaborazione di un’esperienza emotiva condivisa e la creazione di interventi educativi nell’ambito delle difficoltà relazionali e del disagio emotivo.
«Interagire con gli animali insegna ai bambini a rispettarli, a capire le loro modalità comunicative, ad averne cura, cose che sono loro dovute – afferma Marcello Lanari, direttore Pediatria IRCCS Policlinico di Sant’Orsola –. Un animale affidato ad un bambino, compatibilmente con la sua potenzialità di interazione, lo stimola ad assumere delle responsabilità nei confronti dello stesso, capacità che poi sarà espressa in altri ambiti durante la sua vita. Ritengo che regalare un animale da compagnia ad un bambino sia il dono più bello e formativo che gli si possa fare. Questo progetto avvicina animali che sono stati vittime di violenza o abbandono a bambini che, in questa precisa fase della vita, vivono un momento di difficoltà. Il contatto tra loro non può che stimolare sentimenti positivi, di tenerezza, e aiutare entrambi a vivere dei momenti di serenità e svago. Siamo grati, insieme ai nostri bambini e alle loro famiglie, alla signora Elisabetta Franchi e al Bologna FC per il sostegno a questa bellissima iniziativa».
«Festeggiamo questo progetto come un’ulteriore importante crescita nella cura dei nostri piccoli – afferma il prof. Duccio Maria Cordelli, direttore Neuropsichiatria Pediatrica ISNB –. Gli interventi assistiti con animali, utilizzati in modo integrato con le più moderne terapie mediche e chirurgiche, hanno ormai una efficacia scientificamente consolidata nell’influenzare positivamente i percorsi di guarigione anche e in particolare nei bambini con gravi patologie del sistema nervoso centrale. Vedere il legame unico che questi splendidi animali riescono a creare coi nostri bimbi speciali è fonte di gioia, soddisfazione e stimolo anche per noi professionisti. Ringrazio di cuore FANEP, Bologna FC e Fondazione Elisabetta Franchi».
«Nel nostro reparto curiamo con i farmaci e col bisturi le malattie più terribili che coinvolgono il cervello e il midollo spinale dei bambini – afferma Mino Zucchelli, direttore della Neurochirurgia Pediatrica ISNB –. Per loro questi meravigliosi animali non sono solo una distrazione, ma una vera e propria componente della cura che accelera la guarigione, e il loro sorriso ne è la prova».
Il ruolo del brand Elisabetta Franchi e del Bologna FC 1909
Il progetto nasce grazie al generoso contributo della Fondazione Elisabetta Franchi Onlus e del Bologna FC 1909. Due realtà centrali a Bologna, che hanno raccolto e donato a FANEP i 27 mila euro necessari per l’implementazione del servizio di Pet Co-Therapy. Il brand Elisabetta Franchi e il Bologna Fc1909 hanno cominciato a unire le forze per questo progetto già nel corso della scorsa stagione sportiva con la realizzazione di una quarta maglia da gioco in edizione limitata. Disegnata da Elisabetta Franchi, partner del club rossoblù, e indossata dai giocatori del Bologna unicamente sul campo dello stadio Dall’Ara in occasione della gara contro l’Atalanta dello scorso 9 gennaio, la quarta maglia è stata protagonista di un’asta benefica online: i proventi raccolti sono stati poi integrati da un ulteriore contributo di Elisabetta Franchi e del Bologna e l’intera cifra destinata al finanziamento di questo progetto.
«Sono fortemente convinta che questi levrieri, meravigliose e dolcissime creature, possano veramente regalare tanto amore e momenti di serenità a questi bimbi – dichiara Elisabetta Franchi, stilista e imprenditrice –. Questa è un’ambiziosa attività, utile a ricordare nuovamente a tutti noi quanto sia preziosa e unica la relazione tra l’uomo e i nostri amici a quattro zampe».
«Il Bologna è un club profondamente radicato sul territorio e può rappresentare un riferimento per numerosi progetti di solidarietà – dichiara Claudio Fenucci, amministratore delegato del Bologna FC 1909 –. Abbiamo una notevole forza e valenza comunicativa e, grazie alla collaborazione con partner di spicco, come in questo caso Elisabetta Franchi, siamo in grado di mobilitare risorse e dare vita a progetti di responsabilità sociale. È un nostro dovere ma anche fonte di soddisfazione avere un’area all’interno del club che si occupa esclusivamente di queste iniziative, al fine di rafforzare sempre di più il legame con la città e la provincia di Bologna».
L’équipe multidisciplinare
Il coordinamento del progetto sarà affidato a FANEP nella figura della psicologa Simona Simone, coadiuvata da Daniela Poggioli e Daniele Terni, direttore sanitario Ospedale Veterinario I Portoni Rossi. L’équipe multidisciplinare sarà inoltre arricchita dalla presenza della dott.ssa Paola Gualandi, psicologa della Neuropsichiatria Pediatrica, oltre che dei proprietari dei cani volontari e dei volontari FANEP.
«Dopo anni di impegno siamo riusciti ad arrivare nelle corsie raccogliendo l’entusiasmo e la gioia di tantissimi bambini e delle loro famiglie – dichiara Emilio Franzoni, presidente di FANEP –. In questo clima di benessere vogliamo coinvolgere anche il personale sanitario che abbiamo visto condividere questa esperienza con noi. Ringraziamo come associazione tutti coloro che si sono adoperati per sostenere il progetto: dall’Azienda Ospedaliera all’imprenditrice e stilista Elisabetta Franchi e al Bologna FC. Durante la visita all’IRCCS tutti hanno mostrato un grande interesse e coinvolgimento per il sorriso dei bambini e la docilità dei cani».
La storia degli amici a quattro zampe coinvolti nel progetto
Sono prevalentemente levrieri salvati dall’Irlanda e dalla Spagna, dove vengono utilizzati in corse e competizioni e nella caccia a vista. In questi paesi non esiste una legge che li tuteli da maltrattamenti, abbandoni e uccisioni. I galgo e i greyhound sono cani particolarmente docili, collaboranti, affabili, dalla fine intelligenza emotiva ed estremamente sensibili all’altro, ma soprattutto delicatissimi coi bambini più fragili.
Il progetto coinvolge un gruppo di cani adottati perfettamente empatici, integrati nelle famiglie e nella vita sociale da anni che si sono rivelati particolarmente adatti a svolgere queste attività. Qualche esempio: Cesare è un greyhound ‘scartato’ da cucciolo dai trainer irlandesi perché fisicamente inadatto a gareggiare in pista. Cloeìver invece è un greyhound che ha gareggiato nelle competizioni in Irlanda e che ha rischiato di essere abbattuto perché incapace di vincere altre gare. Marengo è un galgo sfruttato nella caccia a vista in Spagna per diversi anni e poi abbandonato in pessime condizioni.
Fonte e foto: bolognafc.it