Bologna-Salernitana 3-2: ecco le note liete e quelle dolenti in casa rossoblù relativamente al match disputato ieri al Dall’Ara.
PRO
La testa e gli attributi – Sul piano del gioco il Bologna non è ancora bellissimo, anche se in fase offensiva la qualità dei singoli e alcuni sviluppi di manovra ben congegnati hanno già prodotto sette gol in due uscite ufficiali. Comunque, consapevole dell’importanza della partita dopo il tonfo in Coppa Italia, ieri la squadra non ha sbagliato l’approccio e nel momento più difficile ha tirato fuori una carica nervosa, un agonismo e una voglia di vincere invidiabili. Il problema, semmai, è avere questo atteggiamento sempre, anche nella ‘normalità’, non solo quando c’è da riscattarsi o da reagire.
L’ambientamento di Arnautovic – Arnautovic è un gran bel giocatore e ha iniziato benissimo la sua stagione, realizzando due reti e facendosi apprezzare anche per l’impegno costante in fase di ripiegamento. Il gol del 2-2 segnato ieri, in particolare, è una gemma da grande centravanti, frutto di tecnica e rapidità d’esecuzione. È stato preso per essere un valore aggiunto e si è già calato perfettamente nella parte, ma adesso guai a pensare che debba sempre essere lui a toglierci le castagne dal fuoco.
La leadership di De Silvestri – De Silvestri, al di là di una doppietta eccezionale e decisiva che per ovvie ragioni balza subito all’occhio, mi sembra in ottima forma e capace finalmente di incidere in maniera importante, dopo un anno di permanenza in rossoblù. È uno degli elementi che può e deve trascinare il gruppo, perché sa giocare bene a calcio, è un ragazzo molto intelligente e porta con sé un notevole bagaglio d’esperienza.
La presenza di Medel – Tra avere in campo Medel e non averlo ce ne passa, specie in termini di carattere e comunicazione. Ieri è stato schierato al fianco di Bonifazi, quest’ultimo preferito a Soumaoro probabilmente perché capace di impostare un po’ meglio, ma personalmente credo che potrebbe servirci di più in mediana, dove siamo più carenti. Ad ogni modo, la sua garra, la sua malizia (chiedere a Djuric, più alto di quasi 30 cm) e la sua capacità innata di tenere tutti sul pezzo si è rivelata fondamentale, al di là del fatto che i problemi in fase difensiva permangono e vanno oltre ai singoli.
Il rientro di Hickey e la prova di Dominguez – Al classe 2002 Hickey, che per ovvie ragioni deve ancora crescere molto, faccio un applauso perché dopo sei mesi di assenza e due interventi chirurgici delicati alle spalle non era scontato tornare così, con quella personalità e senza alcuna paura. Dominguez è invece il centrocampista più in forma della squadra, lo sta dimostrando ogni volta di più e mi auguro davvero che questo possa finalmente essere il suo anno.
CONTRO
I soliti limiti in fase difensiva – Il match contro la Salernitana, Arnautovic a parte, non ci ha raccontato nulla di diverso rispetto al solito: il Bologna è questo, alla fine può ‘solo’ cambiare il risultato e di conseguenza il nostro stato d’animo, ma penso che otto-nove volte su dieci assisteremo a partite del genere. Permangono certi limiti strutturali, derivanti un po’ dall’allenatore e dal suo modo di vedere il calcio, e un po’ dai giocatori a disposizione. L’emblema è il secondo gol granata, uno dei tantissimi presi su ripartenza anche abbastanza leggibile, con le marcature preventive attuate male. C’è un equivoco: Mihajlovic chiede di aggredire in avanti, ma alcuni giocatori tendono a scappare all’indietro, temendo forse di andare in affanno sul piano della velocità in campo aperto e che quindi sia meglio difendere così. E allora talvolta il Bologna finisce in una terra di mezzo che non rispecchio a pieno la volontà del mister e genera problemi.
Il momento negativo di Schouten – Schouten, di cui Mihajlovic si fida tantissimo, è in difficoltà e tende spesso a complicarsi la vita: su dieci palloni toccati, almeno la metà li perde o li regala direttamente agli avversari, e per recuperarli si produce in interventi scomposti che possono costargli caro, come accaduto ieri. Ma non solo ieri, perché sarà già la quarta o quinta espulsione rimediata in quel modo da quando veste la maglia rossoblù, peraltro sempre in momenti topici. Considerando che Sinisa vuole giocare a pallone e non pensa di affidarsi ad un incontrista, che peraltro in rosa non c’è se si esclude Medel, o il ragazzo torna al top della condizione e della lucidità o continueremo a rischiare tantissimo.
Lo scarso equilibrio tattico – L’allenatore, nel bene e nel male, non fa passi indietro, ecco perché dico che i rossoblù continueranno a vivere gare rocambolesche e ad alternare grandi imprese a figure meno nobili. Una volta Zeman, alla domanda «tutto più o meno bene quando avete la palla tra i piedi, ma poi chi difende?», rispose sorridendo: «Gli altri». Come a dire, se teniamo noi il possesso sono gli avversari a doversi preoccupare… In tal senso, la filosofia di calcio di Mihajlovic mi ricorda quella del boemo. Ma il Bologna non è il Barcellona, ecco perché sarebbe bene cercare in maniera convinta un equilibrio tra l’eccessiva sfrontatezza attuale e il 5-3-2 con tutti dietro alla linea della palla in stile Castori, per intenderci. L’equilibrio, che non significa snaturarsi, è quello che alla fine qualche punticino in più te lo fa fare.
La prestazione di Barrow – Inserisco la prova opaca di Barrow tra le note negative ma gli do delle attenuanti, in primis lo stop forzato a causa del COVID che gli ha fatto saltare praticamente tutta la preparazione. Non iniziamo già con la storia dell’indolente e dell’incostante: lasciamo che entri gradualmente in condizione, come peraltro deve fare anche Soriano, e intanto sfruttiamo l’ottimo stato di forma di Sansone e Vignato.
Pepè Anaclerio
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