Bologna-Sampdoria 2-0: ecco le note liete e quelle dolenti in casa rossoblù relativamente al match disputato ieri al Dall’Ara.
PRO
La continuità – Il Bologna ha dato seguito alla convincente prestazione di San Siro, giocando una bella partita e di fatto dominando la Sampdoria, che ha avuto una sola ghiotta occasione con Caputo. C’è da essere contenti, e personalmente ritengo la squadra in crescita già da qualche settimana, anche se quando non fai gol e non vinci è normale vedere tutto più buio.
Le tante prove scintillanti – Arnautovic ha sciorinato tutto il suo repertorio ed è stato strepitoso: se in carriera avesse avuto costanza di rendimento sarebbe finito in club di alto spessore internazionale, perché in termini di qualità pura non c’entra niente con un contesto di fascia media, è un gigante. Medel ormai non fa più notizia per ciò che riesce a fare e a dare, per il suo modo di essere e il suo spirito, con atteggiamenti che trascinano e spingono tutti a dare quel qualcosa in più: partita dopo partita si sta meritando il rinnovo di contratto. Dijks è tornato in grande spolvero e ieri si è finalmente rivisto quello della prima stagione in rossoblù, con tante cavalcate sulla fascia, due assist e altri palloni invitanti serviti ai compagni. Theate sta giocando di nuovo sui livelli di inizio stagione, e Skorupski ha portato a casa l’undicesimo clean sheet compiendo un intervento decisivo in uscita bassa su Caputo: se lì la Sampdoria avesse segnato, le cose sarebbe potute andare in maniera diversa.
L’impatto delle seconde linee – Anche i ragazzi entrati dalla panchina hanno fornito una risposta importante: Soriano ha rilevato l’ammonito Svanberg e il centrocampo non ne ha risentito in termini di qualità, Sansone nonostante la traversa colpita e qualche scelta sbagliata (vedi la palla non servita a Theate) ha dato una bella scossa alla partita, Dominguez al rientro dopo quasi tre mesi ha lanciato segnali confortanti ed è un recupero fondamentale, e pure Bonifazi ha sostituito bene l’insostituibile Medel nel finale.
La fluidità tattica, l’intensità e il coraggio – I rossoblù sono ripartiti dal 5-3-2 o 3-5-2 che dir si voglia, con Aebischer che si alzava sulla trequarti per infastidire Rincon. Invece nel corso della ripresa, dopo gli ingressi di Soriano e Dominguez, si è visto una sorta di 3-4-2-1 con Nico in mediana assieme a Schouten e la coppia Soriano-Sansone dietro ad Arnautovic, modulo che diventava un 5-4-1 quando la palla era tra i piedi dei blucerchiati. Ma al di là delle varie vesti tattiche, a confermare la buona capacità della squadra di cambiare pelle anche in corso d’opera, le cose che ho apprezzato di più sono state l’intensità della prestazione e la ricerca costante del gioco palla a terra, con coraggio, accettando il rischio con l’obiettivo di generare un beneficio.
La voglia di far felice Sinisa (quella che servirebbe sempre) – Le belle parole che Arnautovic ha dedicato a Mihajlovic dopo la partita confermano che in questo momento il Bologna ha una motivazione in più che sta spingendo tutti a gettare il cuore oltre l’ostacolo. E poi si sa, dalle motivazioni nascono l’intensità, la compattezza e tutto il resto. La speranza è di tornare presto alla normalità, rivedendo il mister in piena salute, ricordandosi però che per crescere davvero si dovrà mantenere questo livello di prestazioni anche senza uno stimolo straordinario che pungola l’animo del gruppo.
CONTRO
I soliti legni – Ieri siamo tornati a vivere una serata di bel calcio al Dall’Ara, con un gioco piacevole, due reti e tante occasioni. La nota negativa, in tal senso, è il conto dei legni in costante crescita: ora siamo a quota 19, forse è record mondiale… Nello specifico, la traversa di Arnautovic nasce da una giocata strepitosa ed è pura sfortuna, mentre quella di Sansone è un gol sbagliato, perché il nostro numero 10 cerca la forza e non la precisione. Anche se ovviamente parlare da fuori è facile, agire in campo molto meno.
Le sbavature in fase di disimpegno – Qualche disimpegno sbagliato di troppo ha generato gli unici rischi (reali o potenziali) in chiave rossoblù, specie all’inizio dei due tempi. Come detto, mi fa piacere che la squadra provi sempre a giocare, con personalità, senza buttare mai via il pallone, ma per farlo evitando i pericoli occorre migliorare ancora sul piano tecnico e delle scelte.
Pepè Anaclerio
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Foto: bolognafc.it