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Da San Siro a San Siro, in un anno è cambiato il mondo: ora il Bologna è scomodo per tutti. Tanti singoli di qualità, ma è il gruppo la vera forza

Da San Siro a San Siro, in un anno è cambiato il mondo: ora il Bologna è scomodo per tutti. Tanti singoli di qualità, ma è il gruppo la vera forza

Ph. Getty Images

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Inter-Bologna 2-2: ecco le note liete e quelle dolenti in casa rossoblù relativamente al match disputato ieri al Meazza.

PRO

La forza mentale (impensabile fino all’anno scorso) – Il primo quarto d’ora e il doppio svantaggio avrebbero potuto compromettere la partita, invece da lì in poi abbiamo ammirato il gigantesco divario tra il Bologna a cui eravamo abituati nella storia recente e quello costruito man mano da Motta. Poco più di un anno fa i rossoblù persero la testa e l’Inter dilagò 6-1, ieri hanno mantenuto la calma e la lucidità e questo ha pagato. Il rigore, ad esempio, Ferguson l’ha ottenuto perché nonostante l’avvio shock il Bologna ha avuto il coraggio e la freddezza di tentare uno schema da calcio d’angolo, cosa che magari in passato non sarebbe successa perché la squadra era mentalmente più fragile. Il mister ha saputo infondere una mentalità che si sta rivelando vincente, perché si può parlare per ore di tattica ma a fare la differenza all’interno di una prestazione sarà sempre l’aspetto mentale, e da questo punto di vista stiamo assistendo ad un filotto di prestazioni davvero ammirevoli.

Le alternative al possesso palla – Contro il Milan la squadra aveva giocato un’intera partita a viso aperto e i rossoneri si erano imposti abbastanza agilmente. Da quel momento qualcosa è cambiato nell’approccio alle gare dei felsinei, che hanno imparato a disputare più partite dentro un’unica partita: sanno fare possesso e giocare palla a terra, certo, ma anche compattarsi in difesa quando necessario e rendersi così meno prevedibili e più difficili da affrontare.

Il presente entusiasmante e il futuro roseo – Il Bologna è ormai a tutti gli effetti una squadra scomoda da affrontare, ce lo dice il rispetto che le altre squadre gli portano. Certe cose nel calcio vanno dette sottovoce, per scaramanzia e perché sappiamo bene che bastano degli infortuni o qualche episodio avverso per cambiare lo scenario, ma questa sembra davvero una gran bella squadra. Nello scorso campionato è stato ottenuto il record di punti della gestione Saputo, quest’anno la classifica è già buona nonostante i torti arbitrali e le quattro big affrontate in otto giornate: non a caso, infatti, da sette turni consecutivi i rossoblù non conoscono la sconfitta. Le prospettive sono rosee, e questo è merito di chi questo gruppo lo ha allestito e di chi lo sta gestendo egregiamente.

Le grandi prove individuali e la forza del gruppo – Zirkzee è un giocatore fantastico e ieri ha segnato un gol meraviglioso: al suo posto un giocatore ‘normale’ avrebbe scaricato la palla, lui invece si è preso la responsabilità di mettere a sedere gli avversari e tirare con invidiabile freddezza. Orsolini ha dimostrato grande personalità calciando il rigore in una bolgia di fischi e dopo essere stato infastidito dagli avversari, Calafiori e Beukema hanno fatto una super partita e mi sono piaciuti parecchio gli ingressi di El Azzouzi e Corazza. Ultimo ma non per importanza cito Lykogiannis, che sembrava destinato a fare le valigie e invece, ogni volta che viene chiamato in causa, risponde presente. Motta fin dal suo insediamento ha cercato di coinvolgere ogni ragazzo e a far sentire tutti importanti, e queste sono le risposte che sta ottenendo.

CONTRO

Le sbavature sui calci piazzati a sfavore – Acerbi ha segnato l’1-0 con troppa facilità e nel secondo tempo ha sfiorato la doppietta sempre di testa, mentre la settimana scorsa Caputo aveva avuto una chance importante sempre sugli sviluppi di un calcio d’angolo. La sistemazione in parte a zona e in parte a uomo scelta dal Bologna deve essere aggiustata, perché al momento qualcosa non funziona a dovere.

Pepè Anaclerio

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Foto: Getty Images (via OneFootball)