Bologna – Fiorentina 2-0: ecco le note liete e quelle dolenti relativamente al match disputato ieri al Dall’Ara.
PRO
Giustizia è fatta – Finalmente il risultato finale ha premiato il Bologna, dopo due gare in cui la Fiorentina era stata dominata ma aveva strappato la vittoria. Il divario è persino stretto: i rossoblù sono ancora più tonici che a fine 2023 e giocano un calcio bellissimo, brillante, entusiasmante. Ieri finché il vantaggio è rimasto minimo si è respirata un po’ di tensione, perché comunque la Fiorentina è forte e nel calcio può succedere di tutto se non chiude le partite, ma i ragazzi di Motta non hanno praticamente mai sofferto.
Gli elogi si sprecano – Lykogiannis ha piazzato nel mezzo una gran palla e Odgaard, vera e propria sentenza, ha segnato un gol solo apparentemente semplice. Kristiansen cresce di settimana in settimana, Freuler ha offerto l’ennesima prova solidissima (e purtroppo a Roma non ci sarà per squalifica), Ferguson e Orsolini sono stati monumentali, e potrei continuare con la difesa. Hanno fatto tutti bene, anche Ravaglia: si dice sempre che non dovrebbe esserci alternanza tra portieri, ma pure su questo sta avendo ragione Motta.
Giù la maschera – Fino a poco tempo fa dicevo che era presto per parlare d’Europa, adesso mancano comunque quattordici partite ma per il mercato fatto, la forma dimostrata e il calcio proposto io dico che il Bologna se la giocherà concretamente, e con pieno merito, fino alla fine.
L’immagine della serata – Vogliamo parlare dello scatto corale dell’intera panchina rossoblù dopo il gol del 2-0 di Odgaard? Sono saltati tutti in piedi a festeggiare, è stata un’apoteosi. Il segnale di un gruppo unito dove tutti lavorano col sorriso e nessuno si sente escluso.
CONTRO
Non il miglior Zirkzee – Joshua non ha fatto la sua miglior gara, sia negli appoggi che sottoporta ha sbagliato troppo per quello che è il suo talento, o forse ci ha abituato talmente bene che una prestazione come quella di ieri ci risulta quasi insufficiente. In ogni caso è veramente un voler cercare il pelo nell’uovo, l’unico piccolo ‘contro’ di un match semplicemente perfetto.
Pepè Anaclerio
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Foto: Getty Images (via OneFootball)