Franco Colomba: classe pura, anche nei movimenti.
Sarebbe stato un giocatore perfetto se avesse avuto più tiro in porta (peraltro usava solo il mancino) e una maggiore attitudine ad arrivare sul fondo per crossare. Non contrastava nemmeno tanto, ma era veramente bello da vedere.
Tecnicamente pulitissimo, svariava sulla trequarti da destra a sinistra. Centrocampista molto moderno per quei tempi, se avesse segnato qualche gol in più avrebbe avuto un posto fisso in Nazionale.
Franco Cresci, invece, era un rigido marcatore a uomo.
Nel Bologna giocava i primi tempi sulla punta centrale, poi si spostava sulla cosiddetta ala tornante. Aveva anche un bel destro e qualche pallone da lontano lo infilava.
Nell’ultima partita del campionato 1978-1979, decisiva per salvarsi, il numero 7 del Perugia secondo in classifica Salvatore Bagni gelò il Comunale con due reti che volevano dire Serie B.
Sul finire del primo tempo ci pensò allora Cresci a rimediare: Bagni scattò sulla fascia sinistra, e lui proprio davanti a me gli rifilò una ‘tozza’ che lo fece quasi svenire. Pareggiammo 2-2, restando in A.
In quella gara pazzesca, il portiere di riserva degli umbri era Franco Mancini, per diversi anni estremo difensore rossoblù.
Soprannominato ‘Tarzan’, tra i pali era uno dei più forti che io abbia mai visto. Nelle uscite decisamente meno, come si può notare dalla foto.
Un po’ lunatico, certo, ma capace di respinte incredibili e tuffi spettacolari, grazie al suo atletismo e alla sua agilità. Come Tarzan, appunto.
Roberto Porrelli
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