Personalità senza cattiveria, così ci si fa male da soli. Lucumí già pronto, serata no per Cambiaso, Schouten-Dominguez coppia rivedibile
Milan-Bologna 2-0: ecco le note liete e quelle dolenti in casa rossoblù relativamente al match disputato ieri al Meazza.
PRO
La personalità e le scelte formazione – Dal punto di vista della personalità il Bologna mi è piaciuto, ha provato a palleggiare senza paura e ad iniziare il gioco da dietro in casa dei detentori dello scudetto. Sulla carta ho anche apprezzato molto le mosse di Mihajlovic di inserire la freschezza di Vignato in zona trequarti e confermare due terzini giovani e di spinta come Kasius e Cambiaso, che poi purtroppo si sono rivelati tra i peggiori in campo».
Il carisma di Lucumí e la verve di Sansone – Lucumí non ha offerto una prova da stropicciarsi gli occhi, ma mi ha trasmesso la sensazione di essere uno che non si spaventa ed è già pronto per un campionato difficile come la Serie A. Fra i subentrati, invece, ha fatto bene Sansone, che ha approcciato la gara col piglio giusto ed è andato vicino sia al gol che a procurarsi un rigore.
CONTRO
I tanti errori individuali, in particolare sugli esterni – Kasius e soprattutto Cambiaso hanno fatto veramente molto male, ma non sono gli unici. Sul primo gol c’è un concorso di colpe, perché Cambiaso dà una bruttissima palla a Schouten (che nel perderla ci mette anche un po’ del suo), poi scatta il contropiede e quando Leao si trova davanti alla porta Skorupski prova ad anticipare il movimento, stendendosi prima del previsto: se fosse rimasto fermo l’avrebbe parata. Il secondo gol è un colossale regalo di Cambiaso, che serve il pallone allo stesso Leao, bravissimo in seguito a pescare Giroud.
La poca cattiveria agonistica – Il Milan ha vinto col minimo sforzo: c’è lo stesso rimpianto che aleggiava nel post Lazio, perché incontrare le squadre di vertice ad inizio campionato significa trovarle in un momento in cui non sono del tutto rodate, e con un po’ di sana cattiveria diventa fattibile strappare punti importanti. A proposito di cattiveria, al netto del fatto che il rigore non fischiato a Sansone è clamoroso e l’arbitro avrebbe dovuto concederlo a prescindere, ma è possibile che nessun rossoblù vada a protestare? Anche da questi episodi si nota la poca aggressività che mettono in campo i ragazzi di Sinisa.
La difficile convivenza Schouten-Dominguez – Si continua a riproporre un centrocampo a due con Schouten e Dominguez, che secondo me penalizza Nico e di conseguenza il Bologna. L’argentino in quel ruolo fatica, non ha cambio di passo e non ha propensione a buttarsi negli spazi, sarebbe molto più a suo agio da padrone del gioco e con meno campo da coprire. Capisco sia una scelta complicata e dolorosa, ma penso che Schouten e Dominguez non possano condividere il campo e che bisognerebbe schierare solo uno dei due.
Le individualità soffocate (che invece andrebbero esaltate) – Per il campionato che dovrà fare il Bologna ritengo sia stato fatto un buon mercato, bisognerà vedere se le scelte del mister riusciranno a valorizzare i giocatori acquistati e quelli che arriveranno nelle prossime ore: già nella rosa attuale ci sono elementi (penso a Dominguez, Barrow, Orsolini e Vignato ma non solo) che sicuramente hanno le loro responsabilità, ma non stanno rendendo al meglio anche perché non si riesce a trovare loro una collocazione o in alternativa un modulo che ne esalti le caratteristiche.
Pepè Anaclerio
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Foto: Getty Images (via OneFootball)