Bologna-Udinese 1-1: ecco le note liete e quelle dolenti relativamente al match disputato ieri al Dall’Ara.
PRO
La squadra più avanti del previsto – Dopo un precampionato non proprio esaltante, al primo impegno ufficiale la squadra è sembrata subito pronta, pimpante e con le idee chiare, malgrado le assenze, i giocatori appena rientrati da infortuni o altri impegni e un mercato da ultimare: sinceramente non me l’aspettavo. Come il suo predecessore, Italiano punta a comandare il gioco, ma ieri sera si sono già notate alcune differenze marcate all’interno del suo 4-3-3: possesso palla meno prolungato, minor tendenza a tornare indietro, maggior verticalità, qualche lancio lungo in più, e soprattutto la costante ricerca dell’ampiezza e degli esterni per andare poi a piazzare il pallone in mezzo all’area. Al netto del valore dell’Udinese, avversaria sempre scorbutica e particolarmente fortunata contro il Bologna, credo si possa guardare il bicchiere mezzo pieno.
La prova di Orsolini e Freuler (ma non solo) – Orsolini, con una meritata fascia da capitano al braccio, è sempre rimasto dentro la partita ed è stato fondamentale non solo per il gol ma anche per tante altre giocate belle e utili, come ad esempio il tacco volante ad innescare Ndoye: mi è sembrato molto lucido e già in grande spolvero. Da rimarcare anche la solita prestazione maiuscola del ‘professor’ Freuler, perno imprescindibile della squadra, sempre impeccabile con e senza palla. Nota di merito pure per Beukema, e non è una novità, e per il nuovo acquisto Erlic: vero che l’attacco friulano ha combinato poco o nulla, ma i due centrali rossoblù hanno lavorato bene sia in coppia che singolarmente.
Il clima al Dall’Ara – È stato bello ed emozionante cominciare la nuova stagione dentro un Dall’Ara pieno, colorato e caloroso che ha sostenuto e spinto il BFC dal primo all’ultimo minuto. Purtroppo non è arrivata la vittoria, ma gli applausi riservati a mister Italiano (subito sotto la curva a ringraziare, altra differenza rispetto a Motta, anche se è giusto che ognuno agisca come meglio crede) e ai suoi ragazzi a fine partita sono stati assolutamente meritati.
CONTRO
Il risultato beffardo – Guardando il match e analizzando le statistiche non si può che rammaricarsi per un pareggio che sta assolutamente stretto al Bologna. A parte quei due minuti di smarrimento, i rossoblù hanno dominato e creato tantissime occasioni da gol, non riuscendo però a concretizzare per imprecisione o bravura del portiere Okoye.
Gli errori di Ndoye – Ricollegandomi al punto precedente, anche se avrei voluto inserirlo tra le note liete per una prestazione di ottimo livello che ha messo in enorme affanno gli avversari, non posso non sottolineare le due chance colossali fallite da Ndoye, la prima con un ‘cucchiaio’ sbilenco in corsa e la seconda aprendo troppo il piatto. La speranza è che il ragazzo, che comunque ha solo 23 anni e un potenziale importante, riesca a colmare al più presto quella che per un giocatore offensivo è senza dubbio una lacuna notevole.
Le ingenuità sul rigore e sul gol – Sull’azione da cui è scaturito il rigore friulano Posch ha rinviato male e in seguito non si è inteso bene con Skorupski, che a sua volta avrebbe fatto meglio a rimanere in porta lasciando la gestione di Payero (comunque un po’ defilato) all’austriaco. Sul corner successivo al rigore parato, invece, lo stesso Posch si è fatto ‘mangiare in testa’ da Giannetti, che comunque ha dei grossi meriti poiché autore di uno stacco davvero imperioso.
L’arbitraggio troppo permissivo – In occasione degli episodi chiave Ferrieri Caputi è stata brava e non si può dire che l’arbitraggio abbia condizionato il risultato, ma in generale la sua direzione non mi è piaciuta granché: a mio avviso ha concesso un po’ troppo all’Udinese (squadra abituata a comportarsi così) in termini di entrate vigorose e perdite di tempo, dimostrando che a livello di personalità e gestione delle situazioni deve ancora crescere molto.
Pepè Anaclerio
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Foto: Getty Images (via OneFootball)