Soriano:

Soriano: “Mi piace fare il capitano e aiutare i compagni. Mihajlovic mi ha cambiato la carriera, nell’Europeo ci credevo ma il calcio è così”

Tempo di Lettura: 2 minuti

Roberto Soriano è il protagonista dell’ultimo episodio di Uno contro Uno, nuova rubrica settimanale di DAZN dedicata ai calciatori della nostra Serie A. Di seguito tutte le dichiarazioni rilasciate dal trequartista e capitano del Bologna durante l’intervista, che gli abbonati alla piattaforma streaming possono guardare a questo link.

Capitano a tutto tondo – «Mi piace fare il capitano, consapevole che io porto la fascia ma ci sono altri giocatori di grande carattere, e a vicenda ci dividiamo questo compito. In squadra abbiamo ragazzi provenienti da tanti posti diversi, anche la comunicazione è importante e io mi faccio capire in tre-quattro lingue: cerco di aiutarli in campo ma anche fuori, perché so cosa vuol dire arrivare in un Paese straniero e voglio che si sentano come in una famiglia».

Un italiano in Germania – «L’esperienza in Germania è stata d’aiuto per la mia carriera. E da italiano non ho sentito molto la mancanza del mio Paese, perché avevo molti amici italiani e in casa parlavamo campano (ride, ndr). Con gli arbitri parlo in italiano ma, quando non voglio che capiscano, qualche parola in campano o in tedesco ci scappa sempre…».

Intesa in tedesco – «Quando c’è una punizione, con Sansone e Arnautovic parliamo in tedesco. Marko ci dice “la calcio diretta in porta” o “allungatemi la barriera” in tedesco, così gli avversari non capiscono».

Ottimo impatto con Mihajlovic – «Mihajlovic mi ha cambiato la carriera: alla Samp non giocavo con continuità, poi arrivò lui e mi diede fiducia. Ricordo che al primo allenamento giocai veramente bene in partitella (sorride, ndr), e il mister mi disse che continuando così sarei stato sempre titolare. Quelle parole, dette da un allenatore come Sinisa, per un giovane come me significarono tanto e mi diedero una grossa spinta».

Compiti diversi – «Mi manca la posizione dell’anno scorso, ma vogliamo prendere meno gol e quindi bisogna difendere di più tutti quanti. Correndo di più, mi capita di arrivare un po’ meno lucido in avanti, e poi quest’anno c’è Marko che staziona più vicino alla porta».

Rimpianto europeo – «A dire la verità credevo molto nella convocazione, vista la buona stagione disputata, ma il calcio è così. Il c.t. Mancini ha fatto delle scelte, le ho rispettate e ho tifato Italia come se fossi lì a giocare con loro, e al momento della vittoria ho gioito come un bambino».

Roberto & Nicola – «Sono felicissimo di aver incontrato Sansone sul mio cammino, è come un fratello. Abbiamo un bellissimo rapporto e parliamo di tutto, e quando le cose non vanno bene ci confrontiamo per capire dove e come migliorare».

L’intervista si conclude con il consueto format che prevede sette domande a cui l’intervistato deve rispondere nel più breve tempo possibile.

L’avversario più difficile? «Messi».

La partita che vorresti cancellare dalla tua carriera? «Bologna-Frosinone 0-4».

Il tuo idolo da bambino? «Ronaldo ‘il Fenomeno’».

Il compagno di squadra che si veste peggio? «Schouten, perché è chiaro di pelle e indossa colori chiari, non sta proprio benissimo…».

Il sacrificio più grande per giocare in Serie A? «Andare via di casa a 14 anni».

Lo stadio più bello in cui hai giocato? «Camp Nou e Santiago Bernabeu».

Il tuo piatto preferito? «Ne ho tanti ma se proprio devo dirne uno… la pasta».

Per Soriano un tempo complessivo di 42,08 secondi.

Foto: Getty Images