Lazio-Bologna 3-0: ecco le note liete e quelle dolenti in casa rossoblù relativamente al match disputato ieri all’Olimpico.
PRO
Il 3-4-3 visto nella ripresa – Come unica nota positiva cito il modulo coi tre attaccanti di ruolo provato nel secondo tempo, che potrebbe fornire nuove energie e soluzioni ad una squadra che ha bisogno di coraggio e vivacità per uscire da un periodo davvero brutto.
CONTRO
Il rigore scandaloso – Il rigore fischiato a Soumaoro è assurdo, del tutto inesistente. Il francese ha la palla e cerca solo di proteggersi, capisco Mihajlovic quando dice di non aver mai visto un penalty del genere in quarant’anni di carriera. Oltre al fischio in sé, penso vada sottolineato anche l’atteggiamento passivo con cui la squadra (non) reagisce ad una decisione così scellerata: Adama fa un sorrisino, Sinisa allarga le braccia, nessuno protesta in maniera veemente. E il fatto che nessuno si sia veramente arrabbiato dà perfettamente la misura dello stato d’animo rassegnato dei ragazzi e del mister.
La gestione di Soriano e Dijks – Soriano è alla seconda sostituzione di fila, questa volta cambiato addirittura all’intervallo. Se si dovesse virare in pianta stabile sul 3-4-3, con ogni probabilità sarà definitivamente escluso dall’undici titolare, il che potrebbe generare ulteriore nervosismo nello spogliatoio: mettere in discussione il capitano, a cui vai riconosciuto il merito di essersi sacrificato tanto dopo essere stato protagonista l’anno scorso, rischia di far nascere qualche malumore. La gestione di Dijks lascia a sua volta a desiderare: in un paio di settimane l’olandese è passato dall’essere sul mercato e quasi fuori rosa al giocare dall’inizio all’Olimpico, dirottando a destra Hickey. Anche da questo punto di vista Mihajlovic dimostra di essere abbastanza in confusione.
Il crollo in classifica e i messaggi lanciati – Il recente filotto di partite senza vittorie potrebbe condannare il Bologna ad un finale di campionato in affanno, e bisognerà evitare ad ogni costo di rimanere effettivamente coinvolti nella lotta per la salvezza. Certamente nelle ultime settimane il Bologna è stato anche sfortunato, penso alle tante positività al COVID e agli infortuni, ma se perdi sette partite su nove non puoi appellarti solo alla malasorte. Non mi piace, inoltre, la china che si è presa sul piano comunicativo, ovvero le parole usate per giustificare le sconfitte: non servono scuse ma soluzioni, e oggi non ne vedo, perché a trasmettere i giusti messaggi alla squadra dovrebbe essere un allenatore che però è ormai lontano parente di quello che traghettò i rossoblù fino al decimo posto.
La confusione tattica – Come detto sono curioso e fiducioso circa il nuovo schieramento, ma l’altra faccia della medaglia è che si tratterebbe del terzo modulo in sei mesi, segno che c’è confusione e le idee di Sinisa e dei suoi collaboratori non sono chiare.
Pepè Anaclerio
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