Bologna-Hellas Verona 1-0: ecco le note liete e quelle dolenti in casa rossoblù relativamente al match disputato ieri al Dall’Ara.
PRO
Il mix di qualità e cattiveria agonistica – Il Bologna non ha solo vinto, ha pure disputato una grande partita. Avere una settimana a disposizione per preparare la gara è stato importante, e il rientro di quasi tutti gli infortunati ha fatto la differenza. La squadra ha retto sul piano dell’agonismo e della cattiveria, i pilastri del miracolo sportivo che Juric sta compiendo a Verona. Se il Genoa ci aveva battuto giocando con maggiore determinazione, data da una classifica che li vedeva più in difficoltà, ieri il BFC è stato bravo a fare lo stesso contro l’Hellas.
Le risorse interne – Se al posto di Dominguez, Orsolini, Vignato e Barrow entrano Svanberg, Skov Olsen, Sansone e Palacio, significa che attingendo dalla panchina non perdi in termini di qualità. Chi giudica la prima metà del campionato del Bologna senza considerare il peso che hanno avuto le tante assenze fa un grave errore, ancor di più se mette in dubbio la bontà delle risorse interne di questa squadra. Con la rosa al completo, Mihajlovic ha due giocatori per ogni ruolo, e per il campionato che devono fare i felsinei direi che bastino e avanzino.
Barrow prima punta – Qualcuno si è stupito che Palacio sia partito dalla panchina proprio ieri, dopo aver giocato tre partite in una settimana. In realtà, Palacio è stato costretto a quel tour de force proprio perché il Bologna non ha mai potuto allenarsi tra una gara e l’altra, e a Casteldebole non c’è stato il tempo di provare Barrow come centravanti. Rodrigo e Musa hanno caratteristiche diverse, il Bologna è abituato ai movimenti di Palacio, al suo altruismo nel creare spazi per l’inserimento dei compagni, mentre Barrow è più ‘egoista’ e tende a cercare la porta da solo. I rossoblù hanno avuto bisogno del lavoro in settimana per adattarsi alle caratteristiche del gambiano, che peraltro ha fatto una buona partita, dimostrando che l’alternativa a Palacio questa squadra ce l’ha già in casa (pagata 19 milioni) e sarebbe opportuno insistere su di lui.
Le prestazioni dei singoli (su tutti Soriano e Tomiyasu) – È impossibile trovare un insufficiente nei quindici scesi in campo. Skorupski ha ricominciato dalle ultime prestazioni fornite prima di infortunarsi, è stato determinante su Kalinic e speriamo si sia messo alle spalle l’insicurezza che lo ha accompagnato a lungo. De Silvestri e Dijks hanno fatto bene, mentre Tomiyasu è stato semplicemente monumentale anche da centrale, segno che da laterale magari si nota di più ma che anche in mezzo alla difesa può starci benissimo. Schouten, dopo il brutto errore di Genova, non si è nascosto ma ha giocato la sua solita partita impeccabile, Dominguez è partito piano ma poi ha verticalizzato due o tre palloni con grandissima qualità, per Soriano ormai ho terminato gli aggettivi. Il reparto offensivo, infine, si è mosso molto bene, anche se qualcosina è mancato ed è materiale per l’unico ‘contro’ di oggi.
CONTRO
L’area troppo sguarnita – Il Bologna ha riempito poco l’area di rigore, sono mancati alcuni inserimenti che avrebbero potuto generare un altro gol e chiudere la partita. Un paio di cross di Dijks sono partiti a vuoto, lo stesso vale per alcune imbucate di Dominguez o Vignato. Mi è parso che ad un certo punto Soriano si stesse lamentando coi compagni proprio di questo: lui ha fatto una partita gigantesca svariando su tutto il campo, ma non poteva sia recuperare palla che infilarsi in area. Non è un caso che una delle miglior occasioni per il raddoppio sia capitata sulla testa di Svanberg, che l’inserimento ce l’ha nel DNA e che subito dopo il suo ingresso è riuscito a rendersi pericoloso a pochi metri da Silvestri.
Pepè Anaclerio
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