In una lunga intervista concessa alla celebre rivista statunitense Forbes, Joey Saputo ha parlato del Bologna e del calcio italiano tra passato, presente e futuro. Di seguito, suddivise per argomenti principali, le dichiarazioni salienti del presidente rossoblù.
Da socio di minoranza a proprietario – «La mia intenzione era di entrare con una quota di minoranza in un club europeo, perché come proprietario del CF Montréal intendevo sviluppare sinergie finalizzate a migliorare il livello tecnico della mia squadra di MLS. Poco dopo il mio ingresso nel Bologna, però, le difficoltà finanziarie del nuovo management (guidato da Joe Tacopina, ndr) mi spinsero ad assumere il ruolo di azionista di maggioranza».
Sostenibilità, quasi una chimera – «La sostenibilità assoluta è ancora lontana. Credo che sia molto difficile da realizzare per via dell’elevata competitività del calcio italiano ed europeo in generale, a meno che non si impongano regole condivise che obblighino tutti a rispettare specifici parametri di spese».
We Are One – «Una società di calcio, soprattutto in Italia, rappresenta un intero territorio, dunque la sua funzione va ben oltre il campo. È inoltre fondamentale migliorare l’esperienza dei tifosi allo stadio e rafforzare il rapporto tra il club e la comunità. Al Dall’Ara abbiamo realizzato una nuova area ospitalità, creato un’area dedicata alle famiglie con animazione per bambini, migliorato qualità e quantità dei punti di ristoro e organizzato una serie di iniziative che coinvolgono gli spettatori prima della partita e durante l’intervallo, con la collaborazione dei nostri partner».
Futuro rossoblù – «Non ho assolutamente intenzione di lasciare il club. Se nel tempo dovessero arrivare proposte serie per entrare al mio fianco, partendo da una visione compatibile con la mia, le prenderò sicuramente in considerazione, con l’obiettivo di aumentare le potenzialità del Bologna».