La 23^ giornata di Serie A si apre all’Olimpico con la succulenta sfida tra una Roma ferita dopo le quattro scoppole rimediate a Reggio Emilia e un Bologna reduce da due convincenti vittorie consecutive: voglia di riscatto e di continuità, con l’Europa che da un lato è un obbligo e dall’altro un sogno. Fonseca, orfano di Diawara, Pellegrini, Zaniolo e Zappacosta, prosegue nel solco del 4-2-3-1 con Cristante e Veretout davanti alla difesa, il rientrante Mkhitaryan sulla trequarti e la coppia Under-Perotti ai lati di capitan Dzeko. Sul versante opposto Mihajlovic, dimesso dall’ospedale in mattinata e già al suo posto in panchina, deve fare a meno di sei pedine importanti (Dijks, Krejci, Medel, Poli, Sansone e Santander) e schiera i suoi ragazzi in maniera speculare, con Svanberg al fianco di Schouten in mediana, Palacio di punta e il trio Orsolini-Soriano-Barrow alle sue spalle.
I rossoblù iniziano subito a pressare forte e a recuperare palloni su palloni, e al 10’ si rendono pericolosi con un velenoso traversone basso dalla sinistra di Palacio su cui Orsolini non riesce ad avventarsi per la chiusura di Smalling. Azione simile al 16’: stavolta il suggerimento è di Barrow, Smalling però lascia scorrere pensando di avere alle spalle il suo portiere e favorisce l’inserimento dello stesso Orsolini, che scaraventa la sfera nel sacco. I padroni di casa, fin lì non pervenuti e graziati da Svanberg al 20’ (piattone alto da sottomisura), si portano per la prima volta in avanti al 22’, trovando il pareggio in maniera incredibile: cross rasoterra di Kolarov, intervento in scivolata di Denswil e sfortunata deviazione nella propria porta.
Una mazzata? No, non per questo Bologna, che ricomincia a fare il suo calcio come se nulla fosse accaduto e al 26’ trova il 2-1 con Barrow: servito proprio da Denswil al limite dell’area, il gambiano scarica un gran destro a giro alle spalle di Pau Lopez, tradito anche da un leggero tocco di Santon. Ma non è finita, perché nei restanti venti minuti i felsinei continuano a giocare in modo sontuoso, annichilendo gli avversari e sfiorando il tris al 34’ con un tiro fuori di un soffio di Svanberg dopo una splendida combinazione tra Orsolini e Palacio, e al 42’ con una rasoiata di Palacio molto potente ma troppo centrale. La reazione romanista è tutta in una volée di Dzeko controllata senza affanni da Skorupski al 39’, e al rientro negli spogliatoi i fischi dello stadio sono assordanti.
Nella ripresa il copione del match non cambia e al 6’ Barrow si inventa un capolavoro per segnare il 3-1: l’ex Atalanta prende palla poco oltre il centrocampo, punta dritto la porta, mette a sedere Mancini e di giustezza fredda Pau Lopez, concludendo la sua strepitosa corsa sotto il settore ospiti per festeggiare. Quella degli uomini di Mihajlovic è una vera e propria lezione di calcio, una sublime sinfonia che solo il neo entrato Carles Perez, indemoniato, prova a interrompere con una serie di guizzi che mettono un po’ in apprensione la retroguardia rossoblù. Al 19’ anche un episodio da moviola, perché una trattenuta in area di Bani (già ammonito) su Mkhitaryan sarebbe da rigore, ma il VAR segnala un precedente offside dell’altro nuovo entrato Bruno Peres. Gli ospiti, intanto, proseguono nel loro fraseggio da applausi, che parte dal ‘professore’ Schouten, passa dai piedi di Svanberg e Soriano e arriva fino agli attaccanti, mandando in bambola i giallorossi.
Il calcio, però, è sport infido, e così al 27’ la Roma trova a sorpresa il 2-3 con un’incornata di Mkhitaryan su traversone di Bruno Peres. Una partita pressoché chiusa si riapre all’improvviso, ma dopo una botta di Dzeko sporcata in corner da Tomiyasu ci pensa Cristante a ricacciare nei guai la squadra di Fonseca, entrando durissimo su Orsolini al 35’ e guadagnandosi il rosso diretto. Il finale è palpitante, con i capitolini che attaccano a spron battuto e i felsinei che si difendono strenuamente, sprecando pure un paio di interessanti contropiedi con Dominguez e Skov Olsen, subentrati a Svanberg e Orsolini. Al 41’ esce purtroppo anche Barrow (con esordio in Serie A per il connazionale Juwara), non per una meritata standing ovation ma a causa di un bruttissimo pestone di Bruno Peres che lo manda k.o.
I minuti di recupero trascorrono lenti, al 46’ Dzeko decide di mettersi in proprio e va vicino al 3-3 prima con una sassata e poi con un pallonetto, ma trova in entrambe le occasioni i guantoni di un prontissimo Skorupski. È l’ultimo sussulto di una sfida dominata e vinta con pieno merito da un Bologna sontuoso, meraviglioso, esaltante, così vicino alla perfezione da non meritare le ormai consuete palpitazioni (che quasi sempre si traducono in gioia, va detto) e un solo gol di scarto nel punteggio. Nella breve sofferenza conclusiva, però, è emerso anche l’altro lato di questo gruppo, mosso dalle idee tattiche ma anche dalla tenacia del suo allenatore, un gruppo unito e capace di usare alla grande sia il fioretto che la spada. Al dì là dei 33 punti, al di là del momentaneo sesto posto in classifica, al di là dei sogni di gloria, dopo una prestazione del genere viene semplicemente da gridare… Così si gioca solo in Paradiso!
ROMA-BOLOGNA 2-3
ROMA (4-2-3-1): P. Lopez; Santon (16’ st B. Peres), Mancini, Smalling, Kolarov; Cristante, Veretout (34’ st Kalinic); Under, Mkhitaryan, Perotti (12’ st C. Perez); Dzeko.
A disp.: Fuzato, Mirante, Cetin, Fazio, J. Jesus, Spinazzola, Pastore, Villar, Kluivert.
All.: Fonseca
BOLOGNA (4-2-3-1): Skorupski; Tomiyasu, Bani, Danilo, Denswil; Schouten, Svanberg (28’ st Dominguez); Orsolini (38’ st Skov Olsen), Soriano, Barrow (41’ st Juwara); Palacio.
A disp.: Da Costa, Sarr, Corbo, Mbaye, Mazza.
All.: Mihajlovic
Arbitro: Guida di Torre Annunziata
Ammoniti: 38’ pt Svanberg (B), 10’ st Schouten (B), 14’ st Santon (R), 15’ st Bani (B), 40’ st B. Peres (R), 43’ st Skorupski (B)
Espulsi: 35’ st Cristante (R)
Marcatori: 16’ pt Orsolini (B), 22’ aut. Denswil (R), 26’ pt, 6’ st Barrow (B), 27’ st Mkhitaryan (R)
Recupero: 1’ pt, 5’ st
Simone Minghinelli
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