Sartori: “Motta è in ascesa, Zirkzee si completerà migliorando le giocate normali. Alle nuove tecnologie preferisco le partite viste dal vivo”
Quest’oggi Giovanni Sartori ha rilasciato un’intervista ai colleghi di Cronache di spogliatoio parlando del suo presente nel Bologna e del suo passato tra Chievo e Atalanta. Di seguito, suddivise per argomenti principali, tutte le dichiarazioni del responsabile dell’area tecnica rossoblù.
Approccio all’antica – «Non ho WhatsApp, seguo novanta partite all’anno dal vivo. Le nuove tecnologie sono indubbiamente un ottimo strumento e le utilizzo senza problemi, ma per età e convinzione resto un cultore del live: ai tempi dell’Atalanta vedevo duecento gare all’anno sul posto».
Metodologia di lavoro – «Noi siamo in tanti. Contemporaneamente per un giocatore combiniamo i dati con il video e l’osservazione live. L’ultimo step è la conoscenza col giocatore, cercare di capire carattere e personalità. Oggi si può fare anche tramite videochiamate. Per esempio nel caso di Ndoye è stata una trattativa lunga e difficile, per convincerlo della bontà del progetto e di quanto lo volessimo le chiamate sono state quasi quotidiane per due mesi».
Motta superstar – «Thiago è un allenatore con un’idea di gioco ben precisa, ha coraggio e lo trasmette alla squadra. Ora è in un momento di crescita grandissimo, ha tutto per diventare un domani il tecnico di una big».
Tutti pazzi per Zirkzee – «È un calciatore che conoscevamo, ma non benissimo perché tra Bayern e Parma aveva giocato poco. Abbiamo ricavato una conoscenza oggettiva durante la stagione dell’Anderlecht in Belgio, quando ha segnato 16 reti. Io ero a Bergamo e l’ho seguito molto, poi sono arrivato a Bologna ed era presente anche nelle loro relazioni, per cui l’abbiamo preso. Ha qualità tecniche e tattiche altissime e notevoli margini di miglioramento. È bello vederlo in campo perché ha il coraggio di fare giocate non banali: deve diventare forte nelle giocate normali e così si completerà».
Niente Premier, Real o Barcellona – «Confermo: osservo i giocatori che interessano al Bologna, il calcio fin dove può arrivare la mia squadra, tutto un altro mercato. Per quanto riguarda le big di Premier e Liga, devo dire che guardo più che altro le seconde squadre».
Ricordi di un miracolo – «Quando ripenso al Chievo mi viene in mente Bottagisio, il campo parrocchiale dove giocavamo in Interregionale. Mi vengono i brividi se penso che dall’oratorio siamo arrivati ad un preliminare di Champions, è una storia unica e irripetibile».
Un percorso da Dea – «Un tempo ogni quattro anni l’Atalanta faceva l’ascensore tra Serie A e B. Poi con i Percassi e Gasperini è cambiato tutto. Oltre al presidente Antonio mi piace citare Luca, che da amministratore del club è diventato un uomo di calcio a 360 gradi. E poi appunto Gasperini, che per me può diventare come Simeone per l’Atletico o Ferguson per lo United. Lui sta tenendo costantemente l’Atalanta ad un livello europeo: ora sembra una cosa normale, ma la storia del club dice altro».
Non c’è due senza tre – «Se penso di aver vissuto in carriera due favole come Chievo e Atalanta mi sento fortunato: sono risultati mai immaginati. E ora a Bologna sono contento, si lavora davvero bene».
Foto: Getty Images (via OneFootball)