Torino-Bologna 2-1: ecco le note liete e quelle dolenti in casa rossoblù relativamente al match disputato ieri allo stadio Olimpico Grande Torino.
PRO
Le parate di Skorupski e l’orgoglio di Medel – Skorupski, ingannato da Soumaoro in occasione della seconda rete granata, ha fornito una prova di spessore, tenendo il Bologna in vita fino all’ultimo. Il che è tutto dire: se il portiere è il tuo migliore in campo in una partita in cui prendi due gol e perdi malamente, significa che c’è un problema. Oltre a Lukasz, do la sufficienza pure a Medel, l’unico che riesce sempre e comunque a mantenere un buon livello di prestazione anche in contesti nei quali la squadra fatica.
Il primo vero passo falso col nuovo assetto – Lo avevo già scritto dopo la gara contro la Fiorentina e lo ribadisco oggi: niente drammi. Non pensiamo che adesso sia tutto da buttare, quella di ieri è stata la prima vera partitaccia disputata dal BFC con questo nuovo assetto tattico, per cui confidiamo che Mihajlovic e i suoi ragazzi riescano a lavorare nel modo migliore sugli errori commessi e sull’intensità con cui approcciare le prossime sfide.
CONTRO
L’intera squadra fuori fase (Skov Olsen il simbolo) – Skov Olsen è stato in assoluto il peggiore in campo, personalmente devo ancora capire quale ruolo debba ricoprire nel Bologna per potersi esprimere al meglio. Quel che è certo è che cambiarglielo ad ogni gara non lo aiuta. Il suo atteggiamento remissivo è nuovamente balzato agli occhi: il primo gol è nato da un suo errore a centrocampo, cosa che all’interno di una partita ci può anche stare, ciò che è inaccettabile è non aver rincorso l’avversario per provare quantomeno a fare fallo. Per il resto, la lista degli insufficienti copre praticamente tutta la squadra: potrei citare Soumaoro, Soriano e Arnautovic, ma la verità è che purtroppo c’è l’imbarazzo della scelta.
Le scelte di formazione cervellotiche – Ribadisco la solita premessa: commentare le partite dopo che ci sono disputate è facile, gli allenatori devono prendere decisioni più complicate e può capitare che sbaglino. In tutta onestà va anche detto che la bontà delle loro scelte viene spesso valutata in base al risultato finale, cosa che io cerco di non fare. Sia prima del derby contro la Fiorentina che ieri, la formazione rossoblù mi ha lasciato perplesso. Contro i viola mancava Arnautovic, ieri Dominguez, sarebbe stato più logico mettere al loro posto giocatori con caratteristiche simili (Santander e Medel) e non stravolgere niente, assicurando continuità: quando una squadra ha trovato la sua stabilità, optare per soluzioni differenti rischia di essere deleterio, dunque è preferibile perseguire la strada della semplicità. Ieri in conferenza lo stesso Mihajlovic ha ammesso di essere stato indeciso fino all’ultimo momento riguardo alla posizione in campo di Medel, il che è legittimo, ma mi dispiace che alla fine abbia optato per la scelta meno logica. Il tecnico è lì per prendere questo tipo di decisioni, altre volte Sinisa ha pescato il jolly ma in queste ultime due gare e ha commesso degli errori.
Il centrocampo (ancora) troppo offensivo e sbilanciato – Sempre nella conferenza post match, Mihajlovic ha paragonato la prestazione di Torino a quella di Empoli. È un parallelo che ci sta, e mi riferisco in particolare alla formazione: allora fece giocare Vignato mezzala, ieri ha inserito Skov Olsen a metà tra attacco e centrocampo (nelle sue intenzioni il danese avrebbe dovuto giocare molto più alto, ma di fatto si abbassava spesso e infatti il pallone sanguinoso che ha portato all’1-0 l’ha perso a centrocampo). La mediana è la zona nevralgica, spesso la partita si decide lì: vince la squadra che riesce a prenderne possesso e a dominare il gioco. Spero che Sinisa capisca un volta per tutte che il Bologna attuale non può reggere un centrocampo composto da elementi così offensivi, e che se dovessero nuovamente mancare dei titolari opti per soluzioni più conservative.
Le sostituzioni tardive – I cambi sono stati tardivi, troppo. Skov Olsen era in confusione e andava sostituito prima, e in generale occorreva dare la scossa ad una formazione che non stava riuscendo ad attuare il piano di gioco stabilito. I subentrati, Orsolini in primis, hanno avuto un impatto vivace e grintoso, come dovrebbe sempre essere: col senno di poi, forse se fossero stati concessi loro più minuti il Bologna avrebbe potuto rimettere in piedi la gara.
Pepè Anaclerio
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