Orsato e il VAR a chiamata: un cambiamento necessario in Serie A?
Il calcio sta diventando sempre più dipendente dalla tecnologia per migliorare il suo livello generale. Come accade in altri settori in cui la tecnologia viene utilizzata per analizzare dati e ridurre il margine di errore (dall’intelligenza artificiale nelle diagnosi mediche agli algoritmi che ottimizzano la roulette online), anche il VAR deve evolversi per offrire maggiore affidabilità.
In questo contesto Daniele Orsato, ex arbitro d’élite e attuale membro dell’Associazione Italiana Arbitri (AIA), ha aperto la porta ad una possibile riforma: l’introduzione del VAR a chiamata in Serie A. Questo sistema, già testato in altre competizioni, darebbe alle squadre la possibilità di richiedere revisioni su azioni specifiche, aggiungendo un elemento strategico e conferendo un maggiore controllo ai club.
Sarebbe davvero vantaggioso o potrebbe generare ulteriori complicazioni?
Orsato, noto per la sua esperienza nei principali tornei mondiali, ha dichiarato che il mondo arbitrale italiano è pronto per qualsiasi innovazione che contribuisca a migliorare il calcio. Nelle sue dichiarazioni ha sottolineato che se UEFA, FIFA e IFAB ritenessero praticabile l’introduzione del VAR a chiamata in Italia, gli arbitri sarebbero pronti ad adattarsi.
L’Italia è stata un punto di riferimento in molteplici aspetti del calcio, quindi non sorprenderebbe se guidasse tale iniziativa. Orsato ha inoltre ricordato che in Inghilterra sono già state implementate iniziative simili, come la spiegazione in diretta delle decisioni arbitrali, contribuendo a migliorare la trasparenza e il rapporto tra arbitri, giocatori e tifosi.
Qualsiasi strumento che aiuti a ridurre la tensione e a facilitare la comprensione delle decisioni potrebbe essere ben accolto. Tuttavia, come per ogni cambiamento significativo, ci sono aspetti da analizzare attentamente.
VAR a chiamata: soluzione o nuova fonte di conflitti?
Sin dal suo arrivo, il VAR è stato oggetto di intensi dibattiti. Il suo utilizzo ha ridotto gli errori, ma ha anche generato interruzioni che possono influenzare la dinamica delle partite. La possibilità per le squadre di richiedere revisioni potrebbe offrire loro maggiore controllo in determinate situazioni, ma solleverebbe anche diversi interrogativi:
- Quante volte per partita sarebbe consentito il suo utilizzo?
- Quali tipi di azioni sarebbero eleggibili per la revisione?
- Come influenzerebbe il ritmo di una gara e il suo tempo effettivo di gioco?
Secondo Orsato, qualsiasi modifica deve essere implementata con cautela per evitare che il sistema perda efficacia o generi ulteriore confusione. A ciò si aggiunge la necessità che gli arbitri rimangano i principali responsabili delle decisioni, senza dipendere eccessivamente dalla tecnologia. Del resto, il calcio resta uno sport in cui l’interpretazione del regolamento dipende in larga misura dal giudizio arbitrale.
Il nuovo ruolo di Orsato nell’AIA
Dopo il suo ritiro, Orsato ha assunto un ruolo di rilievo nell’AIA, dedicandosi alla formazione dei nuovi arbitri. A suo avviso l’arbitraggio va oltre la semplice tecnica, perché richiede anche una forte resistenza mentale.
La sua esperienza nelle competizioni internazionali gli ha insegnato che, oltre alla conoscenza del regolamento, gli arbitri devono imparare a gestire la pressione, comunicare efficacemente coi giocatori e prendere decisioni in piccole frazioni di secondo: è proprio questa la visione che l’ex fischietto cerca di trasmettere alle nuove generazioni.
Quale direzione prenderà l’arbitraggio in Italia?
La possibilità di introdurre il VAR a chiamata è solo un tassello di un dibattito più ampio sul futuro dell’arbitraggio: la tecnologia ha cambiato il modo in cui il gioco viene interpretato e la sua evoluzione è inevitabile.
Tuttavia, Orsato insiste sul fatto che ogni cambiamento deve essere attuato con criterio, garantendo che il calcio mantenga la sua fluidità e il suo fascino.
Di sicuro l’arbitraggio sarà sempre al centro delle polemiche. Ma se c’è una cosa chiara è che figure come Daniele Orsato, con la loro esperienza e professionalità, daranno un contributo significativo alla trasformazione del calcio italiano.
Ora la domanda resta aperta: il VAR a chiamata sarà un passo avanti o una complicazione in più nell’eterna discussione sulla giustizia nel calcio?
Foto: Valerio Pennicino/Getty Images (via OneFootball)