Il Bologna sta tornando e il pubblico lo sente, i risultati iniziano a dar ragione a Italiano. Castro al top, Lucumí sbaglia ma non è il solo
Bologna-Atalanta 1-1: ecco le note liete e quelle dolenti in casa rossoblù relativamente al match disputato ieri al Dall’Ara.
PRO
I tre indizi che fanno una prova – Dopo le partite contro Monza, Shakhtar e Atalanta, credo si possa dire che il Bologna sta tornando: fino al rosso di Lucumí ha giocato una grande gara contro un avversario forte, tenendo un buon ritmo, mostrando un’ottima organizzazione ed esaltando i singoli. Con l’inferiorità numerica è nata un’altra partita e i rossoblù hanno mostrato di saper soffrire, portando comunque a casa il risultato contro una squadra che ha una rosa incredibile. La vittoria sarebbe stata una mezza impresa, ma considerando che questo Bologna resta un cantiere aperto quello di ieri è un gran punto.
L’atmosfera allo stadio – Ho riassaporato una grande atmosfera al Dall’Ara, sia durante la partita che alla fine, e pensare che non è nemmeno arrivata una vittoria… Il pubblico è tornato totalmente partecipe perché ha riconosciuto la squadra, ha rivisto più o meno il livello dell’anno scorso. Forse tutti si stanno convincendo che, per quanto sia stato criticato, Italiano è bravo e può fare pure lui ottime cose. Il gol subito al 90′ fa certamente rosicare e avrebbe potuto prevalere il rammarico, invece ha avuto la meglio la soddisfazione per il carattere che i ragazzi hanno saputo mettere in campo.
Un super Castro ma non solo – Castro è stato il migliore in campo, ha fatto una partita immensa e un gol stupendo. La palma del più bravo gliel’ha contesa Lucumí per tutto il primo tempo, poi purtroppo è arrivato quel brutto errore con annessa espulsione che ha cambiato tutto. Beukema si è dimostrato un grande leader tecnico ed emotivo, Urbanski mi è piaciuto molto perché si vede che è in grande condizione sia fisica che mentale, mentre Orsolini continua ad essere un po’ troppo impreciso ma almeno l’ho visto più tonico rispetto alle ultime uscite.
La costanza di Skorupski – Lukasz merita un paragrafetto a parte perché da un paio d’anni sta dimostrando di essere un portiere di alto livello, ha acquisito tanta sicurezza e compie spesso parate determinanti. Contro lo Shakhtar aveva tenuto in piedi il Bologna, impedendo alla partita di prendere una piega complicata, e ieri ha fatto lo stesso con un super intervento di piede su Lookman.
Il coinvolgimento emotivo di Italiano – Mi è piaciuto molto vedere ancora una volta Italiano sotto la curva al termine del match. Detto che ogni allenatore ha il suo carattere e ciascuno fa quello che vuole, solitamente i mister lasciano che sia la squadra a prendersi il saluto del pubblico e vanno subito negli spogliatoi. Lui invece si affianca sempre ai suoi giocatori e io gli vedo addosso un gran desiderio di sentirsi accettato dall’ambiente: ha deciso di venire qui nonostante a livello professionale non fosse per nulla una scelta facile, e ci tiene a dimostrare di averne totalmente sposato la causa. Sa di essere sotto osservazione e forse all’inizio ha anche sofferto questa cosa, ma ora i risultati iniziano a dargli ragione e lui vuole entrare nel cuore della gente tanto quanto il suo predecessore.
CONTRO
La cattiva gestione nei momenti cruciali – Il gol di Samardzic è nato da un errore concettuale di Posch, che ha cercato di salire palla al piede ma ha regalato palla all’Atalanta: capisco la stanchezza e la poca lucidità, ma se non aveva modo di fare niente di meglio avrebbe potuto scaraventare il pallone in avanti e fare perdere metri alla Dea, anziché concederle il possesso. Se a lui concedo comunque l’alibi della stanchezza, lo stesso non si può dire di Holm e Dallinga, che non sono entrati per niente bene in partita e nei frangenti più importanti hanno gestito veramente male dei palloni vitali per la difesa dell’1-0.
Il doppio errore sul rosso a Lucumí – Il neo più evidente della serata è stato quello che è costa il cartellino rosso a Lucumí e ha cambiato l’inerzia della sfida. Il colombiano ha sbagliato, disconnettendosi per un attimo fatele come già accaduto in passato, è non ci piove, ma Aebischer in quel momento non doveva mai e poi mai dargli un pallone che poteva solo metterlo in difficoltà. E infatti…
L’autobus davanti alla porta – Sicuramente nel finale il BFC aveva bisogno di stringere i denti e capisco le sostituzioni conservative, ma forse Italiano ha schiacciato fin troppo i suoi giocatori nella loro area. I rossoblù sono arrivati ad avere una linea di sei difensori, che al netto dell’abbondanza di elementi offensivi in maglia nerazzurra mi sono sembrati troppi. Credo inoltre che sarebbe stato meglio inserire Odgaard anziché Dallinga o Holm, perché il danese avrebbe potuto tenere qualche pallone in più e far conservare al Bologna quel minimo di pericolosità offensiva che invece nel finale è completamente mancata.
L’arbitraggio insufficiente – Non mi soffermo nemmeno sui singoli episodi e non ritengo affatto che sia stato un arbitraggio di parte: a mio avviso, semplicemente, Rapuano è un fischietto mediocre e anche ieri sera ha arbitrato molto male.
Pepè Anaclerio
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Foto: Alessandro Sabattini/Getty Images (via OneFootball)