Saputo cittadino onorario di Bologna: “Orgoglioso ed emozionato, mi sento parte di una famiglia. Credo che Dall’Ara sarebbe orgoglioso di vedere il BFC in Champions”
Oggi pomeriggio a Palazzo D’Accursio, nel corso di una seduta straordinaria del Consiglio comunale, è stata conferita al presidente rossoblù Joey Saputo la cittadinanza onoraria della città di Bologna. Alla cerimonia, introdotta dalla presidente del Consiglio comunale Maria Caterina Manca e dal sindaco Matteo Lepore, erano presenti anche la moglie Carmie, il figlio Luca e, a rappresentare il Bologna FC 1909, tutto lo staff dirigenziale insieme ai calciatori Lorenzo De Silvestri, Lewis Ferguson, Riccardo Orsolini e Federico Ravaglia. Di seguito le parole pronunciate dal patron del club felsineo durante il suo discorso, precedute da quelle degli altri protagonisti.
Maria Caterina Manca – «Per ognuno dei consiglieri, che con voto unanime hanno deciso di assegnare la cittadinanza onoraria a Joey Saputo, è un vero onore: si tratta della più alta onorificenza civica del Comune di Bologna. A Saputo va riconosciuto il merito di aver trasformato il Bologna FC 1909 in una presenza stabile in Serie A e di averlo poi condotto in Champions, scegliendo di investire nel club e nella città, portando avanti un progetto di crescita sportiva ed economica senza snaturare il legame coi tifosi. La sua gestione è stata un perfetto mix di ambizione e tradizione».
Matteo Lepore – «Saputo riceve il presente riconoscimento per essere pienamente parte della nostra comunità: Joey è un imprenditore, un amico e un cittadino bolognese a pieno titolo, siamo felici di dargli il benvenuto per il percorso fatto fin qui e per quello che abbiamo davanti. Joey è un esempio per le nuove generazioni, e mai come oggi abbiamo bisogno di esempi: per noi il Bologna FC 1909 è soprattutto questo, prima ancora dei successi sul campo, perché la maglia rossoblù è sempre stata il forte legame che tiene insieme i padri con i figli e le figlie. Il calcio, oggi, rappresenta determinati valori nella nostra città.
Ho sempre apprezzato la scelta di investire sulla città di Bologna con competenza e facendo le cose per bene: dopo dieci anni è stato raggiunto un grande obiettivo, e per riuscirci occorre lavorare bene e saper svolgere il proprio ruolo a pieno, e proprio questo significa dare l’esempio. Un secondo valore molto importante per noi è la parola ‘libertà’. Bologna è una città che rende liberi, e quello che facciamo tramite lo sport può rendere liberi i cittadini di oggi e di domani: abbiamo la responsabilità di generare speranza. L’amore di Saputo per Bologna ha generato qualcosa di veramente importante, partendo dalle migliaia di persone che vivono con partecipazione lo stadio: è un patrimonio di valori, idee e amicizia che vogliamo continuare a preservare».
Joey Saputo – «Sono orgoglioso ed emozionato nel ricevere la cittadinanza onoraria della città di Bologna. Mi torna in mente la prima volta qui, non nel 2014 quando entrai nel club due anni prima, quando portammo Marco Di Vaio a giocare negli Impact: c’era la neve e pensai che non sarebbe stata così diversa da Montreal, quasi fosse un segno del destino.
Quella di oggi è una buona occasione per tracciare un bilancio. Sono stati dieci anni bellissimi e indimenticabili, fatti anche di sofferenza, ma quando ho acquistato la maggioranza del club era mia intenzione costruire qualcosa partendo dal basso. I risultati sul campo sono come i frutti di un albero che deve avere radici profonde e tronco robusto, e noi ci abbiamo lavorato per tanto tempo. Il bilancio, quindi, è senza dubbio positivo. Quando il Bologna compirà 115 anni saremo a giocare in Champions League a Liverpool, ad Anfield, uno degli stadi più iconici del mondo: credo che Renato Dall’Ara ne sarebbe orgoglioso, come tutti i cittadini bolognesi.
Bologna è una famiglia, lo ha dimostrato con Sinisa Mihajlovic e lo dimostrano ogni giorno i tifosi che mi fermano e mi dicono che i loro padri sarebbero stati felici di rivedere la squadra in Europa. Il Bologna FC 1909 è al servizio del tessuto sociale cittadino e Bologna è bella in ogni angolo. Questa città è sempre stata aperta al mondo, e chi arriva da fuori non può che sentirsi abbracciato e protetto: come cantava Lucio Dalla, “a Bologna non si perde neanche un bambino”. Grazie per avermi accolto fin dal primo momento con affetto, io e la mia famiglia lo ricambiamo con tutto il nostro amore».
Foto: bolognafc.it