È ormai fuor di dubbio che l’ultracentenaria storia del Bologna abbia vissuto uno dei suoi passaggi più impattanti con l’insediamento del patron Joey Saputo. L’arrivo del magnate italo-canadese ha lentamente contribuito a cambiare il DNA della società e della squadra, dando ad entrambe un respiro sempre più internazionale.
Negli ultimi cinque anni e mezzo, infatti, sono stati ben 21 i giocatori stranieri sbarcati sotto le Due Torri dall’estero (vedi elenco a piè di pagina). A questi vanno sommati Sebastien De Maio, Blerim Dzemaili e Gary Medel, prelevati sì da club esteri ma già molto noti e con un passato recente in Italia, e voler essere pignoli pure Amadou Diawara, che militava nel San Marino. La lista dei tesserati rossoblù è così progressivamente divenuta un patchwork di nazionalità diverse, dopo che nelle stagioni precedenti il tricolore l’aveva fatta discretamente da padrone.
È un cambiamento che nasce da lontano, un disegno che ha iniziato a prendere forma sin dall’ingresso nei quadri dirigenziali di Marco Di Vaio, reduce dall’esperienza a Montreal. L’ex bomber ha iniziato come club manager, facendo da raccordo tra squadra e società ma nel contempo iniziando a visionare calciatori al fianco di Pantaleo Corvino e acquisendo il patentino da direttore sportivo. Dopo l’arrivo di Riccardo Bigon, Di Vaio si è occupato sempre più attivamente dell’area tecnica, fino a diventare osservatore internazionale e responsabile scouting del Bologna, prima solo in Europa e poi, dal 22 luglio 2019, anche per quanto riguarda il resto del mondo, con particolare focus su Nord e Sud America (selezionando profili anche per gli Impact).
Oggi il BFC dispone di ben 19 osservatori suddivisi in tre macro-zone e facenti capo a Marco Zunino, storico collaboratore di Bigon. Quest’ultimo è stato per tre anni (dal 2016 al 2019) il solo d.s. dei felsinei, mentre nell’ultima stagione gli è stato affiancato Walter Sabatini, un signore a cui nessuno ha da insegnare nulla relativamente alla ricerca e all’individuazione di talenti sparsi per il globo, ma che si è inserito nel nuovo gruppo di lavoro con umiltà, disponibilità e voglia di mettere a disposizione del collettivo la sua esperienza.
Allargare gli orizzonti di ricerca, tuttavia, non è sempre garanzia di successo. La lista sottostante, infatti, comprende anche alcune meteore e giocatori che non hanno mai mantenuto quanto promettevano. I ragazzi arrivati la scorsa estate, in tal senso, sono certamente tra i più interessanti che abbiano varcato le porte di Casteldebole da molti anni a questa parte, e la speranza che possano esplodere sotto le Due Torri è ben riposta, considerando in particolare la guida tecnica (e lo staff) a cui sono stati affidati.
Già, Sinisa Mihajlovic, un «cittadino sotto ogni cielo» (citando le parole di Federico Buffa riferite a Bora Milutinovic ma più in generale a tutti gli slavi) che ormai da parecchio tempo si è acclimatato sotto quello italiano, e che brilla per capacità di entrare in sintonia e creare connessioni empatiche con i suoi calciatori, qualunque sia la loro provenienza.
Parallelamente, il club rossoblù è attivo in maniera capillare a livello provinciale e regionale (basti pensare al progetto BFC 365), segno che l’attenzione al mercato globale non distoglie l’attenzione dai possibili campioncini da allevare in casa (uno dei motivi che ha portato all’acquisizione del centro tecnico Niccolò Galli, con successivo restyling, e al costante aumento degli investimenti sul settore giovanile). Quelli che vengono acquistati all’estero, invece, hanno spesso addosso anche gli occhi di altri scout che vanno battuti sul tempo, investendo sui cartellini quando il loro prezzo è ancora accessibile, con la speranza o di generare una plusvalenza o ancora meglio di farne lo scheletro del Bologna che sarà.
Insomma, le basi ci sono eccome, e il famoso progetto pluriennale di marca Saputo passa anche e soprattutto dall’aver strutturato in questo modo l’area tecnica. Pensare a quante soddisfazioni si potranno togliere i felsinei nel prossimo futuro non fa che aumentare il desiderio che si presentino il prima possibile le condizioni che permettano di tornare a giocare. E a sognare in grande.
- Emil Krafth (Helsinborg – Svezia)
- Marko Krivicic (Koper – Slovenia)
- Anthony Mounier (Montpellier – Francia)
- Erick Pulgar (Universidad Católica – Cile)
- Balint Vecsei (Honvéd – Ungheria)
- Ladislav Krejci (Sparta Praga – Repubblica Ceca)
- Adam Nagy (Ferencvaros – Ungheria)
- Orji Okwonkwo (Abuja – Nigeria)
- Cheick Keita (Birmingham City – Inghilterra)
- Michael Kingsley (Abuja – Nigeria)
- Nehuén Paz (Newell’s Old Boys – Argentina)
- Mitchell Dijks (Ajax – Olanda)
- Federico Santander (Copenaghen – Danimarca)
- Mattias Svanberg (Malmö – Svezia)
- Andri Fannar Baldursson (Breiðablik – Islanda)
- Stefano Denswil (Club Brugge – Belgio)
- Nicolas Dominguez (Vélez Sarsfield – Argentina)
- Lassi Lappalainen (HJK Helsinki – Finlandia)
- Jerdy Schouten (Excelsior – Olanda)
- Andreas Skov Olsen (Nordsjaelland – Danimarca)
- Takehiro Tomiyasu (Sint-Truiden – Belgio)
Fabio Cassanelli
© Riproduzione Riservata
Foto: Imago Images