Bologna-Udinese 2-2: ecco le note liete e quelle dolenti in casa rossoblù relativamente al match disputato ieri al Dall’Ara.
PRO
La prova di carattere riconosciuta dal Dall’Ara – Considerate le defezioni del Bologna e le qualità dell’Udinese, che soprattutto davanti ha giocatori capaci di far male, la squadra di Mihajlovic ha disputato una buona partita e ottenuto un risultato positivo. Non si può certo dire che i rossoblù siano fortunati, ma adesso reagiscono con grande carattere e non a caso ieri sono usciti tra gli applausi del Dall’Ara: i tifosi riconoscono e premiano sempre l’impegno, lo testimonia anche lo striscione che la Curva Andrea Costa a dedicato a Medel.
L’ingresso di Sansone e il cambio di modulo – La variazione tattica operata al 57′ da Sinisa e staff, ovvero il passaggio al 4-2-3-1 tramite l’inserimento di Sansone per Binks, ha inciso in maniera determinante. Orsolini ha ritrovato la posizione a lui più congeniale e ha subito messo una grande palla proprio per Sansone, che oltre ad aver trovato il gol è entrato con l’atteggiamento giusto e ha fatto molto bene.
L’esordio di Bardi, il pieno recupero di Theate e Soriano e la continuità di Hickey – Bardi, al debutto ufficiale con la maglia del Bologna, si è fatto trovare pronto e si è reso protagonista di una tempestiva uscita bassa su Molina e una bella parata su Success. Theate è tornato pienamente sul pezzo, Soriano sta ritrovando brillantezza e Hickey ha offerto l’ennesima prestazione da veterano: non avrebbe nemmeno dovuto giocare, invece è stato tra i migliori in assoluto e con un perfetto diagonale ha trovato il suo quinto gol in campionato.
CONTRO
Il blackout ad inizio ripresa – Non capisco cosa sia successo nei primi tredici minuti della ripresa, in cui il Bologna ha sbagliato tutto quello che poteva sbagliare. Fortunatamente il gol del pareggio e il cambio di modulo hanno rimesso le cose a posto, ma quello spezzone di gara resta inspiegabile.
L’appannamento dei centrocampisti e le difficoltà di Barrow – Svanberg e Dominguez sono apparsi in affanno, anche se entrambi hanno più di un alibi: lo svedese in settimana non era stato bene a causa del virus gastrointestinale e l’argentino era alla prima uscita da titolare dopo tre mesi di stop. Per Barrow, invece, le prestazioni insufficienti non sono più una novità ma una concreta preoccupazione: ieri né lui né Orsolini sono riusciti a garantire la necessaria profondità alla squadra, e questo ha acuito il peso dell’assenza di Arnautovic.
Il mancato ingresso di Santander – Pur col massimo rispetto per il professionista Falcinelli, credo che per una questione di gerarchie sarebbe stato più giusto inserire Santander nel finale. A quel punto non si trattava più di tenuta fisica, perché la partita volgeva al termine e il ‘Ropero’ avrebbe potuto tranquillamente affrontare gli ultimi minuti tre minuti più recupero. Sarei rimasto in silenzio se fosse entrato il giovane Raimondo, scelta comprensibile, così invece faccio fatica, e spero che da qui a fine stagione Santander possa ricomparire sul prato del Dall’Ara per essere salutato da un pubblico che gli ha sempre voluto bene.
Pepè Anaclerio
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Foto: bolognafc.it