Gara preparata e interpretata bene, ma alla prima fiammata avversaria è gol. Santander merita spazio, il VAR per il Bologna non c'è?

Gara preparata e interpretata bene, ma alla prima fiammata avversaria è gol. Santander merita più spazio, il VAR per il Bologna non c’è?

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Lazio-Bologna 2-1: ecco le note liete e quelle dolenti in casa rossoblù relativamente al match disputato ieri all’Olimpico.

PRO

I correttivi di Mihajlovic – Si è visto chiaramente come in settimana Sinisa abbia lavorato tanto sulla fase difensiva: gli esterni, rispetto ad altre uscite, hanno dato una grande mano ai due mediani, e si è rivelata giusta anche la scelta di schierare Sansone, che sul lato sinistro ha potuto aiutare Hickey. In termini di equilibrio, ma non è una novità, molto bene anche Soriano: palla a loro, pressione costante su Lucas Leiva, cosa che ha costretto Inzaghi a fare due cambi già prima dell’intervallo. Più in generale, la partita è stata preparata benissimo e interpretata altrettanto bene.

L’ingresso del ‘Ropero’ – Santander è sempre un po’ bistrattato, e forse dovrebbe nascerne un dibattito: è davvero così inadeguato per giocare di più in questa squadra? Ieri il suo ingresso ha garantito peso e solidità, e non è la prima volta che succede. Oltre alla professionalità che gli abbiamo sempre riconosciuto, dovrebbe esserne sottolineata maggiormente anche l’utilità.

L’impatto dei sostituti – Oltre a Santander, pure Vignato è entrato in campo col piglio giusto, mettendo in mezzo almeno un paio di palloni velenosi e scaldando i guantoni a Reina. Il quarto d’ora conclusivo ci ha detto che il Bologna riesce a creare tanto anche con le seconde linee: in rosa ci sono varie alternative che forse meriterebbero una chance dal primo minuto o comunque più spazio.

CONTRO

La scarsa resistenza alle fiammate avversarie – Nel primo tempo il Bologna ha giocato meglio e non ha rischiato quasi nulla, ma non appena è uscito il valore della Lazio i rossoblù hanno incassato due reti. Non è possibile che non appena si entri nel momento della partita in cui ci sarebbe da stringere i denti si prenda gol: è un limite enorme.

Le ingenuità difensive dei singoli – I gol presi sono frutto degli errori determinanti di Danilo, che ha sbagliato un disimpegno semplice spalancando una prateria a Luis Alberto, e purtroppo anche di Tomiyasu, perché in quell’occasione Fares poteva crossarla solo in quel punto, e il giapponese avrebbe dovuto seguire con più attenzione il movimento di Immobile.

L’arbitraggio e l’utilizzo del VAR – Doloroso ma da accettare l’annullamento del gol di Svanberg, perché ad inizio azione Schouten aveva commesso un leggero fallo su Leiva. Non si spiega, invece, come mai il VAR Mazzoleni non abbia detto a Irrati di andarsi a rivedere al monitor il fallo di mano di Acerbi e soprattutto la scarpata di Parolo a Soriano, un rigore solare: due pesi e due misure.

Pepè Anaclerio

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