Il Bologna per non deludere il proprio allenatore, ritrovare un successo casalingo che manca dal 1° febbraio e migliorare il record di punti dell’era Saputo (44), mantenendo nel mirino i 51 conquistati da Stefano Pioli nel 2012. Il Lecce per sfruttare la sconfitta del Genoa contro l’Inter e rimanere in vita, consapevole di avere un solo risultato a disposizione in ottica salvezza. Mihajlovic, senza Bani, Schouten e Tomiyasu, prosegue con le sue valutazioni e offre un’altra chance da titolare a Skov Olsen in luogo di Orsolini, con Svanberg al fianco di Medel in mediana e Mbaye largo a destra in difesa. Sul versante opposto Liverani, orfano di Babacar, Calderoni, Farias e Rossettini, prosegue nel solco del 4-3-2-1, con Tachtsidis in cabina di regia e la coppia Falco-Saponara alle spalle dell’unica punta Lapadula.
I rossoblù partono fortissimo e al 2′ sono già in vantaggio: Skov Olsen, lanciato da Barrow, impegna Gabriel col destro, la palla torna al gambiano che di tacco serve Palacio e l’argentino insacca con un tocco di classe e astuzia. Ma non è finita, perché al 5′ arriva il raddoppio: rapida ripartenza guidata da Barrow, appoggio per Soriano e perfetta stoccata all’angolino del numero 21. La risposta salentina è tutta in un colpo di testa alto di Barak al 10′, mentre i padroni di casa continuano a dominare in lungo e in largo e a creare occasioni: al 12′ tiro a giro di Barrow dal limite che sfiora l’incrocio, e al 21′ incornata potente ma troppo centrale di Soriano su cross di Dijks. Falco, principale ex di giornata, si mette in proprio e al 24′ spaventa Skorupski con un vellutato mancino da fuori area, ma la sua iniziativa appare come la classica predica nel deserto.
Tra il 26′ e il 30′ Barrow, letteralmente scatenato, va vicino al tris, prima alzando troppo la mira e poi cogliendo un clamoroso palo, quindi al 32′ Lapadula non inquadra il bersaglio con una staffilata su assist di Mancosu. Al 36′ ennesima giocata d’alta scuola di Barrow, che su filtrante di Svanberg sguscia via a due difensori ma sul più bello calcia addosso a Gabriel, mentre al 36′ serve un tempestivo intervento di Svanberg per non consentire a Lapadula di avventarsi su un pericoloso traversone volante di Falco. Buona la prova dei due ‘osservati speciali’, ovvero lo svedese e Skov Olsen, con quest’ultimo che al 38′ impegna Gabriel quasi da fermo con una staffilata di sinistro che il portiere brasiliano devia in corner. Tutto lascia presagire un intervallo sereno per i felsinei, che invece in pieno recupero riescono a complicarsi la vita e a far rientrare in partita il Lecce: sugli sviluppi di un angolo, Skorupski sbaglia l’uscita e si scontra con Dijks, poi si oppone sul successivo tentativo di Lucioni ma non può nulla sul tap-in di Mancosu per l’1-2 con cui si va al riposo.
Nel secondo tempo è tutto un altro match: chiamatele motivazioni, chiamatela stanchezza, fatto sta che il Bologna sparisce gradualmente dal campo. Al 7′ uno scatenato Falco chiama Skorupski al mezzo miracolo con un gran destro che termina la sua corsa sulla traversa, quindi al 16′ Mancosu si divora il 2-2 in contropiede su appoggio di Barak, calciando in bocca al numero 28 polacco. Al 20′ Lapadula non imprime forza alla propria inzuccata su cross del neo entrato Rispoli (dentro anche Krejci, Orsolini e Poli da un lato, Majer e Petriccione dall’altro), ma il pareggio è nell’aria e arriva puntuale un minuto dopo: fa tutto il solito Falco, che converge, si sposta la sfera sul mancino e lascia partire una stoccata da circa sedici metri che non dà scampo a Skorupski. A quel punto la bilancia della sfida inizia a pendere paurosamente dalla parte degli ospiti, che non smettono neanche per un attimo di spingere e rischiano qualcosa solo al 32′ su un colpo di testa sbilenco di Barrow, ben servito da Sansone (scelto da Sinisa per sostituire un esausto Palacio). L’ultima fiammata leccese si registra al 41′, ed è una fiammata rilevante, perché Falco trova la porta e solo un incredibile salvataggio sulla linea di Krejci gli nega la rete.
I ragazzi di Liverani, visto lo sforzo profuso, cominciano a calare, e il rush finale è di marca rossoblù. Al 48′, dopo un lievissimo contatto in area tra Denswil e Mancosu (non tale da giustificare il plateale tuffo del centrocampista giallorosso), i felsinei ripartono e si lanciano in campo aperto senza trovare alcuna opposizione avversaria: Santander, che aveva rilevato Soriano, anticipa troppo il tiro e favorisce la parata di Gabriel, ma Orsolini recupera subito palla e la serve a Barrow per il comodo piattone del 3-2, ciliegina sulla torta dell’ennesima prestazione maiuscola da parte del gambiano. Calvarese e il VAR respingono le proteste di Mancosu e compagni, il gol è buono e il Bologna, dopo altri due giri di lancette, torna a vincere al Dall’Ara: meritatamente, ripensando ad un primo tempo dominato che poteva anche chiudersi 4-0, con fortuna se si guarda solo alla ripresa, giocata parecchio al di sotto della sufficienza. Ogni tanto, però, specialmente in questo calcio anomalo e pieno d’insidie, va bene vincere anche così. In estrema sintesi: contano i tre punti, quelli che consentono alla squadra di Mihajlovic di regalare a Saputo il suo miglior bottino da quando è presidente e di rilanciarsi nella corsa all’ottavo posto.
BOLOGNA-LECCE 3-2
BOLOGNA (4-2-3-1): Skorupski; Mbaye, Danilo, Denswil, Dijks (12′ st Krejci); Medel, Svanberg (11′ st Poli); Skov Olsen (12′ st Orsolini), Soriano (34′ st Santander), Barrow; Palacio (24′ st Sansone).
A disp.: Da Costa, Bonini, Corbo, Baldursson, Dominguez, Ruffo Luci, Cangiano.
All.: Mihajlovic
LECCE (4-3-2-1): Gabriel; Donati (14′ st Rispoli), Lucioni, Paz (34′ st Meccariello), Dell’Orco; Barak, Tachtsidis (14′ st Petriccione), Mancosu; Falco, Saponara (15′ st Majer); Lapadula.
A disp.: Sava, Vigorito, Monterisi, Radicchio, Vera, Maselli, Shakhov, Rimoli.
All.: Liverani
Arbitro: Calvarese di Teramo
Ammoniti: 43′ pt Palacio (B), 52′ st Rispoli (B)
Espulsi: –
Marcatori: 2′ pt Palacio (B), 5′ pt Soriano (B), 47′ pt Mancosu (L), 21′ st Falco (L), 48′ st Barrow (B)
Recupero: 2′ pt, 6′ st
Simone Minghinelli
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