Partita compromessa dall’erroraccio di Pobega, però anche in dieci… Castro trascinatore, Moro e Urbanski troppo leggeri
Lazio-Bologna 3-0: ecco le note liete e quelle dolenti in casa rossoblù relativamente al match disputato ieri all’Olimpico.
PRO
La sconfitta episodica – Se c’è un aspetto positivo da sottolineare della partita di ieri, è che per quanto rotonda si tratta di una sconfitta che ha come causa scatenante un unico episodio. Fino alla mezzora, infatti, il Bologna aveva risposto colpo su colpo al pressing e agli attacchi avversari, dimostrando di poter tenere benissimo il campo anche contro un avversario forte che sta attraversando un periodo di forma straordinaria. La scellerata espulsione di Pobega ha stravolto gli equilibri, e resta il rammarico di non sapere come se la sarebbero giocata i rossoblù se fossero rimasti in undici fino alla fine.
L’immarcescibile verve di Castro – Tutta la squadra si è compattata e ha mostrato carattere, ma da questo punto di vista un singolo è ancora una volta spiccato sugli altri. Nonostante i suoi vent’anni, Castro ha giocato un’altra gara da leader carismatico, continuando a dare battaglia nonostante la serata complicata, e non mollando un centimetro fino al sopraggiungere dei crampi.
CONTRO
L’episodio chiave – Premetto che anch’io da calciatore ho rimediato delle espulsioni evitabili: quando sei nel vivo della partita è come se fossi in una bolla, e l’adrenalina può spingerti a non renderti conto di quanto inopportuna possa essere un’entrata, a maggior ragione se sei già ammonito. Detto questo, Pobega è difficilmente scagionabile: la sua è una follia calcistica, non c’è molto altro da aggiungere, se non che purtroppo il suo errore ha inevitabilmente compromesso la partita.
Gli ingressi di Moro e Urbanski – Inseriti subito dopo l’intervallo nel tentativo di fare densità in mezzo al campo, Moro e Urbanski non sono stati all’altezza del compito e delle aspettative del mister. In occasione del primo gol il croato è intervenuto in maniera troppo leggera sul cross di Zaccagni, spizzando il pallone verso il secondo palo e regalando il più facile dei tap-in a Gigot. Lo stesso polacco ha fatto molta fatica a svolgere il lavoro di rottura di cui c’era bisogno, e in particolare non mi è piaciuto come si sia fermato in occasione del 3-0: la partita era già chiusa e forse dava per scontato che l’arbitro stesse per fischiare rigore, ma comunque non avrebbe dovuto arrestare la corsa.
Il post partita di Italiano – Da una parte comprendo il desiderio di Italiano di assolvere tutti i suoi giocatori derubricando la sconfitta ad episodica, dall’altra non condivido la scelta di dichiarare che una volta rimasti in dieci «bisogna solo farsi il segno della croce». La storia del calcio è ricca di episodi in cui la squadra in inferiorità numerica non solo è riuscita a fare risultato, ma tante volte ha persino strappato i tre punti. Contro un’avversaria come la Lazio di ieri si trattava senza dubbio di una missione ardua, ma il virgolettato del mister continua a sembrarmi inopportuno.
Pepè Anaclerio
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Foto: bolognafc.it