Grinta e qualità, questo è il vero Bologna di Mihajlovic. Emozionante l’unione tifosi-squadra, peccato per l’arbitraggio e i troppi milanisti sugli spalti
Bologna-Milan 2-4: ecco le note liete e quelle dolenti in casa rossoblù relativamente al match disputato ieri al Dall’Ara.
PRO
Il tutt’uno pubblico-squadra – Mi ha fatto davvero molto piacere notare l’orgoglio con cui il pubblico del Dall’Ara, quantomeno la parte rossoblù, ha accompagnato e omaggiato la splendida prova del Bologna. La gente ha compreso perfettamente l’enorme sforzo profuso dalla squadra fino all’ultimo minuto, e i reciproci applausi dopo il triplice fischio sono stati emozionanti.
Il perfetto connubio tra grinta e qualità – Abbiamo assistito ad una partita sulla falsariga di quelle disputate dalla Lazio in poi, con una squadra solida difensivamente che però ripartiva bene e sapeva rendersi pericolosa. Il Bologna sembra giocare con questo modulo da tantissimo tempo, i calciatori hanno la giusta convinzione e sono a loro agio poiché ricoprono posizioni congeniali. Adesso si utilizza meno il gioco sugli esterni ma si va più per vie centrali, il centrocampo è molto tecnico e verticalizza spesso, alla ricerca di Barrow e Arnautovic. Si sta rivedendo quel BFC feroce targato Sinisa che per un po’ di tempo era sparito, al quale però non mancano la pulizia tecnica e la velocità nel ribaltare il fronte. Insomma, le ultime uscite e quella di ieri in particolare non sono state solo prestazioni battagliere e di cuore: la squadra ha proprio giocato bene, disponendosi in maniera ordinata e scegliendo intelligentemente quando palleggiare e quando invece lanciare lungo.
Il collettivo impreziosito da alcuni singoli – Ottima prestazione collettiva, ma personalmente colloco ancora Theate sopra a tutti: ho la sensazione sempre più forte che il club abbia messo le mani su un grande giocatore. Dominguez si sta mantenendo su alti livelli, De Silvestri e Svanberg hanno fatto una partita super, Barrow continua a segnare e a migliorare, e in generale è difficile trovare qualcuno che non meriti quantomeno la sufficienza. Persino Skorupski, che ha commesso un errore sul secondo gol rossonero, si è riscattato con una parata fantastica su Giroud, tenendo in vita la squadra fino al 3-2 di Bennacer.
CONTRO
L’arbitraggio a senso unico – Il rammarico più grande è che il Bologna non abbia avuto la possibilità di giocare ad armi pari per via di un arbitraggio pessimo da parte di Valeri. Che direzione avrebbero preso i suoi fischi era chiarissimo fin dai primi minuti, ovvero da un fallo inesistente di Soumaoro su Ibrahimovic. Per non parlare delle sue movenze tronfie e oltremodo grintose ogni volta che doveva sanzionare un giocatore felsineo: fastidioso è dire poco. I rossoblù sono comunque stati più forti anche di questo, almeno fino all’espulsione di Soriano, che chiaramente si è rivelata decisiva. Riguardo a tale episodio, il fermo-immagine del VAR condiziona perché sottolinea l’impatto con la gamba di Ballo-Touré, senza tenere conto dell’inerzia dell’azione: il capitano entra in maniera decisa per impedire all’avversario di crossare, ma non è certo un intervento intenzionale né cattivo, tanto che l’arbitro non aveva nemmeno fischiato fallo. Dopo il rosso esagerato a Soumaoro, con Krunic che non sarebbe mai arrivato su quel pallone, espellere anche Soriano è stata una decisione scandalosa, che ha dato il colpo di grazia alle speranze bolognesi di ottenere almeno un punto. Nel frattempo, Tonali e Saelemaekers ringraziano per il trattamento di favore a loro riservato.
Troppi milanisti al Dall’Ara – Nei settori Tribuna, Distinti e Curva San Luca c’erano un sacco di tifosi milanisti, troppi a mio modesto avviso. Non sono esperto di tutti gli stadi italiani ma così a occhio mi pare che a Bologna si esageri un po’ in questo senso, generando un clima non troppo casalingo e rischiando anche che si creino zuffe dentro e poi fuori dall’impianto. La ciliegina sulla torta, in senso negativo, è stato il coro «chi non salta è bolognese», accolto e seguito con entusiasmo da un sacco di bolognesi che tifano Milan (identico discorso varrebbe per Inter e Juventus). Una situazione avvilente e rischiosa a cui spero che la società ponga rimedio.
Pepè Anaclerio
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