Dopo il COVID, i ricorsi e le polemiche, finalmente la tanto chiacchierata Bologna-Inter si può giocare, per completare il quadro della 20^ giornata e far proseguire alla pari la lotta scudetto tra i nerazzurri e il Milan. I rossoblù, senza obiettivi concreti e con addosso gli occhi di tutta Italia, ritrovano sei titolari e proseguono nel solco del 3-5-2: Medel di nuovo a comandare la difesa, Soriano e Svanberg mezzali ai lati di Schouten e Barrow preferito a Orsolini e Sansone per fare coppia con Arnautovic in attacco. Sul versante opposto Inzaghi, privo di Handanovic per un fastidio muscolare all’addome, si schiera in modo speculare, con Radu in porta, Dumfries e Perisic larghi sulle fasce e Correa a spalleggiare Lautaro Martinez davanti.
Gli ospiti, spinti da un gran numero di tifosi presenti al Dall’Ara, partono fortissimo e già al 3′ trovano il gol: Perisic riceve palla sull’out di destra, duetta con Barella, si accentra, supera Barrow in tunnel e lascia partire una staffilata mancina che si infila quasi all’incrocio dei pali. Da lì cominciano venti minuti di enorme sofferenza per i felsinei: al 18′ muro di Soumaoro su tentativo da sottomisura di Lautaro e conclusione a lato dello stesso argentino su assist di Dumfries, al 25′ percussione di Skriniar e sinistro a lato, e al 26′ brutto errore in disimpegno di Schouten e botta di Martinez bloccata da Skorupski.
A Soriano e compagni serve un episodio per cambiare l’inerzia di una gara che sembra aver preso una piega ben precisa, e quell’episodio arriva al 28′: splendido cross tagliato di Barrow, stacco di testa di Arnautovic e pallone nell’angolino basso per l’1-1. L’Inter reagisce di nervi andando subito a caccia del nuovo vantaggio e sfiorandolo al 33′, quando Dumfries incorna fuori bersaglio un perfetto cross di Perisic, ma al 43′ e al 44′ sono ancora i padroni di casa a rendersi pericolosi, con una rasoiata a lato di Barrow e un’altra inzuccata di Arnautovic, stavolta controllata da Radu. E così si va al riposo in parità, fra gli applausi e i cori del pubblico di fede rossoblù.
Come prevedibile, i nerazzurri rientrano in campo col piede sull’acceleratore, e il primo a scaldare i guantoni di Skorupski è Dimarco con un doppio tentativo da fuori al 5′ e al 12′. Al 10′, invece, il portiere polacco deve letteralmente superarsi per neutralizzare in tuffo un colpo di testa di Correa su angolo dello stesso Dimarco, quindi al 12′ Barrow non finalizza un promettente contropiede sparando alle stelle un appoggio a rimorchio di Arnautovic. I ritmi restano alti, la squadra di Inzaghi (che inserisce Dzeko e Sanchez per Correa e Barella, passando al 3-4-3) preme ma il Bologna resiste, sorretto da una prestazione sontuosa del suo terzetto difensivo (il simbolo sono le chiusure in extremis di Medel su Brozovic al 13′ e Theate su Dumfries al 15′).
Al 20′ l’asse Barrow-Arnautovic batte un altro colpo, col gambiano che lancia l’austriaco e Skriniar che salva tutto al momento del tiro, poi iniziano i primi cambi anche in casa BFC: fuori Soriano, Svanberg e Barrow, dentro Dominguez, Aebischer e Sansone. E al 36′ proprio quest’ultimo, come accaduto domenica contro l’Udinese, diventa l’uomo decisivo per le sorti del match, aiutato da una clamorosa topica interista: Perisic da rimessa laterale appoggia la sfera all’indietro su Radu, che nel tentativo di allungarla verso D’Ambrosio la liscia e favorisce il tap-in a porta vuota del numero 10, scatenato poi nell’esultanza sotto la Curva Andrea Costa. Sotto 2-1, gli ospiti si gettano in avanti con la forza della disperazione per rimettere un piedi una serata storta, ma al 38′ Dominguez cancella sulla linea un preciso ‘cucchiaio’ da sottomisura di D’Ambrosio e avvicina i felsinei all’impresa.
Dopo sette minuti più altri cinque di recupero, stringendo i denti e gestendo il meglio possibile ogni possesso, quello che appariva solamente come un bellissimo sogno diventa realtà: il Bologna vince, coi suoi mezzi, col suo cuore, con la sua dignità calcistica e professionale. E vince per se stesso, per i suoi tifosi, per il suo allenatore chiuso in una stanza d’ospedale, per il suo presidente trepidante in tribuna, non per gli altri, non per chi considera questa piazza periferia del calcio che conta e la tratta come tale. Chissenefrega, del vostro scudetto. Una prestazione e un successo memorabile e meritato, dentro una stagione piena di errori ma anche di tanta, troppa sfortuna. Non si può fare ricorso e modificare il verdetto del campo, questi tre punti sono già impressi nella storia rossoblù.
BOLOGNA-INTER 2-1
BOLOGNA (3-5-2): Skorupski; Soumaoro, Medel, Theate; De Silvestri, Soriano (21′ st Dominguez), Schouten, Svanberg (21′ st Aebischer), Hickey; Barrow (31′ st Sansone), Arnautovic (43′ st Orsolini).
A disp.: Bardi, Binks, Bonifazi, Kasius, Mbaye, Viola, Santander, Vignato.
All.: Mihajlovic (Tanjga in panchina)
INTER (3-5-2): Radu; Skriniar, De Vrij, Dimarco (25′ st D’Ambrosio); Dumfries (35′ st Darmian), Barella (18′ st Sanchez), Brozovic, Calhanoglu (35′ st Gagliardini), Perisic; Correa (18′ st Dzeko), L. Martinez.
A disp.: Cordaz, Handanovic, Bastoni, Ranocchia, Sangalli, Vecino, Carboni.
All.: Inzaghi S.
Arbitro: Doveri di Roma
Ammoniti: 10′ st Arnautovic (B), 11′ st Barella (I), 26′ st Dumfries (I), 34′ st Theate (B)
Espulsi: –
Marcatori: 3′ pt Perisic (I), 28′ pt Arnautovic (B), 36′ st Sansone (B)
Recupero: 4′ pt, 5′ st
Note: 26.034 spettatori (di cui 9.146 abbonati)
Simone Minghinelli
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