Ieri pomeriggio Stefan Posch è stato raggiunto dai giornalisti presenti nel ritiro dell’Austria, intenta a preparare le partite di qualificazione ai prossimi Europei contro Belgio e Svezia, e ha parlato in particolare delle voci che lo vedrebbero nel mirino della Roma di José Mourinho. Quest’oggi, inoltre, il sito sportivo austriaco Laola1 ha pubblicato un’intervista realizzata sempre col difensore del Bologna, che ha esternato le sue emozioni e considerazioni al termine della prima e molto positiva stagione in maglia rossoblù. Di seguito tutte le dichiarazioni del 26enne, suddivise per argomenti principali.
Da ‘sconosciuto’ a protagonista – «All’inizio non pensavo che sarei andato a giocare in Italia, poi però è arrivata l’opportunità e mi sono detto: ci voglio provare. Il campionato è molto diverso da quello tedesco, perché in Bundesliga prevalgono la fisicità e il dinamismo mentre la Serie A è migliore sul piano qualitativo, ma col senno di poi posso dire che è stata una buona idea: sto raccogliendo degli ottimi frutti».
Ambientamento perfetto – «Ho vissuto una stagione molto positiva e piena di tante cose, cambiare club e Paese mi ha fatto crescere. Penso sia stato importante approcciarmi ad un nuovo ambiente e ad una nuova sfida, mi ha dato forti motivazioni. Inoltre, il cambio di posizione da centrale a terzino destro mi ha aiutato ad emergere».
Gap linguistico – «Prendo regolarmente lezioni di italiano, anche perché il nostro allenatore non usa molto l’inglese e quindi è meglio impararlo: ora lo capisco abbastanza bene, ma parlarlo mi risulta ancora un po’ difficile. Comunque mi faccio capire, del resto il linguaggio del calcio si apprende in fretta (sorride, ndr). Il nostro è uno spogliatoio internazionale e altri cinque giocatori parlano tedesco, ma devo cercare di usarlo il meno possibile altrimenti poi faccio fatica con l’italiano (sorride, ndr)».
Da centrale a terzino – «Non posso considerarmi un vero e proprio terzino di spinta, ho caratteristiche più difensive e spesso vado in aiuto dei due centrali, formando una linea a tre. Diciamo che sono un po’ una via di mezzo tra i due ruoli, però col passare delle settimane ho trovato il coraggio e la fiducia per propormi sempre di più sulla fascia, lavorando tanti palloni».
Ruolo che convince non si cambia – «Staziono a destra ormai da gran parte dell’anno. Mi piace giocare anche come difensore centrale, ma ad oggi mi vedo più a destra, il che potrebbe darmi un piccolo vantaggio in nazionale perché solo avere molte più opzioni nel mezzo che a destra».
Bomber (più o meno) a sorpresa – «Sei gol sono davvero tanti, specie per un difensore! All’Hoffenheim mi ci era voluto del tempo per trovare il primo, la scorsa stagione ne avevo segnati due. Sentivo però che era qualcosa nelle mie corde, e quest’anno sono letteralmente esploso sul piano realizzativo. Colpi di testa? Ci lavoro tanto, durante e dopo gli allenamenti, ma da lì a pensare che avrei segnato così tanto ce ne passa (sorride, ndr)».
Riscatto rossoblù – «Sarei stato sorpreso se avessero deciso di non tenermi (sorride, ndr)…».
Voci sulla Roma – «Penso sia superfluo dire che sarebbe affascinante lavorare con Mourinho, ma al momento parliamo di nulla, non c’è stata nessuna proposta concreta. Ho un contratto col Bologna, nel calcio non si può mai sapere cosa accadrà ma lì sto bene e sono contento: mi sono adattato bene al tipo di calcio di Motta, gioco sempre e quest’anno abbiamo ottenuto dei buoni risultati. Poi certo, uno dei miei obiettivi è giocare a livello internazionale e credo sia normale puntare sempre più in alto, ma questo vale per tutti i professionisti».
Foto: Eva Manhart