Durissimo sfogo di Damiano Tommasi, presidente dell’AIC, che attraverso l’Adnkronos si è scagliato contro la Lega Serie A per la proposta sul taglio dei compensi ai calciatori (1/3 o 1/6 della retribuzione totale annua lorda a seconda se si riprenderà o meno a giocare) approvata all’unanimità durante l’assemblea odierna. Ecco le sue dichiarazioni:
Dove andranno questi soldi? – «Questo taglio proposto dalla Lega di A che vuol dire? Che verranno pagate le tasse su quel taglio lì o no? Nel qual caso vorrebbe dire anche meno soldi nelle casse dello Stato. E soprattutto questi soldi non sono finalizzati né a rifinanziare il sistema, né a proteggere le categorie più basse, né a fare attività sociale. Un taglio secco che di fatto va a finanziare un’attività imprenditoriale con i contratti dei giocatori: è una cosa veramente paradossale e incomprensibile».
Calciatori in cattiva luce – «Lo stesso Leo Messi aveva sottolineato che il paradosso di questo sistema produttivo è che si sta cercando di mettere in cattiva luce quelli che sono i principali fautori del tuo business. Chissà che ciò non provochi un moto d’orgoglio da parte di tutti e si cominci a ragionare in modo diverso anche quando ci si siederà ai tavoli, visto che questo è il comportamento. Se ci troviamo in questa situazione non è solo per la crisi, ma anche perché sembra che un piano B non sia mai stato previsto neanche da loro: c’è da capire come hanno impostato questo business, che poi ricade sulle famiglie non solo dei calciatori ma anche dei tanti che lavorano in questo mondo».
Scarsa fiducia nei presidenti – «Se le società di Serie A si sono trovate in assemblea e hanno fatto una delibera per decidere di non pagare più nessuno, quando in realtà sono proprio i club a trattare con i singoli giocatori, immagino che la discussione sia durata zero secondi, e questo molto preoccupante. Ci sono club che devono ancora pagare il mese di gennaio e siamo ad aprile: la prospettiva di come uscire da questo sistema e ricalibrarlo può davvero passare da queste persone?».
Sgomento e disappunto – «Assolutamente non me l’aspettavo, è una cosa che si commenta da sola. Parecchi ragazzi e parecchie squadre sono già seduti ad un tavolo per capire come uscire da questa difficoltà, che è comprensibile, soprattutto se non si torna a giocare. Da un lato i club continuano a mandare e raccomandare programmi di allenamento, a monitorare i giocatori, a ribadire “non muovetevi che adesso si riprende”, e poi dall’altra gli dicono “se non si ricomincia non ti pago più”… Siamo quasi alla schizofrenia».
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